lunedì 27 febbraio 2017

Vuoto e pieno

È una città che non cessa di stupire, Avezzano; essa è un pozzo di san Patrizio per le mie pubblicazioni. Riprendo dai post precedenti – il primo della serie era intitolato Questione di casting –, nel senso: incontri del sindaco con varie associazioni a ridosso delle Amministrative di maggio; parlo dei commercianti stavolta. (È meglio precisare subito: un conto è un’associazione dei commercianti e ben altro chi svolge davvero quel lavoro).
Dopo la crisi finanziaria (fine 2008), le associazioni di categoria hanno chiesto una mano al sindaco e lui ha promesso che sotto il suo mandato non ci sarebbe mai stata l’isola pedonale. (Sorge spontanea la domanda: chi l’aveva reclamata?). Le stesse associazioni si sono lamentate per i mancati incassi durante l’anno e il primo cittadino ha rimediato con le bancarelle natalizie in piazza A. Torlonia. È stata poi la volta delle tasse troppo alte, e così le stesse bancarelle sono state spostate nel catino di piazza Risorgimento. (Più di uno si è lamentato perché queste facevano concorrenza sleale nei confronti degli «onesti commercianti» che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo). Gli affitti sono alti e il sindaco dichiara di voler ricavare una sorta di «salotto» al centro; si comincia perciò con la (mezza) Notte bianca e i circenses. (In tal caso si adirarono i proprietari dei bar perché i villici che raggiungevano la capitale della Marsica erano poco propensi a spendere). Gli affitti crescono ancora ed è chiesto al sindaco di mediare con i proprietari degli immobili e l’Amministrazione non fa pagare i parcheggi nelle strisce blu nel periodo natalizio. (È come se i sorci ricorressero a un calamaro o a un cervo per evitare d’essere catturati dai gatti). Questa è una breve rappresentazione degli ultimi anni, con qualche imprecisione, tra il serio e il faceto ma la sostanza non cambia.
Tra qualche ora s’incontreranno le associazioni di categoria con l’assessora al Commercio: in qual modo s’impegnerà la seconda, a nemmeno tre mesi dalle Amministrative? Segnalo però un paio di novità degli ultimi giorni. La prima è una scoperta di Confesercenti: i suoi iscritti non hanno diritto alla cassa integrazione o a tutele analoghe. (L’associazione racconta queste cose a una città di 42mila anime, tra l’altro). La seconda è più interessante, secondo me: il primo cittadino sorprende tutti l’altro ieri, mostrando i dati che indicano una ripresa registrata nel comparto commerciale avezzanese sotto il suo mandato e addossando buona parte di responsabilità per quanto riguarda l’aumento degli affitti ai proprietari d’immobili. D’altra parte… («Vedendo dove il nemico è pieno e dove è vuoto, non occorre prendersi il fastidio di elaborare piani complicati: è sufficiente mantenersi concentrati», Zhang Yu).

«Le saracinesche abbassate…», «Le saracinesche abbassate…», «Le saracinesche abbassate…», è stato ripetuto (a pappagallo) per anni. Che cosa inventeranno adesso i suoi concorrenti alle prossime Amministrative, soprattutto quelli che hanno già incorporato tale abusato mantra nelle prime dichiarazioni programmatiche?

