mercoledì 24 dicembre 2014

but they'll pinch themselves and squeal


(Contrordine). Ieri mi sono imbattuto in un pezzo che avevo letto frettolosamente su carta, il giorno precedente:
(Dall’inizio). Alcuni commercianti del centro, non un’associazione di negozianti – io ne ho contati sette o otto: «Scendono in strada e tentano di bloccare l’isola pedonale. Ma il piano fallisce fra le polemiche». La foto pubblicata sul sito c’entra come i cavoli a merenda, mentre quelle sul cartaceo – ieri e l’altro ieri, non ricordando male – raffigura un gruppo di negozianti vicino a una transenna. Non si capisce se volessero rimuoverla o semplicemente farsi fotografare lì. Si tratta di violare in qualche modo una legge del Comune e da parte di gente che – spesso, attraverso la propria associazione – richiede al nostro sindaco più legalità al centro.
Ero lì a passeggio con un amico e mi sono accorto di poco o niente come tutti gli altri, giusto un po’ di agitazione nel gruppo di commercianti che sostavano all’incrocio tra via C. Corradini e corso della Libertà. Non avrà notato niente di strano chi è venuto da fuori, per farsi quattro passi. (Si sarebbe raccolta gente, in caso contrario e qualcuno avrebbe chiamato le forze dell’ordine, oltre alla polizia locale che si trovava già nei paraggi).
Arriva poi questo: «Qualche attimo di tensione c’è stato quando i commercianti hanno incontrato un rappresentante delle associazioni ambientaliste». Abbiamo incrociato passeggiando, la giornalista nel gruppo dei commercianti e il mio amico, si è fermato per salutarla. C’è stato anche uno scambio di battute – non di più – con uno dei commercianti. Non c’è stato alcun rappresentante, alcuna delegazione che ne ha incontrata un’altra. (Né poteva avvenire diversamente, non essendoci delegazioni di sorta). Nessun «attimo di tensione», nemmeno un attimino.
Il mio amico si è in seguito soffermato anche con l’assessore Roberto Verdecchia e lo scambio di battute si è fatto un po’ più vivace. (Non ho aperto bocca nelle due occasioni e mi sono anche tenuto a due-tre metri di distanza. È tutta colpa dello zen).
Abbiamo poi proseguito altrove per conto nostro, dopo un altro paio di «vasche».
È simpatica anche questa, nell’articolo. Uno «storico imprenditore», afferma che il centro di Avezzano «non ha valore turistico e nemmeno storico». (Il grassetto è mio, ovviamente).
(Perdonate l’insistenza sull’argomento e buon anno nuovo, di nuovo).

martedì 23 dicembre 2014

né leggere né scrivere


La maggioranza delle persone che visitano questo blog vive lontano o lontanissimo. Qualcuno darà probabilmente anche una scorsa alle varie testate online della zona.
Nei giorni passati è uscita questa:
Due giorni dopo, quest’altra con un titolo almeno fuorviante (l’ho letto anche sul Centro cartaceo nello stesso giorno, purtroppo):
Questa invece parla direttamente di «isola pedonale»:
Idem, legato a un altro comunicato:
Poi questo:
(Il pezzo contiene una foto in cui è inquadrato il solito cartello con la scritta: «AREA PEDONALE»).
Infine:
È bene precisare – non è la prima volta che mi capita – che ad Avezzano, manca sia una Ztl (Zona a traffico limitato) e sia un’isola pedonale. Non è un bene né un male tutto ciò, ma proprio non c’è, né l’una né l’altra. Non se n’è mai parlato di Ztl da noi, in aggiunta. Qualcuno si chiederà: perché evocarle da parte di testate giornalistiche se non esistono?
Ci si risente nel 2015, buon anno nuovo a tutti.

lunedì 22 dicembre 2014

I numeri contano


Una lettura spassionata della mancata (tradizionale) revoca dell’area pedonale festiva nel periodo natalizio, su cui tornerò nel prossimo post.
Gli attuali commercianti del Quadrilatero sono meno rispetto a quelli che hanno eletto G. Di Pangrazio e ancor meno di quelli che hanno scelto A. Floris e ancor prima, M. Spallone. Essi contano perciò meno a livello elettorale e quindi, politico. Possono perciò ricattare meno di prima gli eletti dal popolo. Bastava un sospiro anni fa, per mandare a scatafascio qualsiasi iniziativa del Comune che essi ritenevano sgradita.

domenica 21 dicembre 2014

Un presepio meccanico di 100 kmq


Il discusso Fountain (1917) di M. Duchamp ha influenzato l’arte del suo periodo ma non solo, vale lo stesso per 4’ 33’’ (1952), il «pezzo silenzioso» di J. Cage sulla musica occidentale. (Io ricordo anche le numerose discussioni innescate da un trattino interposto o no tra la parola «centro» e i termini: «destra» e «sinistra», negli anni passati). È perciò difficilmente prevedibile che cosa produrrà nella coscienza degli avezzanesi un fuoco di fila lungo un anno a base di scienze, pratiche e saperi intorno a un unico tema.
Tante iniziative, che cosa stanno già producendo nel sentire o nel pensare collettivo? Sono pessimista. Alla presentazione della mia precedente pubblicazione, qualcuno ha documentato il malumore tra i reduci avezzanesi del terremoto, nei primi mesi; eppure oggi ci s’infastidisce se altri lamentano ritardi e manchevolezze da parte dello stato centrale in situazioni simili, altrove. Nella stessa occasione, qualcun altro si è rammaricato che in una città nuova di zecca si siano costruiti (cento anni fa come oggi) temi collettivi di scarso valore architettonico; per non parlare di monumenti, busti e facciate degli edifici pubblici (vecchie e recenti).
È utile perciò chiedersi: a che cosa servono queste celebrazioni? (Perché a qualcosa servono).
Ho l’impressione che più che «commemorare» o ripartire da qualcosa che si trova troppo indietro – per gli sparuti discendenti degli scampati alla catastrofe e per i nuovi abitanti –, l’élite (anche la coda dei famigli) voglia approfittare dell’occasione per celebrare se stessa, proponendo anche all’Italia l’immagine che essa ha della città che ha pensato e costruito e perciò mobilita, gestisce e «mette in onda» il materiale umano adatto. (Riprodurre Avezzano com’è e anche se stessi, ancora).
Le celebrazioni del Centenario in corso mi fanno pensare più che altro a una versione prolungata di Eventi Estate. (3/3)