giovedì 31 gennaio 2019

R19 (blob 1)

Il web ha prodotto poco per queste Regionali, è stata l’occasione per mettersi in mostra, per quei pochi giornalisti decenti che abbiamo. La campagna elettorale è stata interessante per la partecipazione di leader nazionali, che però l’ha anche appesantita – nel senso che quelli del posto non si sono granché sforzati nel pensare soluzioni da mettere in pratica entro poco tempo, una volta eletti.
A un certo punto qualcuno mi ha chiesto: «Chi l’ha sparata più grossa?». Ci ho pensato un bel po’; è questa secondo me, espressa nella nostra regione: «I cittadini – ha spiegato Salvini – mi chiedono più sanità, più strade, più lavoro e più sicurezza. Con al governo la Lega gli ospedali si aprono e non si chiudono, le strade invece di dimenticarle le sistemiamo», in «AbruzzoWeb» 21 gennaio 2019. (Ne ho già utilizzato un frammento).

Ebbene, sono quattrini buttati al vento un qualsiasi altro ospedale nella Penisola, considerando che la popolazione diminuirà ancora nei prossimi trent’anni. In Abruzzo, abbiamo assistito negli ultimi lustri a diverse chiusure di reparti. (In breve: non si può tenere aperta per un paio d’ore, per cinque giorni a settimana una sala operatoria). Bisognava ripensare, ristrutturare con decisione la rete ospedaliera venti, trent’anni fa soprattutto nelle regioni in cui la popolazione è dispersa come l’Abruzzo. (Aggiungo a questo l’italiano su cinque che non può accedere alle cure per motivi economici).

mercoledì 30 gennaio 2019

on demand

(Radio bar). In pochi non hanno capito una commistione. Il succo del post precedente era che non si sta discutendo delle questioni regionali durante la campagna elettorale perché generalmente si è volato troppo alto oppure in quel caso particolare, troppo basso. C’entrava qualcosa con le Regionali, il comunicato di cui ho trattato? Io, come altri, ho arruolato un personaggio in una campagna elettorale contro qualcuno, perché è spontaneo comportarsi così considerando che i mass media danno ampio risalto a tal evento. La domanda è, perciò: che fine fa un comunicato contro una qualsiasi Amministrazione comunale, nel mese di campagna elettorale? (Di là del merito). È normale che sia risucchiato in quel gorgo; conta poco la firma o la sigla, se si tratta della Camera di Commercio, i sette nani o John Barleycorn.
Avrebbe cambiato qualcosa lo stesso comunicato, l’11 o il 12 febbraio? Sicuramente, anche se fosse stato diffuso all’inizio dell’anno. (Io agnostico non organizzerei neanche per sogno uno spettacolo comico di Venerdì santo, né vi parteciperei). Non l’ha filato nessuno né fuori, né dentro l’amministrazione De Angelis e non solo perché sindaco, assessori e consiglieri sono impegnati anche nella campagna elettorale.

(Ancora e peggio). Augusto Di Bastiano è intervenuto sulla questione del mercato settimanale ad Avezzano lo scorso 27 gennaio, Domenico Venditti il giorno seguente. Giuseppe Di Pangrazio, buon conoscitore dell’Abruzzo e in campagna elettorale come candidato alle Regionali, ha detto la sua sul medesimo argomento, proprio ieri. I primi due – volens nolens – hanno rimediato la figura dell’apripista.

martedì 29 gennaio 2019

R19 (parsley)

I tecnici, i fonici di qualcuno sentono affermare ogni sera, in un posto diverso, che la città «è bellissima», anche se fa schifo ai suoi stessi abitanti; vale lo stesso per il pubblico: «Siete bellissimi!». (La stagione estiva dura sì e no quattro mesi, per loro fortuna). Si è assistito a un simile spettacolo nelle ultime settimane, per via dei leader nazionali accorsi a sostenere i loro candidati alle Regionali. (È senz’altro positivo che abbiano bazzicato l’Abruzzo e mi rincuora anche la folla accorsa alle loro manifestazioni).
Più di una testata ha segnalato gli svarioni più appariscenti, a me è rimasto in mente uno che, invece, non ha notato nessuno. AbruzzoWeb riporta: «Sotto l’acqua o sotto la neve l’Abruzzo mi regala grandi emozioni e per tutto questo vedrò di ripagarlo con i fatti», 21 gennaio 2019. È riferito al leader della Lega, che ben conosce Milano e la Lombardia. Trovandomi da quelle parti per un anno e mezzo, notavo nel periodo invernale – ammorbidita dallo smog – una striscia bianca che correva lungo l’orizzonte. Vedevo da lì una piccola porzione delle Alpi e non avevo certo nostalgia né del Gran Sasso né tantomeno del Velino. Nessun fenomeno meteorologico rilevante in quell’anno e mezzo, mentre capita di quando in quando, in seguito a forti acquazzoni, che sia il Lambro sia l’Olona esondino. Si hanno degli smottamenti o delle frane in simili situazioni, da noi. È da benedire l’acqua in ogni modo, ma da questo alle «grandi emozioni» ce ne corre. I leader nazionali hanno trattato di questioni italiane e internazionali più che di argomenti che riguardano la nostra regione: possiamo anche comprenderli – solo loro –, con un po’ di buona volontà.