giovedì 23 febbraio 2017

Questione di pudore

Nel post precedente, tra l’altro, ho tratteggiato il mio modo di pensare: «Il nostro ambientalismo proviene dagli Stati Uniti, dal Nord-Europa ed è impregnato di pragmatismo». M’interessa perciò che cosa ha prodotto la visita di Luciano Di Tizio ad Avezzano mentre quello che c’è dietro o ai lati non mi entusiasma nemmeno un po’. È uscito in proposito su un paio di testate locali un illuminante comunicato (bis: il primo risale a dieci giorni prima – 13 febbraio) del WWF Abruzzo Montano su quella giornata – si capisce meglio quello su TerreMarsicane. (Esso muove in realtà, da «polemiche sui social network», che io non conosco). Che cosa ha prodotto tal incontro, appunto? Solo intenzioni derivanti da idee strampalate, campate in aria. (C’entra come i cavoli a merenda secondo me, Di Tizio che conosciamo e stimiamo in tanti, in tale vicenda).
L’Amministrazione comunale a meno di tre mesi dalle elezioni promette che: «via Napoli diventerà un corridoio verde che unirà Villa Torlonia al Parco del Salviano». La mia domanda è: come fa un’Amministrazione a ricavare un corridoio verde da quelle parti, lungo due arterie così trafficate? (C’è anche via Roma da quelle parti). Chiude al traffico motorizzato via Napoli e la riempie di terra, butta giù le case lungo quella strada, una pista ciclabile – considerato l’utilizzo di tale recente locuzione –, altro?
«Ripiantare gli alberi rimossi dalle aiuole del centro cittadino». Io me lo auguro ma è anche vero che negli ultimi anni il Comune ha chiuso almeno un occhio su chi ha prima danneggiato una pianta e una volta che lo stesso ente pubblico l’ha recisa, ha ricoperto con asfalto o cemento, l’aiuola. (È utile che il WWF Abruzzo Montano sappia che il taglio delle piante non è generalmente legato al rifacimento dei marciapiedi, ad Avezzano; gli alberi interni al Quadrilatero, tra l’altro, non sono solo materia per ambientalisti, anzi).
Questa invece – ignoro chi l’abbia pensata dentro o fuori l’amministrazione Di Pangrazio – è da Pritzker o da Nobel per la Fisica: «Aumentare le aree destinate a verde pubblico, attraverso la messa a dimora di arbusti ed alberi autoctoni». Ho scoperto all’improvviso che in gioventù ho sprecato i miei migliori anni con i numerosi corsi a indirizzo urbanistico che ho frequentato: sono invece sufficienti i florovivaisti, ad Avezzano. Tu metti a dimora un tiglio e zac! Cambia automaticamente la zonizzazione nella pianta del Prg digitalizzato. (L’impiego degli arbusti – anziché gli alberi – in città ha dato dei risultati poco incoraggianti, a mio avviso ovviamente; basta però andare in giro e controllare – oggi, domani, dopodomani, con calma). E poi, noi passatisti rimasti all’impenetrabilità dei corpi solidi!

G. W. Delle Coste ricorda del WWF: «tra i propri doveri c’è quello di criticare, dialogare e pungolare le amministrazioni comunali […] Ed è proprio quello che è avvenuto – come in altre occasioni in tempi non sospetti – lunedì 13 febbraio». Già, è proprio un tempo sospetto tre mesi prima delle Amministrative come io ritengo, anche se – confermo – non m’interessano le cosiddette dietrologie. (Avrebbero giovato due passi in giro per Avezzano – ho notato che se ne ha un’idea piuttosto vaga in quell’associazione – prima di convenire con il sindaco).

