Come
sta terminando questo 2016? Sono volati gli stracci da noi.
Ho
ricevuto in modo casuale, fresca di stampa la rivista del Comune intitolata Il Filo Comune di Avezzano; non l’ho
letta perché gli articoli erano senza firma. A cavallo tra gli anni Sessanta e
Settanta si usava proprio così in determinati ambienti: si scrivevano dei pezzi
(anche in due o tre persone) per un ciclostilato e non si firmavano; si
trovavano riuniti in ordine alfabetico e perciò mescolati tra loro, gli autori
dei diversi «articoli». Che cosa mi ha impedito per giorni di sfogliarla? È che
la storia si è ripetuta in maniera farsesca di là dei personaggi.
Mi
era venuta però una mezz’idea di scrivere qualcosina su tale nuova rivista. Si
trattava di una pubblicazione tirata in 5mila copie e costata 20mila euro,
almeno stando a quanto io sentivo in giro da giorni; è un unico foglio 42 x 59
cm (probabile formato B9: 44 x 62 cm), stampato in bianca e in volta, a colori.
«Potevano fare un’edizione firmata dal sindaco e numerata a quel prezzo… per
venderla però, altro che gratis…», aggiungevo io.
Ho
parlato d’altro nel post seguente quei fatti (27 dicembre); si erano intanto
registrati accesi battibecchi tra pubblicisti: ho preso a interessarmi all’argomento.
Era
tutto nato da un post: Le “buone notizie”
ad Avezzano costano 20mila euro in «AccendiLaLuce» 21 dicembre. «Il Comune
di Avezzano un paio di giorni fa ha divulgato un comunicato stampa in cui
annunciava l’uscita del giornale. Quindi siamo al numero uno dell’anno 2016, il
21 dicembre», a cui legare il precedente: «Spesa: 20mila euro».
Il
giorno seguente appare un commento di Mariano Santomaggio (Pdl) – che si era
già interessato all’argomento – in: Ventimila
euro per il giornale del Comune. Santomaggio: “Ecco un’altra marchetta
elettorale”, in «TerreMarsicane» 22 dicembre. Il pezzo non è firmato ma è
interessante l’inizio: «Il caso è stato sollevato sul blog di una giornalista
della nostra testata, Magda Tirabassi».
(Rammarico per pubblicare una notizia-bomba?). Prosegue con: «il giornale dell’Amministrazione
comunale del sindaco Gianni Di Pangrazio,
che è costato ai cittadini 20mila euro». E due. Tutto ciò che si diceva in giro
era perciò tutto vero, anche se il primo pezzo pubblicato sulla vicenda era
diverso e più vicino alle cifre correnti, almeno per qualcuno come il
sottoscritto che bazzica le tipografie da decenni: «Il primo numero verrà
distribuito in 5mila copie e ogni numero costa al Comune 2.300 euro», in: Arriva il periodico “Filo comune” Tiratura:
5mila copie, in «IlCentro» 20 dicembre. (20mila, 2.300 euro, altro?).
C’è
qualcuno che avrebbe gradito veder dirottate altrove le risorse per il «giornaletto»:
«E dire che ci sarebbero testate cartacee, online, e radiotelevisive cittadine
che si potrebbero sostenere quantomeno per cercare di rilanciare l’occupazione
di qualità», Avezzano, nasce il
notiziario del Comune, in «CliccaEPensa» 23 dicembre; lo stesso pezzo è apparso
il 25 dicembre anche nell’aquilano IlCapoluogo.
(Sì, ma in una simile situazione un pubblicista, un operatore dell’informazione
attaccherebbe un amministratore?). Scrive proprio «giornaletto», mentre per
altri – fuori della Piana –, si tratta di: «Un foglio di informazioni
sull’attività dell’amministrazione in scadenza», in «InAbruzzo» 25 dicembre.
C’è
chi risponde agli attacchi rivolti non solo all’Amministrazione «ma anche nei
confronti di quanti a questo progetto hanno collaborato», in: M. Santellocco, Buone notizie e cattive informazioni in
«Marsicanews» 24 dicembre; è mancata negli articoli a suo dire, la «verifica
delle informazioni». È in ogni modo un’assurdità da parte di coloro che, pur
lavorando in testate giornalistiche «screditano strumenti dell’informazione». Lei
ha partecipato («Comitato di redazione») al numero zero del vituperato «foglio»
di carta e definisce «blogghettino» il blog precedente.
Mi
ha colpito della vicenda in modo particolare, proprio i litigi tra colleghi
dell’informazione on-line. (In ogni
modo: ‘Something is rotten’, per
dirla con il Bardo dell’Avon). A me è però rimasta la voglia di conoscere il nome della stamperia per via del formato
(insolito) utilizzato non essendo esso riportato sulla pubblicazione (Cfr.: L.
47/1948, art. 2); m’interessa giusto quello e non chi il comune di Avezzano
dovrà liquidare.
Buon
anno nuovo, ancora.