domenica 31 agosto 2014

Curioso


Ho letto qualcosa sul comunicato del vescovo in margine alla chiusura della cartiera Burgo Group. Mi è sembrato almeno strano, insolito il modo di trattare (ritagliare) lo scritto, da parte dei redattori; vista la brevità del testo, tra l’altro – nel Web e sul cartaceo. Solo un’impressione?
C’è stato questo editoriale in seguito – che ha gettato qualche fioca lucina sulla vicenda:
Ho perciò procurato l’originale e lo pubblico per i quattro gatti che seguono questo blog:
La chiusura della Cartiera è l’ennesima notizia della spogliazione produttiva della Marsica. Le modalità dell’annuncio dimostrano, ancora una volta, la brutalità di un’economia che relega il lavoro come una variabile della finanza e la persona come scarto da eliminare.
Non è più tempo di considerare la Marsica come la periferia ignorata nel Sistema-Regione-Nazione. Non è più tempo di balletti verbali. Si svegli chi si deve svegliare.
+ Pietro Santoro
Vescovo dei Marsi
Ci voleva tanto a fare come MarsicaLive?
(Ausgewählte Gedichte). Questi pezzi spiegano meglio di un trattato che cosa bolle in pentola dalle nostre parti, negli ultimi 2-3 anni:

giovedì 28 agosto 2014

Mezza ripetizione 2


(Le altre novità). Il cartellone estivo è meno «ricco» del solito ma la differenza non è proporzionale alla quota di risorse mancanti. (Nel senso: dovrebbero starci dentro meno eventi). Perché? Tutto ciò avviene perché la programmazione estiva serve ad ammucchiare – dopo cena – clienti per i locali del Quadrilatero. La cultura perciò non è solo un orpello ma anche uno specchietto per le allodole. Vi sono prodotti che funzionano meglio di altri, di là della loro qualità. (Io comparavo anni fa, il costo di una cover band con quelli di un normale gruppo che esegue pezzi propri e ricordavo che i secondi non giungono mai ai nostri palcoscenici – a parità di costi).
Negli ultimi 2-3 anni sono proposti ai cittadini eventi simili a quelli trasmessi dalla tv: funzionano? È quella la miglior strada per arrivare al trash – di là degli alti costi. (Non è solo questione di saper padroneggiare un linguaggio ben diverso, si tratta anche d’infilare spettacoli in spazi poco appropriati: chi potrebbe andarci, non ci va).
Mi pongo una domanda: le persone – di là del proprio mestiere e della propria competenza, che ormai è diventato un inutile fardello – sono più (o meno) incoraggiate a proporre, inventare, rischiare energie e risorse proprie ad Avezzano dopo qualche anno di tale andazzo?
C’è ancora chi si scandalizza a leggere il seguente sottotitolo di una manifestazione: «la rinascita della cultura, il potere della bellezza, le radici della memoria». Come uscirne? Non lo so, ognuno si comporta come meglio crede. Era il classico tema giornalistico estivo, il cartellone del Comune mentre oggi, non se ne parla per niente. Manca soprattutto l’ambiente, a dirla tutta.
(P.S.: pessime nuove da Roma, sul fronte PowerCrop). (2/2)

mercoledì 27 agosto 2014

Mezza ripetizione 1


Evito di scrivere qualcosa di sorta sul nostro cartellone estivo, generalmente. Lascio correre, ogni anno, per non ripetere concetti espressi nel primo blog (2007).
Avevo ricostruito dei passaggi recenti che portavano alla situazione d’allora e che è simile a quella odierna. C’era attenzione per l’oggetto culturale in sé (poesia, quadro, pièce, brano musicale), un tempo. È poi giunto il momento dell’autore o del «tecnico»: un chitarrista organizza uno o più concerti di colleghi o anche di pianisti, d’orchestre. Oggi viviamo la seconda fase del periodo «direttore artistico». Descrivevo sette anni fa la prima fase: il nostro chitarrista chiama anche un poeta a recitare e un pittore che espone le sue tele. Ai nostri giorni un idraulico, un odontotecnico, un trasportatore, un barbiere può dirigere un festival che propone di tutto (musica, danza, teatro, cinema, letteratura ecc.) e trattare senza problemi con enti pubblici e privati.
«Il buonsenso è stata la bussola di questa programmazione estiva» (G. Chiostri, Note e parole nell’estate di Avezzano, in «IlCapoluogo» 19 luglio 2014), così si è espresso l’assessore alla Cultura alla presentazione del cartellone estivo – in perfetto ritardo, al solito. (Chi meglio di lui e del resto della Giunta conosce la condizione delle casse comunali? Non discuto nemmeno questa volta).
Poco di nuovo, in ogni modo. (1/2)

lunedì 25 agosto 2014

Alberelli 2


Sono passato spesso davanti alla Curia – nella parte retrostante, in questo scorcio di stagione. Il fico dentro il «giardinetto» dell’ex-Clinica Santa Maria raggiunge in estate – da anni – un alberello posto sul marciapiede e forma una sorta di breve e fresca galleria – comoda in caso di pioggia.
Io faccio caso più che altro ai suoi frutti, che nessuno raccoglie, nemmeno i frequentatori della Mensa San Lorenzo – quasi di fronte. Le persone hanno smesso di cogliere la frutta a portata di mano che incontrano per strada, negli anni necessari alla formazione di quella strana (effimera) struttura. Forse non conoscono o riconoscono più nemmeno un fico fuori del «contesto» del supermercato; sono cambiate a differenza dello scenario in cui si svolge la vicenda, all’incirca identico. Ogni giorno trovo perciò qualche frutto spiaccicato sul marciapiede.

sabato 23 agosto 2014

Alberelli 1


La settimana scorsa si è discusso per un po’ riguardo a un investimento che ha visto come protagonista un pedone: c’è stato chi ha attribuito la colpa alla scarsa visibilità, riferendosi alla dichiarazione (d’ordinanza, ormai) dell’investitore – «Non l’ho visto». È necessario perciò a detta di qualche anonimo commerciante, segare altri alberi presso gli incroci – e non solo. (Non è uscito nel web). Gli alberi c’entrano poco o niente a mio avviso – via G. Mazzini-via N. Sauro.
Il successivo investimento di pedone è invece avvenuto lungo via XX Settembre: sarà almeno il quarto, nel giro di qualche mese in quelle parti.
Tali episodi sono generalmente delle fatalità, ma non sempre soprattutto quando si ripetono sullo stesso tronco. Nel caso specifico – un bel tratto dopo l’ex ferrovia dello zuccherificio –, si tratta di un pezzo di città attraversato a velocità sostenuta dalle automobili in uscita da Avezzano. C’entra poco in casi del genere la casualità o la fatalità bensì – abbastanza – l’urbanistica e la mobilità.