Non mi sono spiegato bene
ieri, probabilmente.
È partito tutto da alcuni
pezzi apparsi sulle testate locali circa lo stato della vertenza PowerCrop. C’è
poco da cantar vittoria nella situazione attuale, secondo me. (È un punto
prezioso da parte di chi si oppone, questo sì).
La mia domanda è così
riassumibile: è stato fatto il massimo – di là della sua qualità – che ci si
poteva concedere? («disporsi a vincere»).
Nell’immediato: A) Possiamo
noi, rafforzare, far contare maggiormente il nostro dissenso contro tale
impianto? (Un no dell’associazione X,
del sindacato Y o del partito Z conta secondo l’ambiente in cui è proferito. Un conto è un no davanti a un
giornalista locale, un altro è in un’assemblea nazionale mentre un altro ancora,
è in un ufficio davanti a un funzionario statale). B) Possiamo far pesare
maggiormente l’armamentario a nostra disposizione e che abbiamo rovesciato
finora? (Possiamo rafforzare i vincoli esistenti sul nostro territorio, far
pesare maggiormente l’assetto territoriale e ciò che un tempo si chiamava la
«vocazione»?).