mercoledì 27 febbraio 2019

Una ripresina

Riprendo la mia obiezione riferita al numero (inferiore) degli attori nella vicenda della vecchia costruzione abbattuta: è bene considerarli tutti, assegnando loro casomai le rispettive percentuali di responsabilità. La questione non riguarda, appunto, solo il COMUNE e la SOPRINTENDENZA.
Mi spiego meglio. Siamo tutti felici e contenti se proteggono, buttano quattrini, conservano, collegano, «valorizzano» una torre con un migliaio d’anni alle spalle o un giardino storico. Succede lo stesso per un edificio pubblico dell’Ottocento o del secolo scorso. Come reagisce invece un privato la cui proprietà è appena stata sottoposta a un qualsiasi genere di vincolo? Le reazioni sono di diverso tipo e spaziano dall’appuntarsi quella misura come una medaglia al considerare la stessa una iattura. Né il Comune (Avezzano), né la Soprintendenza (Abruzzo) ha apposto dei vincoli nel nostro caso. (Si può sbagliare in tanti e avviene di quando in quando).
Torno al privato cittadino – la storia non finisce con un pezzo di carta. Che cosa succede negli anni successivi all’apposizione di un vincolo? È semplice. Chi l’ha apprezzato cercherà in tutti i modi di mantenere il suo bene mentre chi non l’ha per niente digerito, lo manderà in rovina infischiandosene del suo presunto valore storico e artistico: è suo dopotutto.

Il paesaggio costruito in cui ci muoviamo mostra bene tutto ciò. È facile, da alcuni secoli, conservare un bene collettivo mentre non c’è scampo per quello privato – salvo eccezioni s’intende.

martedì 26 febbraio 2019

Radio Bar(i) 16

(Dalle onde elettromagnetiche al bancone). La demolizione della vecchia casa dei Rubeo è iniziata la mattina dello scorso 20 febbraio. Ieri mi è stato consigliato questo pezzo sull’argomento: G.M. De Pratti, Avezzano. Il liberty che scompare nella «città bella», in «Marsica-Web» 25 febbraio 2019. Chiacchierando, mi sono accorto che quella pubblicazione era diventata un esempio di civismo.
«È il solito pezzo contro Gabriele De Angelis» è stato il mio primo commento a caldo. Nel senso: la persona, non il sindaco d’Avezzano. («Sinceramente, non sappiamo se sia così che la “Città si faccia bella”»; è stato uno slogan della campagna elettorale dell’attuale sindaco «Città bella» ed è stato più volte ripreso in questi due anni di vita amministrativa). Ne scrivo a mente fredda, adesso.
La sua cornice interpretativa – per quanto si è divagato –, è costituita dalla contrapposizione tra un indistinto popolo e una qualsiasi entità dotata di uno straccio di potere. È efficace tale frame in caso di beni pubblici mentre non succede altrettanto quando si passa a situazioni private. Ho scritto ieri: «C’entrano in modo marginale nella vicenda sia il Comune sia la Soprintendenza». Tutto ciò adombra che, in tale vicenda, il numero degli attori è più alto.
Il fabbricato in questione è stato abbandonato dal proprietario da molti anni e in più occasioni cintato di nastro bianco e rosso per segnalare la caduta di calcinacci. (C’entra anche Di Pangrazio? E Floris?). Non sono noti i motivi della scelta di mandarlo in malora, né devono interessarci in una società come la nostra. Il Comune e la Soprintendenza potevano metterci una pezza fino a un certo punto: nessuno m’impedisce di acquistare, quindi, possedere un Picasso e poi pisciarci sopra o darlo alle fiamme. Io tiro in ballo anche la coscienza, la sensibilità collettiva che spinge verso alcuni atteggiamenti anziché altri ma anche in questo caso, esse possono poco. (Sono ragionamenti tabù questi, per un populista). Ne vedremo ancora perciò di altri «interventi che lasciano, quantomeno, perplessi». I distratti ovviamente.

È un testo molto citato dagli italiani ma per niente compreso Le città invisibili di Italo Calvino.

lunedì 25 febbraio 2019

Radio Chat 3

(Non mi va molto di scrivere in questo periodo). Ho passato un paio di giorni a spiare la demolizione di una vecchia costruzione all’angolo tra via Fratelli Rosselli e via F. Crispi. (Ci sono stato dentro un paio di volte, in gioventù).
È spuntata la questione: andava salvata? Andava salvato qualcosa di essa?
È difficile spiegare la questione a gente non del posto. Si trattava della classica costruzione austera di un tempo, con i suoi particolari stucchi. Non si lavora più in quella maniera curata da decenni e perciò, si ha il giusto presentimento che la città sarà più povera senza quella casa. C’entrano in modo marginale nella vicenda sia il Comune sia la Soprintendenza. Spero che la nuova costruzione non faccia rimpiangere eccessivamente la vecchia.

