Ieri pomeriggio conversavo
amabilmente con un amico e gli raccontavo di come le nostre abitazioni non
erano collegate direttamente con la strada, almeno fino al Settecento. Una
situazione del genere permane nei paesi arabi. Abbiamo «superato» anche la
pratica dei matrimoni combinati tuttora in uso in diversi posti del Pianeta.
Si è parlato poi del
recente divieto del ballo e della musica, in alcune zone del Medio Oriente. (Ignoro
se sia reato il semplice footstomping).
«Possono succedere ovunque nel mondo, cose del genere», consideravo. «Se sta
bene a loro…».
È arrivata altra gente e si
è passati ad altro. Come stavo proseguendo?
Ho letto della prossima eliminazione
del senso unico lungo via Roma (SS 5) sul Messaggero
e poi qua:
Tutto ciò vuol dire la cancellazione
(di ciò che resta) della classificazione delle strade e l’oblio del Pgtu
(2002-03). È anche la liquidazione di oltre quarant’anni di discussione sulle questioni del traffico, ad
Avezzano. (Una discussione poco animata in verità ma almeno vi erano le basi per poterla condurre).
D’ora in poi: faccio passare
una fila di automobili in una strada stretta e due in una larga. Stop.
Torneremo tra poco alla
situazione degli anni Sessanta del secolo scorso ma con una popolazione
aumentata del 40%. La città si appresta a divenire un suq con 42mila persone.
I miei compaesani sono ammutoliti e se ne stanno facendo
una ragione, al solito. «Se sta bene a loro…».