martedì 31 luglio 2018

Aventiniani di lungo corso

Provo a spiegare in giro per la Marsica, le polemiche nel suo capoluogo, da alcuni mesi. Si è discusso – si fa tanto per dire –, d’isola pedonale, nuove piste ciclabili, restyling di piazza Risorgimento. Si tratta d’argomenti che riguardano la piazza principale, le sue immediate vicinanze, in una cittadina di 42mila abitanti. Mi si chiederà: non avete problemi di disoccupazione, emorragia di giovani laureati, non v’impensierisce minimamente, il seppur trascurabile calo di popolazione registrato anche nell’anno scorso? Alle prime due, sono legate scaramucce estive che si rinnovano di anno in anno e che interessano solo chi le porta avanti.
Riprendo. Dagli anni Novanta, hanno discusso d’isola pedonale i vari sindaci e le associazioni dei commercianti – ignoro quanto favorevoli i primi, mentre i secondi sono sicuramente contrari. È uno schema certo inconsueto nella Penisola e altrove che invece vede come proponenti le associazioni ambientaliste mentre dall’altra parte si registra l’ostilità delle associazioni dei commercianti – gli amministratori locali ricoprono il ruolo dei mediatori, ovviamente. (Nel nostro caso invece, Cmsm e WWF tacciono da anni; in quest’occasione appoggiano l’Amministrazione).
Succede che all’annuncio di un qualsiasi membro della maggioranza, sopraggiunge la replica sdegnata delle associazioni di categoria; alla manifestazione di contrarietà sono generalmente accluse delle proposte – nuove di volta in volta – per «salvare» il centro cittadino. (Per l’anno in corso, cfr. M. Sbardella, Confcommercio: «Dalle 20 bloccare le tasse sui locali», in «Il Centro» 8 luglio 2018). La novità del 2018 è essenzialmente il coinvolgimento del sindaco precedente e di personaggi a lui prossimi.
Pongo un paio di domande. (Prima). Sanno gli avezzanesi, che cos’è un’isola pedonale? No in generale, secondo me; essa è un sinonimo di tempo libero, vasche con gli amici, chiacchiere con i conoscenti, estate. (Seconda). Sanno gli avezzanesi, a che cosa serve una pista ciclabile? No, secondo me; essa è, anche in questo caso, sinonimo di tempo libero, capelli al vento, figli scarrozzati o tenuti al seguito e ancora, estate. (Un pezzo del repertorio dell’architettura contemporanea e una maniera per disincentivare il traffico motorizzato, sono considerati in genere dei sinonimi di qualcosa, ad Avezzano).
Tale situazione è determinata essenzialmente dalla mentalità contadina, pre-industriale ancora presente in città che vede il mondo immobile ed eterno, limitato alla piazza del paese, in cui il termine «futuro» non è contemplato; l’automobile è vista in un posto in cui sovrabbondano i parvenu, uno status symbol e ogni limitazione alla circolazione è vissuta malamente.
Perché dura da così tanto questa pantomima? Spero di arrivarci. Le numerose proposte delle associazioni di categoria (commercianti, artigiani), una volta attuate (tutte, in parte) hanno fermato o almeno, rallentato l’esodo di negozianti, artigiani e professionisti dal Quadrilatero? No. (Tra l’altro, in una democrazia occidentale e compiuta nessuno filerebbe un’associazione che prende una cantonata dietro l’altra, per decenni di fila). Chiedo: vogliono, possono davvero «salvare» il centro d’Avezzano, i commercianti con le loro pensate? (Talvolta accosto il termine «corporazione» a commercianti; essi sono molto uniti, ma presentano delle rilevanti diversità tra loro: chi è capace e chi invece un magliaro, chi investe una parte del guadagno nella propria attività e chi acquista la terza casa, eccetera). No, perché ne hanno un interesse minimo rispetto a chi ci abita; una simile attività può essere spostata altrove senza difficoltà: non è la campagna né tantomeno il bosco. Possiamo affidarci al «Cui prodest?», o allo «Cherchez la femme…» per capirne qualcosa d’altro. Nel nostro caso, è facile comprendere come i quattrini pubblici richiesti (tutti, in parte) e poi riversati – direttamente, indirettamente – su una parte del centro negli ultimi decenni, abbiano sostenuto il valore degli immobili (affitti, prezzo al metro quadrato). La vicenda, secondo me, è perciò diversa da come ci è stata esposta per decenni dalle testate giornalistiche.

