venerdì 29 settembre 2017

on demand

Mi trovo alle prese con il post – in due parti, ma denso – sugli ipermercati come annunciato; scrivo giusto una cosa sul comunicato d’Augusto Di Bastiano apparso in un paio di testate on-line (MarsicaLive, IlFaro24), in cui chiedeva di «rimettere al suo posto la lapide di Don Orione» – si tratta in realtà di una tabella che indica il nome della via.
Anni fa, immagino agli esordi di Floris2 (2007-12) fu distrutta a martellate da qualche operaio del Comune la targa della Piazza. Vi era inciso PIAZZA DEL RISORGIMENTO. (Ignoro il motivo dell’operazione e a distanza di tempo, non m’interessa). I suoi resti rimasero accanto tra il muro della scuola media e l’edicola per almeno una settimana, fin quando decisi di riportarmi a casa il pezzo migliore, un’uggiosa domenica mattina. (Ne scrissi sul blog e sono certo di averlo pubblicato anche su carta in seguito, ma non riesco a trovarlo; non è la prima volta che cito quella circostanza).
La piazza principale d’Avezzano da allora non ha più un’insegna che ne indichi la sua denominazione. (Via don Orione sarà lunga sì e no 100 metri).

P.S.: a proposito dei due post precedenti, mi piacerebbe sapere dove la nostra Amministrazione comunale ha rintracciato sulle testate locali la volontà del gruppo Toto di avviare un nuovo progetto industriale da queste parti. (Mera curiosità, se potete aiutarmi voi smanettoni con internet…)

giovedì 28 settembre 2017

Palla di prova

La cosa più simpatica nella precedente vicenda è che una testata aquilana ne ha scritto circa il triplo di quanto invece ne è stato pubblicato, da una sola testata, nella zona maggiormente interessata all’impianto (Avezzano chiama le imprese: 3.500 euro di sgravi all’anno; “tentato” anche Toto, in «AbruzzoWeb» 26 settembre 2017).
Mi ha fatto molto piacere che un partito si sia schierato chiaramente e prontamente contro (M5s). (Sante parole quelle di Francesco Eligi: «I cementifici vengono a essere utilizzati o trasformati in veri e [propri] inceneritori. Ce ne sono […] che bruciano tonnellate di Css [combustibile solido secondario] in tutta Italia», da MarsicaLive). Tocca adesso alle associazioni ambientaliste dire la loro – ci si aspettava solo quelle, immagino.
Ogni quattro, cinque anni, si parla di nuova rivoluzione industriale e noi invece ci convertiamo al cemento. Roba da chiodi: sulla costa si costruisce da matti e vogliono far impiantare un cementificio in una zona interna che ha ormai imboccato la via del declino, mah. (È la stessa storia degli inceneritori: li impianti sulla costa perché è zeppa di persone e non all’interno, dove noi siamo quattro gatti e per di più sparpagliati. Ripeto: secondo me è solo una prova per saggiare il terreno.)

A proposito di M5s, dovrei scrivere qualcosa di lungo sulla questione degli ipermercati tirata fuori ieri dal consigliere di cui sopra di cui circola una magra cronaca e mi ci vorrà un po’ di tempo.

mercoledì 27 settembre 2017

Ballon d'essai

Sulla stampa e on-line (De Angelis invita il Gruppo Toto ad Avezzano per aprire un cementificio, sgravi per tre anni alle [nuove] imprese, in «MarsicaLive 26 settembre 2017) è uscito un comunicato in cui il nostro sindaco ha invitato Toto a un incontro ad Avezzano per la costruzione di un cementificio – si comincia con il cemento e volendo, si può proseguire con i rifiuti alla prima crisi. Un altro genere di produzione?

Non mi va bene, se è quello che si voleva conoscere – immagino che anche altri pensino allo stesso modo.

lunedì 25 settembre 2017

Fuori di brocca

(Preferisco mettere le mani avanti). Mi toccherà il consueto censimento degli alberi recisi e non ripiantati dal Comune, tra una decina di mesi. È facile pronosticare che mancheranno ancora delle piante ma il suo numero sarà probabilmente più basso del report pubblicato lo scorso 23 agosto. Ho la palla di vetro? No, ma girando qua e là per il Quadrilatero mi sono accorto che dopo il recente «restauro» dei marciapiedi sono state coperte alcune buche per piantare alberi. (Si è ripetuto questo nelle ultime settimane: «Non ho inserito nemmeno quello (storico) situato in piazza del Mercato e non malato; esso è stato tagliato e la sua piazzuola ricoperta d’asfalto pochi giorni dopo – durante la campagna elettorale per le recenti Amministrative». Il primo caso del genere si è registrato quest’anno lungo via Bagnoli all’altezza della Curia, per la precisione).

Mancanza di senso della storia recente, insensibilità alle questioni ambientali, ignoranza di come si regge il terreno o di come intervenire per mitigare i cambiamenti climatici in città? No, peggio.

domenica 24 settembre 2017

Cinecittà sotto casa

Giocherellando con il computer un conoscente ha letto a voce alta: «Sabato e domenica, nel sito archeologico di Alba Fucens, gli antichi legionari romani torneranno ad animare la città equo/romana», in F. Proia, Gli antichi legionari romani tornano a far rivivere Alba Fucens con il “Castra Militum”, in «MarsicaLive» 22 settembre 2017. (È mio il grassetto). «Sono impazziti tutti?», ci si è chiesto.
Il pezzo è stato riletto più volte fino a capire come sarebbero andate le cose nel week end. La chiave si trova qui, attenzione al grassetto: «L’evento è possibile poiché da giugno l’associazione Legio I Minervia Pia Fidelis [via Ardeatina 600, Roma] ha stabilito il proprio campo di addestramento presso il sito archeologico di Alba Fucens, grazie all’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero della diocesi di Avezzano, al contributo della fondazione Carispaq e alla gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, nella persona della Dott.sa Emanuela Ceccaroni». Sarà l’età o la pigrizia, ma mi è difficile comprendere che cosa se ne facciano queste persone di tale «addestramento» da legionari romani nella vita quotidiana nella Capitale.
Un occidentale direbbe che «nel» non ha lo stesso significato di «presso»; in breve: l’evento si terrà dentro o fuori l’area archeologica? Per averne un’idea più precisa dobbiamo però passare alla coppia «Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero» e «Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo»: una esclude l’altra. Resta la prima perché in una proprietà privata si può farci quasi di tutto, in qualsiasi momento comprese le Giornate Europee del Patrimonio (ieri e oggi) – di là dell’adiacenza con un’area archeologica.
Non sono perciò impazziti tutti come avevamo temuto in un primo momento: la nostra Soprintendenza non c’entra minimamente perché non poteva concedere niente – francamente non si capisce perché sia stata tirata in ballo in questa vicenda dall’articolista. La cosa più importante per me è risparmiarmi immagini o peggio, video di gente vestita di quella buffa guisa agitarsi oziosamente in mezzo alle rovine d’Alba Fucens.
(Domanda da 100mila dollari e forse più). L’espressione «equo/romana» è almeno ambigua; chi ha fondato Alba Fucens, gli Equi o i Romani?

(Quasi dimenticavo i miei complimenti vivissimi alla Fondazione Carispaq)