Ho
seguito come molti da queste parti l’inchiesta sul fotovoltaico, apparsa su Site.it. È stato rilanciato
nell’Aquilano e sulla costa tale lavoro (News-Town,
soprattutto PrimaDaNoi): si trattava
di un fiume di denaro dopotutto.
Niente da recriminare con chi da noi ha glissato su tale gigantesca ricerca:
ognuno s’interessa, scrive, pubblica ciò che vuole. Sempre? È meglio non
esagerare.
Mi è capitato di leggere questo, stamattina:
Francesco
Proia, chiede: «Che fine ha fatto questo opificio e perché nessuno, al
contrario dello zuccherificio, lo ricorda?». (Per i più pigri: sta parlando
della distilleria dei Torlonia). Domanda: a chi si rivolge? Non ne ho idea. Un’altra
domanda: è sicuro che «nessuno» abbia mai citato – nemmeno per sbaglio – tali
stabilimenti? Ecco, faccio finta d’ignorarlo ma posso assicurare che almeno io
ne ho trattato più volte su questo blog – anche sulla carta stampata (Il Martello del Fucino). Le industrie
dei Torlonia mi servivano per dimostrare che dopo la Riforma agraria si era
tornati all’antica maniera nell’uso del Fucino e si è dovuto aspettare Mario
Aureli per avere una situazione (seppur limitata) nella Piana simile a quello
di fine Ottocento.
Nessun commento:
Posta un commento