(Due note finali). Voglio ricordare che anche in quest’occasione, si è agevolmente contestata (commercianti, politici, altri soggetti) una decisione del sindaco anziché uno specifico studio commissionato a un professionista. Era andata notevolmente peggio per l’attuazione del Pgtu, durante Floris2; gioco di sponda – si fa tanto per dire – anche in quel caso. Il restyling per la piazza principale è diventato nel mondo dell’informazione locale come per incanto una semplice isola pedonale. (Poi, ti ritrovi dei simili spregiatori della conoscenza, dell’arte e delle scienze, nelle prime file del Teatro dei Marsi…) Fino agli anni Novanta, una volta eletto il sindaco, la sua maggioranza si spaccava in due o tre tronconi e questo, si trovava nella condizione di realizzare poco o niente. Tutto ciò generalmente non interessava chi aveva eletto i consiglieri comunali. Era immobilismo pressoché puro. (Esisteva la CasMez per le opere importanti, all’epoca). Con l’elezione diretta del sindaco, vi è un’altra situazione; a differenza di prima vi è un programma elettorale che ha buone possibilità d’essere attuato. Può però capitare come da noi in quest’occasione, che un frammento di società e alcuni personaggi macchiettistici, si oppongano strenuamente ai cambiamenti. (Il Martello del Fucino, 6 2018)

domenica 29 luglio 2018

Summer '18 # 8

A un certo punto un amico – durante il cazzeggio pomeridiano – mi ha chiesto chi io stia difendendo negli ultimi mesi. Ne ho un’idea sfumata però ritengo che in una buona parte delle cose che scrivo, io tendo a proteggere la vita (pubblica) che ho condotto finora. (Porto un paio di esempi).
Nei primi anni Ottanta del secolo scorso, capitò di opporsi all’abbattimento del mercato coperto – l’attuale piazza B. Corbi. La base della contestazione era rappresentata dall’architettura: buttare giù un simile edificio comportava la distruzione di piazza del Mercato; si propose anche di ricostruire qualcosa per coprire la lacuna che oggi notiamo. Non se ne fece niente, dell’una e dell’altra. (Una ventina d’anni prima, i Rokes ci avevano ammaestrati: ‘Bisogna saper perdere! | Non sempre si può vincere’).
Il punto più basso toccato finora ad Avezzano nel dibattito pubblico è la vicenda del Piano del traffico (Spallone2-Floris1) – la costruzione dell’anello a senso unico in particolare (Floris2). I compaesani inviarono centinaia di commenti velenosi alle testate giornalistiche web, ignorando il contenuto di tale strumento – come pure i partiti politici. Si poteva contestare quel Pgtu? Certo, come tutte le opere dell’uomo, ma non con le visioni apocalittiche, le lamentazioni, le amenità e le battute com’è successo da noi perché in quel caso si getta tutto alle ortiche, a priori. Eppure si trattava di svariate pagine scritte, grafici e tabelle. La politica ha preferito anch’essa buttare tutto in commedia, anziché affrontare questioni che hanno un fondamento nell’ingegneria del traffico; hanno vinto in quel caso le lamentazioni e le visioni apocalittiche. (Altro che facoltà d’Ingegneria ad Avezzano. Altro che facoltà d’Agraria, per ciò che io ho raccontato venerdì scorso).
È perciò acqua di rose, la vicenda delle piste ciclabili negli ultimi mesi. Nessuno prevedibilmente ha attaccato il progetto nello specifico, tra l’altro, di minore consistenza rispetto all’enorme lavoro che sta dietro l’elaborazione di un Pgtu. (Non riconosce quel tipo di lavoro, chi si rivolge per lamentarsi – purtroppo ascoltato – alle testate giornalistiche locali). La novità è costituita dalla marcetta sul Comune minacciata da alcuni commercianti. Si è finora raggiunta la vetta dell’indecenza, nella cosiddetta polemica, tranciando in due il progetto di parziale restyling in piazza Risorgimento, come se fosse possibile distinguere in quell’elaborato – o in generale – la nuova fontana dall’«isola pedonale». È uno sfregio al lavoro intellettuale, per di più in una terra come l’Italia.
C’entra perciò anche il metodo e ciò che ci tiene uniti (democrazia) in quello che pubblico.

From your bed I gained a day and lost a bloody year’.