Dobbiamo abituarci, nei prossimi anni, a simili abbattimenti nel Quadrilatero.

giovedì 14 febbraio 2019

Radio Bar(i) 15 bis

(Prendo adesso un altro titolo). E.F., Regione Abruzzo, il Consiglio torna a parlare aquilano, in «IlCapoluogo» 11 febbraio 2019.
L’Aquila è per un terzo (in teoria) più popolosa d’Avezzano; ebbene, la prima ha riportato quattro eletti a differenza della seconda che ne ha conquistato solo uno e a caro prezzo. C’è qualcosa, di grosso, che non va – ad Avezzano, ovviamente e da decenni. (Tra i sedicenti «discendenti dei valorosi Marsi»). A proposito: sono andate diversamente le cose per Avezzano, la Marsica quando abbiamo (please, avete) eletto qualcuno del posto?
Riporto adesso una dichiarazione del nostro sindaco. «ritengo improcrastinabile un confronto interno a FI per assicurare un’adeguata rappresentanza politica a un territorio che ha confermato ancora una volta di essere determinate per l’affermazione del centrodestra», in G. Antenucci, Regionali, De Angelis: contento per Marsilio, con lui una Regione amica e attenta alle aree interne, in «MarsicaLive» 11 febbraio 2019. (Pubblicai a suo tempo, che era una mossa saggia quella d’iscriversi a un qualsiasi partito nazionale).
Immagino che qualcuno avrà ascoltato o letto le dichiarazioni di più di un eletto, votato con entusiasmo anche ad Avezzano; ecco, s’interesserà del suo comprensorio, della città di origine – com’è usuale.
Questa invece l’abbiamo ascoltata o letta tutti. Marco Marsilio: «La ricostruzione sarà la nostra priorità assoluta», in «Repubblica» 11 febbraio 2019. La ricostruzione in oggetto è quella seguita al terremoto nell’Aquilano (2009). (Giova poco sapere che il neo-governatore e il sindaco di L’Aquila appartengono allo stesso partito). Non solo. Lilli Mandara in un pezzo del 13 febbraio che vi consiglio (L’avvertimento di Salvini), ripercorre la carriera politica del neo-governatore e la confronta con una dichiarazione apparentemente rituale del ministro dell’Interno; «con Marsilio, si dice, sono in arrivo i romani che Fratelli d’Italia vuole piazzare alla Regione, non avendo altri posti di potere in giro per l’Italia». Vedremo come finirà.

‘‘Cos’ London is drawning and I live by the river’. (2/2)

mercoledì 13 febbraio 2019

Radio Bar(i) 15

La scorsa tornata elettorale è stata, casualmente, ben coperta dalla stampa nazionale ed è perciò arduo confrontarsi con analisti e commentatori di quel calibro. (Ho abbastanza apprezzato – per l’Abruzzo – un pezzo di Nello Avellani, il 12 febbraio su NewsTown. In particolare questo, a proposito delle cosiddette liste civiche: «al laboratorio Legnini è mancato un progetto politico chiaro e credibile, una visione davvero rinnovata della società e della comunità regionale»). Che altro scrivere?
Quando si dice la coerenza… Il 16 dicembre 2018 avevo annunciato che non avrei scritto un rigo sulle Regionali, «considerando la mia distanza – anche di Avezzano – dai centri di potere (L’Aquila, Pescara): meglio non rischiare di scrivere sciocchezze», invece ho pubblicato almeno una quindicina di post.
Seconda cosa: l’affluenza ai seggi è stata il 53,1% dell’elettorato. Per dirla con Maria Cattini: «Circa 260.000 abruzzesi che non hanno avuto la neve e il maltempo come scusa per non andare a votare, ma una bellissima giornata primaverile che li ha convinti a farsi una bella passeggiata piuttosto che sprecare il loro tempo per dare la preferenza a questi politici», in «LAquilaBlog» 11 febbraio 2019.
Com’è andata da queste parti? (Copio un titolo). F. Falcone, Elezioni regionali, la Marsica al voto è terra di conquista: ecco i candidati più votati, in «MarsicaLive» 11 febbraio 2019. (È mio il grassetto).

Poco dopo, sono stato meravigliato da un insolito pezzo – per i locali mezzi d’informazione, s’intende – di cui riporto un brano. «[Una] vera disfatta per la seconda città d’Abruzzo dopo i capoluoghi di provincia che si ritrova un consiglio regionale senza nessun rappresentante in maggioranza. Nella coalizione vincente, quella di centrodestra guidata da Marco Marsilio, non compare nessun avezzanese. Stesso discorso per la coalizione seconda classificata, quella di centrosinistra guidata da Giovanni Legnini», in Elezioni Regionali, Marsica verso l’isolamento: ad Avezzano un solo seggio che sarà in opposizione, in «MarsicaLive» 11 febbraio 2019. (1/2)