mercoledì 30 luglio 2014

Altre cancellazioni bis


Non ho voluto innescare polemiche, ho però notato negli ultimi anni una perniciosa tendenza (di tipo epocalista) per cui tutto ciò che è avvenuto sul Pianeta – da ore, giorni, settimane, mesi o anni –, non merita la minima considerazione perché inutilizzabile.
C’è chi in questo momento gioca al «chi c’è-chi non c’è» tra gli artisti marsicani partecipanti a Marsica Jazz. A me interessa ricordare che il jazz non è un’invenzione dell’anno scorso dalle nostre parti – i «numerosi jazzisti della Capitale», in aggiunta «dagli anni Cinquanta». È bene rammentare il tempo in cui gli artisti non erano invitati solo per suonare un paio d’ore e tutto ciò che avveniva in occasioni del genere. Non era questione di ascoltare la musica; ha lasciato una traccia gente del genere e ha poco senso far finta di niente. Servirebbe a moltissimi da noi, almeno per capire che cos’è un festival e ciò che invece non lo è.
(Una precisazione a proposito dell’ultima volta di Claudio Corvini – vedi post precedente). Il trombettista ha messo i piedi da queste parti – l’ultima volta –, nel maggio 2013 (L’osteria di Corrado).
Appena ho inviato l’ultimo post, ho saputo della morte di Giorgio Gaslini: un riferimento per la mia generazione.

martedì 29 luglio 2014

Altre cancellazioni


Lo consiglio caldamente a chi vuol conoscere la condizione della nostra «scena» culturale (soprattutto gli americani e i tedeschi che mi seguono):
Non entro nel merito delle scelte dell’Amministrazione, però mi va di scrivere giusto qualcosa su questa parte: «Guest star dell’universo della musica – ha proseguito De Angelis – faranno il loro ingresso ad Avezzano grazie a questo festival del jazz. Come il noto trombettista Claudio Corvini, o il batterista Roberto Gatto, molto accreditato. Sette giorni di jazz avranno un richiamo non solo locale, ma, si spera, anche nazionale». È la mia vita passata che mi spinge a farlo.
Non è la prima volta che Corvini – come numerosi jazzisti della Capitale dagli anni Cinquanta del secolo scorso – mette i piedi ad Avezzano. Egli faceva parte – con il fratello – della sezione «fiati» a una registrazione di Donald Harrison – negli studi dell’emittente Atv7 e poi messo in onda in un paio di occasioni (1991). Conservo ancora un (mio) manifesto che annovera gli stessi fratelli tra i docenti della School di Jazz On – Claudio (Tromba e Big band), e Mario (Trombone e Big band) – 1992. La sua ultima esibizione ad Avezzano è recente. Ho invece ascoltato il simpaticissimo batterista romano nei primi anni Novanta in uno dei locali che spuntarono in quel periodo lungo la Tiburtina Valeria. Lui capitò per caso, come pure il mite Gianluigi Trovesi.
Non ci sarà richiamo nazionale, si metta l’animo in pace De Angelis ed è bene perciò, confidare nella disperazione degli avezzanesi. Mi rendo conto che un assessore alla Cultura, non può conoscere tutto e gli va perdonata un’uscita del genere, mentre chi gli ha raccontato una cosa del genere, farebbe bene a non nascondere certi fatti.

venerdì 25 luglio 2014

MADE IN FUCINO


Non scrivo delle mie pubblicazioni, in generale. È un po’ diverso stavolta, trattandosi di un libello riassuntivo, una sorta d’antologia di ciò che ho scritto negli ultimi decenni sul posto dove vivo.
Ho appena portato in libreria – nel senso di una; dove vado a bere il ginseng – l’ultimo titolo: G. Pantaleo, Dimenticare-Vergessen, Aleph editrice (Luco dei Marsi), presentazione d’Alfredo Mignini (Trasacco). C’è anche una sorta di patrocinio da parte di Martello del Fucino (Pescina).
Cominciamo dal titolo: Dimenticare-Vergessen. «Dimenticare» è semplice, «vergesse» indica la stessa cosa, ma anche – tra l’altro – omettere.
È il libro «sul terremoto», annunciato da settimane sul blog. (Vi è una ventina di autocitazioni, in nemmeno quarantacinque paginette. Narcisismo? No, sono l’unico che ha scritto su questo posto).
Non vi prometto niente ma proverò a pubblicare qualche estratto sul blog: non so come infilarci decentemente le note.

giovedì 24 luglio 2014

L'aria che tira


Ci si avvia verso le celebrazioni del Centenario e il clima (politico e culturale) che si respira è dato da questi due link (che hanno a che fare con il teatro):
Non si trova purtroppo in rete un’intervista a Lino Guanciale – l’unico della «quaterna» che ha a che fare con il teatro – sulla vicenda (Il Centro, 23 luglio 2014).
Il secondo link che propongo è invece una storia della gestione del Teatro dei Marsi – che non posso non condividere:
http://www.marsicalive.it/?p=75838

domenica 20 luglio 2014

Riflessioncella domenicale


Prosegue l’inutile proliferazione di discorsi sul depuratore d’Avezzano. La vicenda è iniziata quando in Abruzzo si è parlato per un po’ dello stato delle acque sotterranee. (Nel senso: se n’è parlato nelle testate Web del resto dell’Abruzzo).
Chi discute (inutilmente e da mesi) di tale questione? Qualche partito e qualche associazione collaterale a uno o più partiti. Non si procede molto con tale marchio di fabbrica.
Nel mio parlare al vento, tre anni fa trattavo dell’erosione del suolo, della salinizzazione. (Roba vecchiotta d’accordo, ma di cui non si tratta mai – chissà perché? – dalle nostre parti). Eppure lo spettro della sterilità del terreno dovrebbe agitare i sonni di un qualsiasi contadino degno di tale titolo – anche di chi gli sta intorno.
Tale discorrere oltre che inutile, mi annoia.

venerdì 18 luglio 2014

Cronac(hett)a locale


Ha preso una piega prevedibile, la vicenda del depuratore d’Avezzano. Ho letto roba del genere:
Oppure, con qualche commento in più:
(Mettiamocele tutte):
Ho scritto sull’argomento nel Martello del Fucino e solo per raccontare lo sviluppo di tale vertenza e dello strano schieramento che la promuoveva. (Non toccava a me in realtà: ogni redattore e intervistatore avrebbe fatto bene a ricordare a numerosi personaggi in prima fila per accelerare la messa in funzione dei depuratori che tirare in ballo le associazioni ambientaliste, era almeno scorretto).
L’attualità è solo l’altra faccia della medaglia. È stato costruito un clima di ottimismo intorno alla vicenda basandosi solo sui comunicati dei promotori della vertenza, più che sulla cronaca spicciola (incontri, conferenze e purtroppo anche leggi e regolamenti). La realtà ha fatto irruzione in tale castello di carte ed è successo il patatrac. Prevedibilmente.
I giornalisti s’inalberano a ragione quando sono accusati di riempire i giornali con i comunicati degli addetti-stampa. È andata proprio così, stavolta.