Recentemente
è spuntata nuovamente la questione pista ciclabile sì o no in un incontro in
cui il sindaco d’Avezzano, in realtà, ha comunicato alle associazioni dei
commercianti, i tempi e i modi per la ristrutturazione del tratto
di via C. Corradini rientrante nel progetto di restyling della piazza principale.
Gianni
Napoleone: «l’isola pedonale e la pista ciclabile hanno già fatto crollare
drasticamente gli incassi delle attività commerciali», in m.s., De Angelis: in centro lavori per 45 giorni e
parcheggi in arrivo, in «Il Centro» 15 marzo 2019. (C’entra perciò anche quei
cinquanta metri di strada, chiuso al traffico motorizzato).
Provo a
inquadrare la questione da un altro punto di vista. Il commercio nel
Quadrilatero – in una sua piccola parte, per essere preciso – è reso possibile
dall’uso dell’automobile, nell’ultimo
mezzo secolo: la città è abbastanza estesa. Lo shopping center funziona industrialmente allo stesso modo, ha in
più una maniera diversa di vendere
le merci; esso ha vinto rispetto al
tradizionale per i prezzi più bassi, l’orario continuato, la mezza apertura nei
giorni festivi e altro. (Molti in città pensano di poter «riequilibrare» il
commercio al dettaglio rispetto alla Gdo con un maggior numero di parcheggi nel
Quadrilatero mentre, a Roma, il governo centrale propone la chiusura nei giorni
festivi: sono tentativi entrambi velleitari). Si è trattato di un conflitto
durato pochi anni e concluso con l’arrivo, nelle nostre parti, di Ipercoop nel
2008. È perciò ridicolo voler sfidare ancora la grande distribuzione
organizzata utilizzando l’automobile: un ipermercato ha senz’altro meno
problemi di limiti fisici rispetto
alla città storica quanto a parcheggi. È comodo prenderla con il capro
espiatorio di turno – le piste ciclabili negli ultimi mesi – e nemmeno
pronunciare il nome di questioni più difficili da risolvere come la lenta
crescita dell’e-commerce nei
confronti del negozio tradizionale (brick
& mortar) e la contrazione della popolazione marsicana, destinata a proseguire
nei prossimi decenni.
Il sindaco
è stato chiaro in quell’occasione: «nulla è stato fatto per andare contro al
lavoro dei commercianti», in G. Antenucci, Lavori
sul tratto di pedonalizzazione di via Corradini, De Angelis incontra i
commercianti del centro, in «MarsicaLive» 14 marzo 2019. È questa la
questione cruciale, secondo me. Un conto è il lavoro, un altro ciò che non lo è: la rendita immobiliare, a parlar chiaro.
Bisogna
riconoscere che le più che generose iniezioni di denaro pubblico nell’ultimo
quarto di secolo dovute a Eventi Estate, feste natalizie, Notte bianca, fiere,
vari arredi urbani e restyling, non
hanno finora risparmiato – prevedibilmente – la chiusura o lo spostamento
altrove di un esercizio. Si è trattato di una linea fallimentare, quella
ispirata dalle associazioni di categoria e portata avanti da varie Amministrazioni
comunali che però ha condotto alla crescita
o allo stallo dei valori immobiliari
(prezzo al metro quadrato, affitti), alla presenza di una diminuzione della domanda. (È bene ripetere: in un pezzetto
d’Avezzano). L’aggettivo fallimentare è perciò esatto solo ponendosi dalla
parte di chi paga l’affitto in centro o del cittadino che vuol mantenere aperti
quanti più esercizi possibili in quella zona. È diverso il caso di chi ha acquistato
o vuole investire in immobili nel Quadrilatero. (Altro che «centro della città
devastato dalla pista ciclabile», a detta di Mario Casale il 3 febbraio 2019).