venerdì 17 febbraio 2017

Questione di feeling

Vi era un brano illuminante per più di uno nel post precedente. È un caso di separazione in cui però si coabita; da una parte il sindaco d’Avezzano, dall’altra gli ambientalisti. Ne scrivo un altro, anche se è una frase che qualcuno ha pronunciato di recente: «C’erano pochi punti di contatto tra noi e Aureliano» – come modo di pensare, s’intende. Noi eravamo – di nuovo – gli ambientalisti, mentre Aureliano Giffi era un assessore all’Ambiente (il sindaco si chiamava Antonio Floris). Per costatare che si andava poco d’accordo con quell’assessore, ci sarà pur stato molto bisogno di parlarsi e confrontarsi. Esisteva un canale, un filtro tra noi e l’Amministrazione comunale attraverso Giffi; le decisioni del Comune potevano garbarci o no – a differenza di loro, noi non eravamo eletti da nessuno –, ma in ogni modo il nostro pensiero era conosciuto dentro il Palazzo di città. L’indifferenza reciproca degli ultimi anni inizia secondo me dalla maniera d’impostare i rapporti tra l’istituzione e i frammenti della società.
La cosa che mi ha maggiormente colpito è in realtà scoprire che la voglia di secessione, starsene in silenzio, nascondersi, fare qualcosa d’altro, sia comune e contemporanea a un paio di generazioni di ambientalisti. Io, me la spiego così: un rapporto top-down funziona bene in fabbrica, in ufficio, in un’istituzione religiosa, in modo migliore nell’esercito; bisogna invece regolarsi diversamente, altrove.
(Un esempio). Ricordo bene l’organizzazione della Giornata nazionale della bicicletta ad Avezzano – un paio di edizioni. Aureliano Giffi convocava tutte le associazioni ambientaliste e qualcuna di cicloamatori; ci s’incontrava un paio di volte a settimana per almeno un mese e perciò ognuna era nella condizione di prepararsi adeguatamente – materiali, manifestazioni, giochi, concerti, ecc. (Ci voleva la pazienza di un santo per accordare tante esigenze, spero che lui conservi buoni ricordi del sottoscritto). Le associazioni ambientaliste erano le protagoniste della giornata – seconda domenica di maggio –, in modo particolare il Comitato mobilità sostenibile marsicana. È bene ricordare che in quella data l’Amministrazione comunale chiudeva al traffico motorizzato una buona parte del Quadrilatero, dalla mattina al tramonto. Il Comune tirava fuori dei quattrini per una tale manifestazione e Antonio Floris dava giusto una fugace occhiata.
Ho invece ignorato la stessa manifestazione l’anno scorso, ma ne conservo la cronaca che ne è stata fornita. Ad Avezzano la Giornata nazionale della bicicletta è stata organizzata da un’associazione sportiva (Pedalando); la stessa testata informava che: «non sono presenti i tanti movimenti e associazioni della città che lavorano sulla mobilità sostenibile», Avezzano, un flop la pedalata in città, in «IlCentro» 8 maggio 2016. «A diffondere [alla] stampa il programma della mattinata era stato […] il presidente del Centro giuridico dei consumatori», cit., in «IlCentro» 8 maggio 2016 – è mio il grassetto. È stata una semplice pedalata per la città durata nemmeno un’ora: ha riportato del successo? «Al ritrovo c’erano solo una ventina di ciclisti», cit., in «IlCentro» 8 maggio 2016. (Il quotidiano adriatico segnalava anche l’assenza dell’assessore all’Ambiente).

(Come altro ci si arriva). Avremo qualche difettuccio pure noi… Il nostro ambientalismo proviene dagli Stati Uniti, dal Nord-Europa ed è impregnato di pragmatismo. A suo tempo ho dichiarato di apprezzare i nuovi marciapiedi lungo (mezza) via delle Industrie, il rifacimento della pavimentazione intorno alla Santissima Trinità; non m’interessava e perciò non ho controllato se Di Pangrazio l’avesse promesso o no durante la sua campagna elettorale, se avesse almeno accennato alla periferia nel programma di governo. Ebbene, al centro si sovrappongono da anni e per una serie di decisioni, prese a Palazzo di città e nei suoi uffici, diversi tracciati d’isola pedonale (Prg, delibera di Giunta, proposta della Polizia locale, progetto vincitore del restyling in piazza Risorgimento); la situazione è rimasta immutata negli ultimi cinque anni. La mia domanda a questo punto è: a chi di noi ambientalisti, salterà mai in mente di attaccare, collaborare, discutere, consigliare un sindaco a sovranità limitata?

