domenica 30 aprile 2017

Storie da blogger

Un paio di sabati fa, mi era capitata una cosa strana: io mi ero sentito all’improvviso italiano – in qualche modo, non volendo.
Me ne stavo in un posto, dove ho più di un interesse – tanto per non fare nomi. A un tratto sono entrati due tipi, presumibilmente del Bangladesh, e hanno ordinato due colazioni. Si è chiacchierato con loro per un po’ – come d’uso in simili circostanze – fin quando hanno spiegato al proprietario perché avevano messo i piedi proprio in quel locale: erano trattati bene a differenza degli altri, lì dentro. (Ritengo il gestore il più buono della città – tanto per non fare nomi, ancora). Ho minimizzato, sdrammatizzato, ma me ne sono anche vergognato, conoscendo com’è fatta la mia gente e riconoscendola da alcuni suoi comportamenti. (C’entra in modo marginale il razzismo al contrario del classismo e dell’ignoranza). I due hanno pagato e sono usciti per riprendere il loro lavoro di ambulanti.

Giacomo Leopardi, quando parlava degli italiani, ma il Regno d’Italia era di là da venire? Penso più che altro al classico atteggiamento di chi sta dietro una qualsiasi scrivania e fa valere – secondo le circostanze – lo straccio di potere che detiene nei confronti di chi si trova dall’altra parte. (Basta sostituire il bancone al posto della scrivania).

giovedì 27 aprile 2017

L'orso nell'urna elettorale

Riprendo la vicenda dell’orso sulle pendici di monte Salviano. Si è tenuto ad Avezzano il 26, un tavolo inter-istituzionale sull’argomento. Si evince da ciò, che l’indecifrabile – per il sottoscritto – macchia scura tra la vegetazione circolata nel web, è un orso. (In fondo: chi sono io per contestare un paio di autorevoli partecipanti a detto tavolo, e in modo particolare Pnalm e nuova Forestale?). Il direttore di AvezzanoInforma ha usato l’espressione «presunto avvistamento» ma la questione nel suo caso è appunto, almeno un’altra (L. Salucci, Collelongo, l’orso marsicano si rifiuta di passare alla dieta vegana e fa merenda con 15 galline, in «AvezzanoInforma» 14 aprile 2017). Sulla costa invece si è stati più cauti e precisi: «Al momento non è stata trovata alcuna traccia della presenza dell’orso sul monte Salviano di Avezzano dopo la segnalazione di alcuni passanti», Cucciolo di orso ad Avezzano, nessuna traccia trovata dai biologi, in «CityRumors» 13 aprile 2017. (È noto che – tra l’altro – mal sopporto le fotografie e preferisco: «orme, peli o escrementi», cit. CityRumors 13 aprile 2017).
Tracce precedenti, negli ultimi anni? Eppure: «Nel XVIII secolo le testimonianze sono numerose e geograficamente caratterizzate. La presenza dell’animale viene segnalata a Sulmona, sulle montagne del Salviano (Avezzano)», SalviamoLOrso.

Immaginiamo che qualcuno nei prossimi giorni trovi delle tracce consistenti di orso da quelle parti («orme, peli o escrementi»): che fare a questo punto da parte dei partecipanti alla riunione inter-istituzionale di ieri? Soprattutto da parte del Comune d’Avezzano: chiudere l’accesso al monte soprattutto nelle ore di buio, delocalizzare il santuario di Pietraquaria, istituire un altro vincolo sull’area, altro? (Anche da parte dei candidati sindaco costretti a parlare di temi ambientali, nelle prossime settimane). La questione è soltanto quella; finora chi ne ha parlato o ci ha ricamato (abbondantemente) sopra, ha evitato accuratamente di trattarne.

