venerdì 28 ottobre 2016

Burro o cannoni?

Mi è capitato di scrivere, tornando sul cambio di destinazione d’uso di quell’area: «la Collodi era l’unico servizio presente in quella zona», 19 settembre 2016. Una volta ultimata la demolizione di una casetta vecchia asismica, così si esprimeva Cmsm: «nel quadrante sud est di Avezzano manca di aree verdi, ricreative e di svago per i giovani e per le famiglie», 24 ottobre 2016. Nell’area manca: «un’area verde del quartiere […] un’area dei giovani […] un’area per gli anziani e le famiglie».
Un paio di giorni dopo, il sindaco in un incontro pubblico ha parlato di: «un’area che troverà la sua destinazione solo grazie all’accordo di chi la vive ogni giorno e ne conosce le reali necessità». I residenti in realtà avevano già le idee molto chiare; loro proponevano di: «salvaguardare l’area liberata dalle baracche, destinandola ad un parcheggio», 26 ottobre 2016.

La democrazia è perciò salva e il senso del ridicolo scoppia di salute.

martedì 25 ottobre 2016

Il cieco e il sordo

Non si registrano cambiamenti dall’ultimo post sulla ferrovia dell’ex zuccherificio. Rivalutazione Trara ha oggi spiegato il senso del suo intervento sul Centro (cartaceo). È una questione d’igiene e di sicurezza – secondo copione: si provvederà ben presto a bonificare l’area e poi a venderla ai privati disposti ad acquistare. Non è stata recintata l’intera proprietà della società – come ho raccontato –, ma solo la parte prossima al Quadrilatero: mera casualità? Penso di no e lo dico da frequentatore della parte «sud», più che della «nord»: si trovano buste con i rifiuti, bottiglie e molto altro anche nella zona più prossima al Nucleo industriale, trattandosi di un’infrastruttura abbandonata. (Di là della sicurezza: chi bazzica quel posto conosce bene che cosa può incontrare).
La stessa società si rifiuta di capire – ne ignoro il motivo – che quel tronco di ferrovia che le appartiene, è uno dei cinque-sei pezzi di storia che restano agli avezzanesi: si può fare di tutto nel resto della città. È in piccolo, una ripetizione del caso «gualchiera» a Celano. Bisognerà fargli capire in qualche modo che quella striscia di terra è importante per qualcuno. (Di là del fatto che la proprietà privata in Italia non è sacra né inviolabile).

Il caso è scoppiato nella scorsa primavera ma è stato congelato. Che fine ha fatto, in tutto questo tempo il sindaco, i consiglieri comunali, gli assessori, i sedicenti storici locali, i difensori di casette diroccate, quelli che si lamentano per le cacche dei cani sui marciapiedi e gli adesivi sul busto di Camillo Corradini?

sabato 22 ottobre 2016

Passeggiate mattutine

È stata chiusa la vicenda delle casette asismiche, ora l’Amministrazione comunale non sa che farsene di un’area pubblica di «oltre 560 mq» e chiede consiglio ai residenti. Non ho idea di come andrà a finire, se qualcuno si esprimerà trattandosi degli ultimi mesi di mandato.
Mesi addietro invece, sapeva benissimo – senza il concorso dei cittadini – come utilizzare un’area estesa quasi il quadruplo della precedente:
Anche questo:
Il sindaco non è stato fortunato – un po’ è colpa sua – nella famosa consultazione on-line circa la ristrutturazione del centro:
Intanto. Intanto sono state apposte delle catene e dei cartelli di divieto d’accesso lungo la parte del tracciato dell’ex ferrovia (zuccherificio) compreso tra la stazione ferroviaria e via XX settembre. Non ci ho visto nessuno da quelle parti, stamattina. Non ha mosso un dito, la stessa Amministrazione; non ha fiatato su una delle scarse testimonianze dell’Avezzano pre-terremoto.

Oggi pomeriggio vado a farmi una bella passeggiata in quelle parti. È vero, da una parte del cartello c’è scritto PROPRIETA’ PRIVATA, ‘But in the back side it didn’t say nothing’ – per dirla con Woody Guthrie.

lunedì 17 ottobre 2016

A Game of Cards

Batto il ferro finché è caldo. Prosegue la campagna elettorale in quel di Avezzano e di quando in quando c’è chi porta sotto i riflettori dei temi importantissimi. Le… buche nelle strade, per esempio e il Comune risponde con un appalto da 300mila euro. (Tiè). È stato annunciato il trasferimento dell’Urp in via Treves; è proseguito il battibecco legato alla (strana) nuova destinazione dell’Hotel dei Marsi, ma non una parola per la casa di riposo San Giuseppe – quella originaria lungo via L. Vidimari, abbandonata ormai da decenni. Il ritardo nell’abbattimento delle casette «rese inutilizzabili» in via G. Garibaldi – bastava buttarle giù in favore di telecamera ma quando era possibile –, ma non una parola ovviamente, su quel che può succedere dopo: sarà parcheggio secondo una vecchia idea, parco giochi, spazio per anziani? (Di là del fatto che sono state messe fuori uso per evitare occupazioni abusive).
Qual è stata a tante bordate la risposta di Palazzo di città?
Si è buttato sulla cultura perché è un tema generalmente evitato da moltissimi, perché una stanza, quattro soldi per i manifesti, un locale, un palco gratis fa comodo a tanti. Qualcuno scrive: «È la percezione stessa della città e della sua conformazione culturale [sic] che nel giro di pochi anni è mutata profondamente: Avezzano vive una profonda trasformazione che la riposiziona e riqualifica quale centro ad alta densità culturale [sic]», in Avezzano polo culturale e attrattivo. Di Pangrazio: Ci sia l’impegno di tutti per mettere in luce le tante bellezze della città” in «TerreMarsicane» 14 ottobre 2016. (Di là del fatto che non se n’era accorto nessuno).
La questione a mio avviso non è tanto il numero di abbonati alla stagione teatrale, musicale, i frequentatori della mostra a Palazzo Torlonia (As-Tratto) – un’esposizione «di grande rilievo» a detta di qualcuno: il pezzo non è firmato –, quanto il numero dei copioni, degli spartiti, dei dipinti, dei bozzetti prodotti da queste parti – di là della loro qualità. (Non fa crescere il nostro Pil, i cartoni di chips consumati in una giornata nel locale X, ma dieci, venti, trenta sacchi di patate vendute in loco o fuori, questo sì). È da aggiungere che tale politica legata al consumo più che alla produzione, lascia poco o niente alla città e si esprime generalmente in circenses. Glisso sulla considerazione del sindaco che la vita culturale avezzanese sia un punto di riferimento addirittura «nella nostra regione, [e] anche sul piano nazionale».
Devo in realtà registrare un passo in avanti nella programmazione teatrale rispetto alle passate stagioni Atam (Associazione teatrale abruzzese e molisana), anche se si resta nel mainstream. Le recenti critiche alla nuova programmazione Tsa (Teatro Stabile d’Abruzzo) nelle principali città della regione – ma non da noi –, mi hanno fatto anche capire che sbagliavo nel considerare il pubblico teatrale locale come qualcosa di consolidato e anche maturo.

È ridicolo l’atteggiamento del sindaco nei confronti delle due mostre tanto decantate: se sono importanti, le allestisci in spazi adeguati. (Non è intervenuta nemmeno in questo caso la solerte, foltissima e crescente opposizione).