mercoledì 15 febbraio 2017

Questione di casting

Mi è capitato un pezzo su una capatina di Di Tizio ad Avezzano; una visita incentrata sulla gestione del verde – come riportato da TerreMarsicane del 13 febbraio. («Il delegato regionale del Wwf, Luciano Di Tizio, in visita istituzionale ad Avezzano per la cura del Verde pubblico». Visita istituzionale = fanfara, majorette?). Niente da ridire sul personaggio; è stata una buona scelta trattandosi di uno stimato ambientalista di lungo corso. Ho poi saputo di qualche malumore nel mio ambiente e di cui ignoro i contenuti – su Facebook, immagino. Scrivo perciò la mia secondo il mio modo d’interpretare prendendo come riferimento l’articolo di Magda Tirabassi.
Io mi chiedo: bisognava proprio giungere nei pressi della costa adriatica per chiedere una sorta di consulenza, un simile consiglio? Domando ancora: non andavano bene le persone che in città, si sono occupate per decenni di tale questione? I botanici, gli agronomi, i post-Cfs – santa Forestale martire! – che vivono da queste parti e che conoscono, hanno scritto qualcosa sull’argomento? Due, tre iscritti al WWF Abruzzo Montano? (La stessa associazione di Di Tizio con cui l’Amministrazione potrebbe instaurare un rapporto certamente più assiduo e con cui ha aperto a suo dire – a tre mesi dalle Amministrative – «un’ampia collaborazione»). Tralascio la tipologia di laureato competente in ogni modo ad affrontare simili argomenti. Vi è anche un ufficio denominato Servizio Verde Pubblico in quelle parti. (Dalle parti del municipio s’intende). Sto parlando di un insieme di persone valutabile con una cifra a due zeri e a km0, come si dice oggi.
Di Pangrazio avrà certo avuto bisogno di qualcosa in più, secondo me: serviva il personaggio? Non era forse più adatto – in tal caso – Augusto De Sanctis, più giovane e dinamico, che conosce meglio la situazione locale per metterci i piedi almeno una volta l’anno e con maggiori possibilità di avere informazioni di prima mano dagli avezzanesi che frequenta; soprattutto è costantemente presente nei mass media e appare di quando in quando nei tg nazionali Rai? (L’ultima volta che ha raggiunto il centro d’Avezzano, avrà certo notato numerosi alberi recisi lungo via M. Kolbe e via A. Tirabassi; non so se ha fatto salti di gioia).
E poi un’altra stranezza: fai venire uno con l’esperienza di Di Tizio e poi lo conduci lungo via Napoli? Alla fine si è trattato di mostrargli una trentina di alberi da eliminare. («Vanno messi in sicurezza i marciapiedi» ad Avezzano, vuol dire che bisogna tagliare alberi più che riparare le numerose buche). Lui avrà certo risposto che bisogna piantare nuove essenze autoctone con una diversa tipologia di radice – che vanno in giù anziché spandersi in altre direzioni, per semplificare. Era necessario far spostare una persona da Chieti per sentirsi dire una cosa del genere? Non basta internet e due chiacchiere con una delle centinaia di persone cui ho accennato in precedenza presenti nella zona? Di peggio: giungono ad Avezzano i milioni del Masterplan riguardanti il palazzo e quindi il giardino dei Torlonia; il sindaco si trova di fronte un simile personaggio e non gli chiede come regolarsi con tanta varietà di vegetazione e di uccelli in quel luogo. (Dulcis in fundo). Il primo cittadino in scadenza – a tre mesi dalle elezioni –, ha affermato: «la collaborazione con il Wwf è importante per capire come curare al meglio le piante che ci sono già e per programmare l’arrivo di altre». A me sembra che ci sia dello sprezzo del ridicolo.
(Una parentesi). Io ho commentato in precedenza un inopportuno comunicato del WWF Abruzzo Montano; in esso, si ringraziava Crescenzo Presutti dopo la sua uscita dalla giunta Di Pangrazio. (Cfr.: M. Santellocco, WWF Abruzzo Montano “Grazie al consigliere Crescenzo Presutti. Il settore Ambiente precario”, in «TerreMarsicane» 7 gennaio 2016). Avevo scritto, un paio di giorni dopo: «Il rischio è che tale comunicato sia strumentalizzato, rinfacciato al nostro WWF alla prima occasione […] utile da parte di qualsiasi personaggio locale della politica». È invece toccato proprio a me tirarlo fuori, ma è anche vero che esso conteneva questo brano: «dopo le sue continue e palesi manifestazioni di contrarietà nei confronti della squadra di cui faceva parte». Adesso invece l’associazione – immagino locale: è qui il rischio di equivocare –, pensa di trovarsi meglio ancora con lo stesso sindaco, a distanza di tredici mesi da quell’avvenimento?
La mia ipotesi è che ci si trovi a leggere un copione non dissimile da quello del restyling di piazza Risorgimento; esso ha coinvolto intelligenze locali e nazionali ma poi è stato condotto dalla stessa Amministrazione comunale nelle secche di una consultazione popolare. Nella vicenda secondo me, c’entra soprattutto l’indifferenza – per fortuna reciproca – tra il sindaco e il mondo ambientalista avezzanese negli ultimi (quasi) cinque anni. In fondo: chi ha trattato in qualche modo la vicenda su Facebook o privatamente con una mailing list, avrebbe accettato l’invito a farsi due chiacchiere o di più sulle questioni ambientali con il nostro primo cittadino, per di più a tre mesi dalle elezioni? Io penso di no. Non m’illudo per niente in ogni modo, dopo una visita durata poche ore di un dirigente regionale del WWF proveniente dalla costa.