sabato 22 aprile 2017

Nuovo fritto misto

Inizio con la (vecchia) non notizia dell’allagamento riguardante il sottopassaggio di via G. Pagani – ne avevo trattato perfino in un mio lipogramma (in n) del 2013. Non m’interessa per nulla chi ha approfittato di tale non notizia per attaccare l’attuale sindaco, bensì chi ha provato a ragionarci sopra. Leggevo: «Il fatto che un acquazzone possa aver già causato in passato allagamento di sottopassaggi, indica la normalità del fenomeno atmosferico», R. Cicchetti, La bomba d’acqua di Avezzano ed il riscaldamento globale, in «AvezzanoInforma» 11 aprile 2017. L’espressione «In passato» è meno neutrale di quanto si possa immaginare: quando ha preso ad allagarsi quel sottopassaggio? C’entra la cementificazione, l’asfaltatura – spesso inutile – degli spazi a ridosso di via don G. Minzoni più che un fenomeno come il riscaldamento globale secondo me. Fino a vent’anni fa la grandine, la neve, pioggia – anche intensa –, cadeva sui prati che s’incontravano ancora da quelle parti e percolava lì, sul posto; oggi è incanalata nelle strade e finisce nella parte più bassa a disposizione. Che fare, nel nostro piccolo? L’ho scritto nel lipogramma citato.
Pochi giorni dopo la notizia (con foto) dell’avvistamento di un orso su monte Salviano, è finita addirittura sull’agenzia Ansa. Non si pubblicano né notizie, né foto in casi del genere; né tantomeno ci si ricama sopra, com’è purtroppo avvenuto in questa terra di periferia. (Si usa così per evitare l’arrivo di frotte di curiosi che disturberebbero e perciò, allontanerebbero l’animale in questione).

In fine. Sono rimasto leggermente amareggiato – ma non sorpreso – per le due manifestazioni nell’occasione del 25 aprile a Roma (Anpi e Brigata Ebraica). In fondo, si festeggia che cosa? Sono stati invitati tutti i reduci di quell’esperienza di oltre settant’anni fa, dall’una e dall’altra parte? Verranno? Torniamo a noi; mi è capitato di leggere: «Quest’anno i negozianti, con il patrocinio della Confcommercio Avezzano, hanno voluto con passione la realizzazione di un proprio focaraccio per una ragione di amore profondo verso la città nella quale vivono e lavorano», Marynda, I negozianti del centro realizzano il loro ‘focaraccio’ per la Madonna di Pietraquaria: che sia la prima scintilla per riaccendere il centro di Avezzano!, in «TerreMarsicane» 21 aprile 2017. Ne riprendo un altro brano: «la festa della Madonna di Pietraquaria oltre ad avere la sua importanza religiosa, racchiude in sé una forza umana di unione e condivisione che attraverso la suggestiva presenza del fuoco trasmette energia e calore alle persone che la vivono». Orbene, Pietraquaria è una festa religiosa, come il Natale e la Pasqua – che è la più importante per la cristianità: è facilissimo nascere per quanto in modo rocambolesco, ma non lo è altrettanto risorgere dopo morti. È bene perciò comportarsi di conseguenza, lasciare tale festività a chi ci crede – pochi o tanti avezzanesi, non importa; a chi si recherà presso il santuario, andrà alla processione, assisterà alla messa, prenderà la comunione. Il resto è solo contorno: i giulivi focaracci centralizzati e sponsorizzati, le bruschette, le patate e le salsicce alla brace, il vino, le musichine, le barzellette, le risate… gli affari dei commercianti.

