sabato 31 maggio 2014

Ieri


Ieri ho accompagnato un vecchio amico a un’imprecisata e innocua riunione sulle celebrazioni del Centenario del terremoto e invece mi sono trovato immerso in un’assemblea ad alto livello, quella del Comitato d’onore.
Niente di speciale, si è trattato di ripetere le linee programmatiche della nostra Delibera 84/2013 ad alcuni sindaci marsicani più qualche nuova pensata. L’unico intervento di un certo spessore è stato quello del vescovo della diocesi d’Avezzano – che proviene dalla costa abruzzese. Manca essenzialmente un progetto o almeno un’idea forte. (Lo schema del ragionamento è abbastanza semplice: «Terremoto e X», «Terremoto e Y», eccetera). Le celebrazioni del Centenario sono l’occasione migliore per seppellire sotto un (altro) velo d’oblio la catastrofe del 1915 e ciò che è avvenuto dopo.
Entro luglio sarà in circolazione un mio libretto sul tema – è già pronto, in realtà.

mercoledì 28 maggio 2014

lui è il gatto, ed io la volpe 2bis


È piuttosto interessante questo pezzo, per alcuni aspetti:
Roberto Verdecchia aggiunge altre persone che «remano contro» nell’annosa vicenda del locale depuratore, oltre agli «ambientalisti» portati in ballo – a sproposito – da altri. «Verdecchia nel corso della conferenza di annuncio dell’apertura ha mostrato la delibera del 30 novembre 1998 quando, durante l’amministrazione Spallone, i consiglieri Antonio Floris, Leo Orsini, Francesco Laurenzi e Mariano Santomaggio votarono contro l’approvazione del progetto preliminare», 16 maggio.
Ho scritto che non sarebbe durato a lungo per questioni intrinseche, siffatto movimento. Stefano Fabrizi in un prezioso commento all’articolo citato: «Volpone [Coldiretti] continua a fare il furbo […] Agli smemorati vogliamo ricordare che se non ci fossero stati i 120 trattori portati in piazza dai soci di Confagricoltura e CIA non si sarebbe mosso nulla».
Nello stesso commento inviato anche a TerreMarsicane, il direttore provinciale di Confagricoltura chiarisce – in qualche modo – anche l’«architettura» del movimento per l’avvio dei depuratori: «l’iter è stato seguito giornalmente dai due segugi Sforza e Di Bastiano che non hanno dato tregua ai funzionari pubblici».
(Potendo interessare). Augusto Di Bastiano, è anche l’autore di: «affermazione apodittica che si pone su un piano dogmatico tanto caro a certi ambientalisti» – Taglio alberi piazza Orlandini, Di Bastiano: necessaria la gestione del patrimonio arboreo, MarsicaLive 27 agosto 2013. (L’aveva con qualcuno del WWF, imprecisato, ovviamente).
Robertino cantava, tanti (tanti) anni fa: ‘well the moral of this story | the moral of this song | is simply that one should never be | where one does not belong’. (2/2, 2bis/2bis)

lunedì 26 maggio 2014

lui è il gatto, ed io la volpe 1bis


Il pezzo precedente – uscito in realtà il 10 maggio sul Martello –, quando l’ho scritto? Proviamo ad arrivarci insieme.
Già in questo post s’intravedeva qualcosa:
È scritto alla fine: «Ho usato il termine politichese nel pezzo precedente e dovrò precisare, da qualche parte». (Era il 6 maggio e il post era la seconda parte dell’originale uscito due giorni prima).
Il 30 aprile – a dirla tutta – era uscito quest’altro (anche qui, s’intravedeva qualcosa):
Non avrei mai scritto d’imprecisate «organizzazioni agricole» dopo il 15 maggio: in quella data, appare anche Coldiretti (Cfr.: AvezzanoInforma).
Ho parlato di «collateralismo»: sindacati o associazioni che orbitano intorno a un partito. È una vecchia storia, da «Prima repubblica»: le cose stanno un po’ diversamente oggi.
Felicia Mazzocchi (Ncd) precisava – senza che ve ne fosse bisogno – il ruolo della Provincia nell’«avvio» del depuratore (fermo da anni) d’Avezzano, lo scorso 30 aprile. La stessa ha però anche parlato di «basso fine elettorale» a proposito dell’intera vicenda, il 17 maggio. Si è perciò compreso il bisogno di precisare, un paio di settimane prima: c’era tutto. Pardon, c’era almeno questa foto di gruppo:
Poi questo:
Per non essere da meno, il 22 maggio:
Non se la sono presa con nessuno questi ultimi, però. (Si fa proprio così). (2/2, 1bis/2bis)