(Repetita iuvant). L’anno scorso ho pubblicato questo elenco delle piante recise dal Comune nel Quadrilatero – generalmente malate –, ma non piantate di nuovo, il 1° settembre «Amendola (via G.): 3, Battisti (via C.): 10, Cataldi (via S.): 1, Corradini (via C.): 10, Cadorna (via L.): 3, Crispi (via F.): 1, Croce (via B.): 4, Diaz (via A.): 1, Garibaldi (via G.): 12, Gramsci (via A.): 2, Libertà (corso della): 1, Lolli (via E.): 1, Marruvio (via): 26, Mazzini (viale G.): 6, Monte Grappa (via): 2, Monte Zebio (via): 3, Orione (via don L.): 1, Pagani (via G.): 7, Repubblica (piazza della): 2, Rosselli (via fratelli): 4, Sangro (via): 11, Sauro (via N.): 16, Torlonia (via A.M.): 2, Trento (via): 5, Trieste (via): 2, Valerii (via mons. D.): 5, Vittorio Veneto (via): 6». Il totale è 147 mentre la somma del mio precedente «censimento» – con la stessa Amministrazione comunale – ammontava a 123; la situazione è peggiorata nello stesso mese con l’abbattimento di un’altra decina d’alberi. Dieci giorni dopo ho compiuto un’operazione simile per piazza A. Torlonia: mancavano dodici alberi e anche in questo caso ho registrato altri cinque-sei alberi recisi nel mese successivo.

martedì 14 febbraio 2017

I cippi dei Torlonia

Non perdo occasione per rimproverare i compaesani – all’opposizione in consiglio comunale ed extra-comunale in particolare – per il silenzio sull’operazione «immobiliare» che ha coinvolto il complesso della scuola Collodi in via G. Garibaldi. Andando come previsto dall’Amministrazione comunale, perderemmo anche un’area pubblica, dove impiantare i servizi di cui quella zona ha bisogno. Avevo invece definito caccia grossa al comunista (Umberto Aimola) l’aspra polemica avviata negli stessi giorni da un pezzo del centrodestra (Lorenzo De Cesare, ma soprattutto Felicia Mazzocchi) sul nuovo utilizzo dell’Hotel dei Marsi, la scorsa estate. Fu avviata anche un’indagine tecnico-conoscitiva dalla Procura sulla vicenda, potendo interessare.
Come stanno le cose, adesso?
L’edificio della Collodi sembra sulla stessa strada fatta imboccare alla Casa di riposo San Giuseppe (via L. Vidimari) negli anni Settanta del secolo scorso – non è poi così male perché si tratta d’immobili che restano pubblici. (Andrebbe meglio recintata, per com’è malridotta). Ignoro invece – non m’interessa più di tanto, né devo immischiarmi –, come procedano le cose nella nuova residenza per anziani situata nel Nucleo industriale d’Avezzano. MarsicaLive pubblicava ieri questo titolo: La residenza dei Marsi dedica la sala convegni al Beato Alvaro del Portillo dell’Opus Dei. (Álvaro del Portillo y Diez de Sollano è succeduto a Josemaría Escrivá de Balaguer – scusate se è poco).