domenica 9 aprile 2017

I fatti nella politica

Mi è capitato di leggere un appello o forse un’implorazione di Renzo Piano: «affinché il nostro Paese “esca dal Medioevo oscuro” che ci fa attribuire le conseguenze del terremoto alla “fatalità” e lotti grazie agli strumenti della scienza e della tecnologia per prevenire i rischi», Terremoto, Gentiloni: “Governo stanzierà un miliardo all’anno per la ricostruzione”, LaRepubblica 8 aprile 2017. L’architetto genovese si riferiva a uno stanziamento da parte dello stato centrale per alcuni interventi – in altrettanti comuni –, riguardanti un «edificio pubblico residenziale abitato» in ciascuna città.
Nel centro abruzzese destinatario dei fondi A. Casini (sindaco) e A. Gerosolimo (assessore regionale), hanno ringraziato G. Delrio, L. D’Alfonso, M. Mazzocca e C. Doglioni. «Sulmona è l’unico comune abruzzese inserito, insieme ad altre nove città italiane, nel progetto “Casa Italia”, che riguarda la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico», Sulmona in “Casa Italia”. Casini e Gerosolimo: “Un grande risultato della politica dei fatti”, in «CentroAbruzzoNews» 8 aprile 2017. (È lo stesso di InAbruzzo e dei quotidiani cartacei).
Mi chiedo – si porrebbe la stessa domanda anche Renzo Piano: perché ringraziare? Mi rispondo così: perché l’Abruzzo interno – cui è probabilmente diretto tale comunicato – è pieno di gente superstiziosa, che crede alle leggende, non poco boccalona, allergica alle scienze e anche alla politica.
Sono contento che tale investimento vada da quelle parti rispetto a dove vivo io per un paio di motivi: 1) quella città è fondata su un tipo di terreno che amplifica più che ad Avezzano le scosse sismiche; 2) molti edifici di Sulmona hanno almeno il triplo dell’età di quelli che mi trovo davanti costantemente. (Un abitante della costa abruzzese farebbe all’incirca lo stesso ragionamento).
Riporto anche una delle perle di detto comunicato: «Sulmona merita questo grande risultato che arriva dopo anni di stallo». Ecco, loro non si rendono proprio conto né di ciò che hanno sotto i piedi né di che cosa li circonda, soprattutto nel centro storico; non immaginano nemmeno lontanamente che un terremoto simile a quello dell’Aquilano nel 2009, devasterebbe la parte vecchia della città. (Rimarrebbe in piedi la struttura da mettere in sicurezza, quella sì).

La sicurezza degli edifici deriva molto secondo me, dal comportamento dei singoli cittadini quando decidono di costruire o acquistare una nuova abitazione (privata) non dalla politica locale, né regionale e nazionale; lo Stato, il governo potrà fare poco altro rispetto a quanto non abbia già fatto mentre la giovane coppia che sceglie di andare a vivere in una casa costruita secondo la normativa antisismica, ha del potere in mano. (E poi: da quanti anni non metto i piedi in un edificio pubblico? Quanti minuti ci ho passato dentro, l’ultima volta?).

mercoledì 5 aprile 2017

Rendez-vous

Ho incontrato più di un candidato alle prossime Amministrative negli ultimi giorni: «Osservazioni da fare sulla campagna elettorale?». Io rispondo consigliando (invano) agli «attaccanti» di non ripetere né i contenuti né la comunicazione del sindaco; l’unica novità finora è costituita dall’invenzione delle… «Nazza-girls». Si passa poi alle questioni cittadine e si parla inevitabilmente della zona meno abitata, del plesso scolastico lungo via C. Corradini in particolare e dei progetti avveniristici pensati da un mese a questa parte dai vari contendenti. «Perché v’interessa così tanto?», chiedo. Sono state formulate diverse proposte strampalate, dovute generalmente sia a una conoscenza superficiale del posto sia all’esigenza di rastrellare il voto dei commercianti.
Sei anni fa raccontai sul blog un’iniziativa dell’allora sindaco di Milano (G. Pisapia) tesa a tenere impegnate le aule scolastiche del capoluogo lombardo anche durante le ore pomeridiane; non ne ho più trattato in seguito e immagino che sia finita lì.
Il nuovo sindaco (G. Sala) a metà marzo ha invece lanciato un progetto per le biblioteche comunali; di là della cifra investita e dell’iniziativa complessiva, mi preme segnalare che crescerà il numero delle strutture aperte fino alle 23. («La prospettiva, inoltre, è arrivare a una domenica aperta, a rotazione, nelle diverse biblioteche di zona», in «IlCorriereDellaSera» Milano, 17 marzo 2017). Cambia perciò qualcosa in una grande città, anche in periferia e soprattutto, senza aggiungere un mattone o un metro quadrato d’asfalto.
Mi si dirà che Milano è Milano e Avezzano è Avezzano ma io sono sicuro, che da quelle parti, vi abitano i milanesi mentre da noi sono accampati gli avezzanesi.
Seguo da mesi sul web – si tratta perciò di notizie pubbliche, facilmente reperibili – la vicenda dell’Istituto comprensivo Collodi-Marini; esso sta lentamente divenendo un punto di riferimento per i residenti nella zona sud-ovest della città per via della sua attività fuori dell’orario strettamente scolastico. (Si tratta di comuni insegnanti, di grigi impiegati statali).

Porto questo esempio senz’altro positivo in una città dominata dall’individualismo. È un esempio da ammirare proposto ai miei interlocutori e a km0 come si dice oggi.