È uscito nei giorni passati un
comunicato in cui Roberto Verdecchia (Pd) – a ragione – la prende con i tempi
lunghi del cantiere per il restyling
in piazza del Mercato: è molto improbabile che i lavori saranno ultimati entro
la fine del prossimo mese.
È riferito ai platani – un paio di
volte, non è perciò un lapsus –
l’espressione: «presunto cancro colorato», in Lavori in Piazza del Mercato in ritardo, richieste di chiarimenti e
appello al commissario prefettizio, in «MarsicaLive» 26 ottobre 2019.
Il giorno precedente, Elena Sico
(dirigente del dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo) aveva dichiarato: «Le piante con sintomi di Ceratocystis fimbriata […] vanno
abbattute», in m.s., Piazza del Mercato,
tornano le motoseghe, in «IlCentro» 25 ottobre 2019. Nel pezzo, si parla
anche di: «bonifica del sito contaminato dal cancro colorato del platano
seguendo le procedure ministeriali», prima di recidere le piante rimaste. Avevo
letto questo, in precedenza: «Scatta il conto alla rovescia per la sorte degli
ultimi due platani […]: il verdetto del centro specializzato della regione
sulle analisi in corso per verificare se quelle gigantesche piante sono state
attaccate dal cancro colorato del platano [arriverà] nel giro di una decina di
giorni», in m.s., Analisi sulle piante
abbattute. Rischiano gli altri due platani, in «IlCentro» 25 agosto 2019.
Il pezzo è corredato da una foto raffigurante la sezione di un tronco risalente
al 19 agosto: non si trattava di un’immagine del solito albero malato, a
giudicare dalla colorazione.
Era facile dimostrare, in gioventù,
l’inquinamento di un corso d’acqua attraverso una semplice fotografia che
mostrava delle schiume galleggiare: s’inviava a un quotidiano e buonanotte. In
caso di una contaminazione di poco più seria? Era la fine, perché il prezzo
delle analisi private da far pervenire a una testata o alle istituzioni era variabile: costavano un
occhio della testa quelle per rilevare i metalli pesanti. Indicatori biologici?
Bisognava averne la competenza e possedere dei dati storici. Richiedere delle
analisi? Sì ma non era semplice farsi ascoltare dalle istituzioni preposte e i
tempi erano lunghi. (Si trattava in ogni modo di documenti, di analisi o perizie timbrate e firmate da chi
poteva farlo).
Sono le istituzioni, ieri come oggi, a
stabilire in maniera definitiva se un corso d’acqua è inquinato o no; se un
albero è malato o no.