Quelli di qua, invece? In piena campagna elettorale, dodici giorni dalle Regionali Domenico Venditti scrive di poco oltre il proprio condominio, la prende con la «inverosimile pista ciclabile, [gli] inefficienti parcometri, [la] mancanza dei parcheggi alternativi con le strisce bianche». Marsicanews 28 gennaio 2019. La solita solfa obietterà più di uno. Aveva già dato il meglio poco prima: «In tutte le città italiane il mercato storico è sempre inserito nel cuore urbano». Non son messe proprio così le cose, come ho pubblicato l’anno scorso: bisognerebbe conoscere un po’ meglio le nostre città per parlarne.

domenica 27 gennaio 2019

R19 (cuts)

Sto elencando le differenze tra la mia impostazione della politica regionale e quella dei partiti e liste che parteciperanno alla competizione del prossimo 10 febbraio, in questa serie.
Il programma elettorale del raggruppamento standard è un mero riempire delle caselle: come intervenire nei vari settori (sanità, trasporti, istruzione ecc.). Secondo la propria sensibilità politica, ça va sans dire. È quello che succede comunemente andando a ritroso negli anni: Zero, Novanta, Ottanta del secolo scorso, eccetera. Si può affermare che tutto ciò funziona quando vanno bene le cose in una comunità e nel luogo che la contiene. È il nostro caso? Non tira certo aria di rivolgimenti sociali, di rivoluzioni all’orizzonte però di declino, sì come ho raccontato in precedenza – l’ho ripreso da documenti pubblici.
Nell’ultimo post ho citato gli 864 siti inquinati (poco, tanto, così-così) in Abruzzo; ci si accorgerebbe che in una terra di ex pastori come la nostra, vi è una buona fetta di territorio in cui non portare nemmeno a brucare le pecore, sommando l’estensione complessiva degli stessi. Una popolazione non beve l’acqua quando essa è inquinata, ma anche un’industria, un laboratorio avrebbe qualche piccolo problema in un caso del genere.
A distanza di dieci anni dal terremoto dell’Aquilano, è stata capita la lezione da parte degli abruzzesi? Penso di no, nemmeno in occasione dei terremoti più recenti sulla costa. Di quanto è cresciuto il numero delle costruzioni anti-sismiche?
Sono state segnalate delle frane in corso negli anni passati, ancora sulla costa, fino alla notizia nella cronaca locale. Le istituzioni non sono intervenute in tempo. La mia domanda è: chi è quel pazzo che investe in un territorio tanto disastrato?
Il 25 è stato presentato uno studio dell’Arta; non se n’è parlato nel web, ho letto giusto qualche riga il giorno seguente sfogliando Il Centro.
https://www.artaabruzzo.it/download/pubblicazioni/relaz_stato_ambiente_abruzzo_2018_abstract.pdf

venerdì 25 gennaio 2019

R19 (impro)

Lo scorso 23 gennaio – in piena campagna elettorale – si è conosciuto un elenco dei siti inquinati nella nostra regione. M’immaginavo, come altri ingenui, che i candidati ne approfittassero per i loro incontri e interviste per prenderla con gli avversari («quelli che hanno finora governato», «l’eredità di quelli che hanno governato prima di noi»). Non è andata così perché si tratta di elezioni in cui pesa ancora il clientelismo.
Ragionando con un po’ di freddezza: alla nostra classe politica non è mai interessata granché la questione – tranne che per sparuti e clamorosi casi. AbruzzoWeb non a caso titolava: Abruzzo regione verde? Contaminati 864 siti e non ci sono soldi per le bonifiche. (Io ho tradotto: nessuno, è mai andato a lamentarsi alla Regione o al governo centrale).
M’interessano relativamente tutti quei siti in quest’occasione, ma considero quelli sicuramente inquinati (159). Si tratta, solo quelli, di una cospicua fascia del nostro patrimonio inutilizzabile: non puoi giocarci a pallone e devi prestare attenzione all’acqua che esce dal tuo rubinetto. La stessa testata ha precisato: «I 159 siti “contaminati”, registrano superamenti accertati delle Concentrazioni soglia di rischio (Csr) o delle Concentrazioni soglia di contaminazione (Csc) per le acque». (Vi è anche dell’altro, ovviamente).
Trattandosi di annose vicende che però sfuggono al frame dominante da alcuni anni (élite vs. popolo), è perciò prevedibile che si prosegua, seguendo altre strade, a evitare tale argomento anche nell’immediato futuro.
Avezzano con i suoi dodici siti non è messa male, rispetto che so, a Bussi sul Tirino, ma neanche tanto bene. (Su Celano ho ripreso ampiamente da Site, in passato).

Quando si blatera di sviluppo in campagna elettorale, bisognerebbe anche conoscere le risorse che si hanno a disposizione.