venerdì 27 luglio 2018

Summer '18 # 7

Tanto perché a luglio non volevo pubblicare niente…
Proseguo con il lungo, interminabile carnevale avezzanese – ha stancato abbastanza. Presentando in più occasioni il progetto per alcune modifiche in piazza A. Torlonia, l’assessore all’Ambiente ha annunciato che dopo i lavori, quel luogo sarebbe stato interdetto ai cani, spiegandone il motivo. Mesi addietro. Si trattava di una misura presa da amministratore: la dritta gli sarà sicuramente giunta da parte dei quattro tecnici (l’agronomo del Comune e tre provenienti dall’istituto A. Serpieri) che sono stati consultati per il restauro di quel luogo.
Ieri, ho letto la notizia di una raccolta di firme contro tale divieto da parte di Zampa Amica. L’associazione ha in realtà ben compreso che tale misura è stata presa: «in nome del mantenimento del verde e di alcune particolari piante scelte come ornamento per la piazza stessa», poi però anziché consultare un agronomo o qualcuno che ha sfogliato dei libri di quella materia per ribattere agevolmente a Crescenzo Presutti, si è affidata al diritto e alla politica che, in realtà, c’entrano come i cavoli a merenda in questa storia. Si trattava invece di affermare semplicemente: «È non provato o falso che la pipì dei cani danneggi l’erba X e l’albero Y» oppure «La pipì dei cani provoca qualche trascurabile problema solo alla pianta Z». Andava inoltre documentato tutto ciò, come si usa da almeno tre secoli in Occidente. (Vale lo stesso discorso per l’intervento – mooòlto pittowrèsko – di Massimo Verrecchia). Stiamo parlando anche di quattrini pubblici, se non fosse abbastanza chiaro.

The music was too loud’.

giovedì 26 luglio 2018

Summer '18 # 6

Proseguo con le cose che ho letto in questi ultimi giorni. Ho la sensazione che chi scrive su una testata giornalistica (cartacea, digitale) pensi che un suo pezzo, una volta registrato un qualche successo entri automaticamente nella mente, nell’immaginario delle persone (singolarmente, collettivamente). «Non si parla d’altro da giorni in città…», ci si riferisce alla questione Alfa, Beta o Gamma, eccetera.
Mi sono invece divertito a ricordare quanto ci siamo detti tra amici negli ultimi giorni. Considerando la mia età e la loro, si è parlato molto di salute; scambio di consigli. Ci si sono scambiate impressioni sull’andamento del proprio lavoro – facciamo cose diverse. Una notizia piacevole è Benny Golson domenica scorsa a Pescara. (È piacevole perché io pensavo che fosse morto). I King Crimson, ovviamente, a Roma lunedì. Ha entusiasmato questa storia dell’acqua su Marte, probabilmente perché vi sono coinvolti dei connazionali. Ho nuovamente raccontato la diffusione della specie Homo sulla Terra – pensavo che un simile argomento fosse più popolare dopo qualche decennio di pieroangela. Si è giusto accennato al rapporto della Direzione investigativa antimafia sulle infiltrazioni malavitose nella nostra regione. Chi è tornato dalle vacanze con la famiglia, mi ha raccontato com’è andata. Ho rammentato la politica per il recupero delle terre incolte – non in Abruzzo – durante il fascismo (1922-43). Si è ironizzato abbastanza circa il locale massiccio uso pop della chimera – io ho aggiornato circa la sua raffigurazione su dei biscotti. Sono uscite pessime considerazioni sul rapporto tra le grosse case editrici e gli autori negli ultimi anni. Solite dritte per la cucina tra maschi.
Ecco, nelle chiacchiere in libertà, mie e delle persone che frequento, mancano sorprendentemente accenni ad Avezzano pur essendo (tutti, mediamente) abbastanza informati su quel che succede in città e perciò anche alla questione Alfa, Beta o Gamma – importantissime per qualcuno. (Qualche altro noterà che è assente anche l’attualità nazionale).

We met just six hours ago’.

mercoledì 25 luglio 2018

Summer '18 # 5

Non sono stato abbastanza chiaro, invece – grazie per il suggerimento.
Ho parlato di composizione delle forze in campo in una vertenza, nel post precedente. I contendenti tendono generalmente a dimostrare la propria superiorità numerica all’avversario. (Tutta scena, tanto per impressionare l’avversario). Nel nostro caso, si fronteggiano un’Amministrazione con un’ampia maggioranza e qualche associazione di categoria.
Le seconde, come s’è scritto, hanno arruolato anche noi che abitiamo in centro. C’è chi afferma d’aver raccolto «centinaia di segnalazioni» (8 luglio 2018) contro l’isola pedonale – il restyling di piazza Risorgimento per la precisione –, mentre per un politico locale, tale piano (più le nuove piste ciclabili), è esso «sicuramente inviso alla maggioranza di commercianti e residenti» (23 luglio 2018).
Mi sono già tirato fuori da quello schieramento e ho cercato di spiegare perché l’elemento «residente» è invece più propenso ad accettare che contrastare una qualsiasi soluzione per migliorare la propria qualità della vita, proprio come in questo caso.
Abbiamo da una parte il conto in banca del commerciante, dell’esercente, mentre dall’altra c’entra di mezzo la mia salute: sono «interessi» per niente comparabili, avvicinabili. Nel gioco – forse nell’idolatria – della democrazia importa regolarmente pochissimo o niente quale dei due prevalga sull’altro, in caso di controversia. (Tutto ciò, nonostante una radice giudaica della nostra cultura – nel senso di sacralità della vita).

I shouldn’t care at all’.