sabato 24 maggio 2014

lui è il gatto, ed io la volpe 2


Io ricordo per questioni anagrafiche e di militanza numerosi sconfinamenti da parte dei partiti politici e delle loro organizzazioni collaterali a ridosso delle scadenze elettorali: tutti si scoprono ambientalisti ma gli dura poco. (Qualcuno ricorderà sicuramente la polemica dal mio blog con M5s Marsica in materia di politiche dei rifiuti, lo scorso gennaio).
Il modus operandi e il linguaggio sono perciò mutuati dalla politica, anche nel nostro caso: alludere senza tirar mai fuori un nome, inventare dei nemici inesistenti per meglio attaccarli e mostrare la propria aggressività, la potenza, calibrare al millimetro gli insulti – le ridicole virgolette a “avventuriero della carta stampata”.
Si è parlato su questa rivista di: «campagna di stampa – patrocinata (in senso buono) da Confagricoltura, da un noto consigliere regionale di centrodestra in cerca di voti e da un comitato celanese guidato dal noto Gianvincenzo Sforza da Celano». Vedo la situazione sotto un diverso angolo e chiedo: che fine farà tale rassemblement dopo l’ultimo giorno di campagna elettorale per le Regionali 2014? Non può durare, in ogni modo; una volta sistemata la «concausa» delle acque scure con la «solenne inaugurazione», si passerà – con la stessa configurazione – anche al resto? (Augusto De Sanctis diffondendo e commentando i dati della Regione Abruzzo il 29 aprile: «le cause di tale situazione [inquinamento delle acque sotterranee] vanno cercate negli input chimici dell’agricoltura intensiva […] e nei residui delle lavorazioni industriali», «La nostra agricoltura ha troppi input chimici»). Che fine farà Confagricoltura, ammesso che si voglia da parte di tale strana (senz’ombra di dubbio vincente) alleanza affrontare il problema dell’inquinamento secondo un’ottica meno angusta? Chi sparge gli «input chimici» nei campi: i lavoratori LFoundry, gli invalidi di guerra, i tabaccai, le infermiere?
Sarà presto nell’album dei ricordi «un poco di baccano della manovalanza [e] qualche strepito di trattore», «All those moments will be lost in time, like tears in rain» (Roy Batty in Blade Runner). (Il Martello del Fucino, 2/2 + 2bis)

mercoledì 21 maggio 2014

lui è il gatto, ed io la volpe 1


Ho confrontato di recente una notizia apparsa su sei testate (MarsicaLive, PrimaDaNoi, MarsicaNews, TerreMarsicane, AvezzanoInforma, Il Centro) e ho stabilito, che si tratta di un comunicato stampa riportato integralmente o ritoccato leggermente, negli ultimi due casi. Esso proviene dal Centro Giuridico del Cittadino, da Acqua nostra e da alcune «organizzazioni agricole»: gente che lavora – non specificate. L’argomento è l’autorizzazione per la messa in funzione del depuratore d’Avezzano.
Ho già notato che in tale comunicato si canta poco vittoria e che almeno la quarta parte di esso, è dedicata ad accusare avversari innominabili e istituzionalmente estranei in tale vicenda. («E strano che gli ambientalisti e qualche “avventuriero della carta stampata” in questi giorni – ha sostenuto Augusto Di Bastiano – anziché auspicare un immediato avvio del depuratore che contribuirà a risolvere la problematica inquinamento, si ostinino in una attività che mira alla ricerca ad ogni costo di qualche “crepa” nell’iter autorizzativo», tanto per citare il più esplicito. Si tiene sul vago Stefano Fabrizi di Confagricoltura: «Alcune associazioni e “fogli volanti”, mal digeriscono il risultato che stiamo raggiungendo in pochi giorni». È reticente anche Gianvincenzo Sforza: «L’avvio dell’impianto di Avezzano [...] e l’apertura del depuratore di San Benedetto dei Marsi [...] è la miglior risposta a quanti ancora oggi stanno cercando di ostacolare questo processo»). Chi si sta opponendo – quanti ne sono? Qual è il nome dell’associazione (delle associazioni) ambientalista che si sta (si stanno) opponendo? Chi ostacola e come la messa in funzione di un dispositivo che ha sulle spalle più di un secolo di onorata attività?
Scorrendo le testate giornalistiche si è anche appreso che il depuratore della mia città è stato sbloccato dopo quindici anni; a San Benedetto dei Marsi invece dopo «poco meno di un decennio». (Il Martello del Fucino, 1/2 + 2bis)