martedì 31 gennaio 2012

da "Il Velino" 59/2

Mi sono sempre informato di quello che succede nelle città dove ho vissuto (Roma, Milano). Da quando sono tornato qui, mi capita un paio di volte l’anno di dover fare il punto della situazione a qualche amico che abita fuori.
Al tempo di Internet, posso conoscere con facilità di quello che accade a Bologna, mentre un bolognese trova difficoltà a sapere qualcosa della Marsica. Una testata on-line, che cosa racconta? Essa riporta – generalmente – l’opinione di un amministratore, di un partito locale, di un’associazione, di un movimento, di un giornalista o di un cittadino su un determinato argomento. E’ lecito chiedersi in mancanza di una siffatta informazione, se una città è ancora viva.
Le cittadine marsicane sono vive, tanto che sono contrapposte dai loro abitanti ad altre certamente vive: «M1 non è San Francisco», «M2 non è Berlino». Si scrive, dall’altra parte: «nelle grandi città la cultura è un elemento decisivo attorno a cui ruota la vita di molti, l’economia, la fruizione del tempo, gli stessi spazi della città» (Marco Belpoliti sulle dimissioni rientrate di Stefano Boeri sulla questione dell’ex-area Ansaldo, a fine novembre – La Stampa): a Milano nessuno sognerebbe di vendere le scuole storiche, come ad Avezzano. (Ad un milanese non salterebbe mai in mente di costruire intorno alla neviera o al Casino di caccia del parco ex-Arssa...).
I nostri paesi sono diversi dalle grandi città italiane ed europee: è solo questione di grandezza, di funzioni e d’urbanistica? Penso di no. Io cito la polemica in corso sull’area ex-Enel, sorta agli inizi dell’anno a Milano. Ad innescarla, è stato un paio di cittadini su due quotidiani nazionali (Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano); due sostenitori della prima ora della giunta «arancione». (Il progetto, risaliva all’amministrazione Moratti). Gli affari da noi, cementano amministratori, partiti, clientele ed elettori. Non solo. (La mancata approvazione dell’accordo Comune d’Avezzano-A.J. Mobilità sui parcheggi interrati, si deve più che all’azione di tre associazioni ambientaliste, ad una diffida e tre esposti di un privato).
Si può anche affermare, a questo punto: «Gli m3-esi sono diversi dagli x-esi». E’ anche una questione di cittadini, e di persone. Io consiglio di scrivere, d’ora in poi: «“M4” non è “Amsterdam”».

giovedì 26 gennaio 2012

Partito camionista italiano

M’è capitato questo, giorni fa:
orsattipietro.wordpress.com/2012/01/23/forconi-tir-clientelismo-e-mafie-e-qualche-suggestione-golpista-italiabloccata/
Lo trovo abbastanza utile per capire la sostanza del movimento di Forconi – al Sud.

martedì 24 gennaio 2012

Winterlude

Farei bene a perdere più tempo sul (bel) commento all’ultimo post – che invito a leggere.
La questione è: il centro commerciale ha sostituito la piazza? (Si può mutuare qualcosa del centro commerciale per ridare una qualche funzione alle vecchie piazze italiane?).
M’è capitato di scrivere: «L’ipermercato non è uno spazio pubblico, né un “diritto” da europei» – Einstellungen, 2011. La piazza e la stessa città sono rappresentazioni secolari della politica europea, l’ipermercato con la sua piazza sub-urbana, no. La politica è il propellente, la «benzina», della città europea, come ho scritto su «Il Velino», l’anno scorso.
Le persone che attraversano frettolosamente la piazza, sono le stesse che poi, sfilano veloci attraverso il centro commerciale. Abbiamo due contenitori ben distinti e molto diversi tra loro, ma il contenuto è pressoché identico. Passanti, stranieri gli uni agli altri ed ai luoghi attraversati. E’ questa la cosa più inquietante. Esiste ancora una società, per come la intendiamo comunemente? La poltiglia sociale che ci si para davanti, qual tipo di spazio può immaginare, rivendicare, reclamare o modellare?
(I «riots», gli «indignados» del 2011? Né caldo né freddo).

venerdì 20 gennaio 2012

Counting the cars on the New Jersey Turnpike 3

M’è capitato di passeggiare lungo corso della Libertà, l’estate scorsa: volevo contare quante automobili si potevano parcheggiare. Il Comune aveva proposto i parcheggi interrati sotto piazza G. Matteotti, per far scomparire i mezzi motorizzati in superficie.
Mi sono accorto – passeggiando e contando –, che corso della Libertà poteva contenere 96 automobili mentre il «progetto Luccioni» ne prevedeva 260.
Ho letto di «carenza di parcheggi» lungo corso della Libertà – Berardinetti E., I negozianti: il Comune ci abbandona in «Il Centro» 12 gennaio 2012. Altra passeggiata...
Ho contato stavolta solo i negozi, le agenzie e gli esercizi – quelli che tradizionalmente lamentano la «carenza di parcheggi» –, saltando gli uffici, gli studi professionali e le abitazioni: mi sono fermato a 50 (saranno 53, al massimo). Solo chi alza la saracinesca, occupa più della metà dei posti disponibili: non ho contato né soci, mogli, collaboratori.
Il numero dei parcheggi lungo il (molto) frequentato corso della Libertà è (molto) inferiore alla somma dei residenti e di chi lavora lungo il corso stesso. Da tempo. Il «problema» dei parcheggi lungo corso della Libertà non presenta soluzioni (collettive) di sorta ed è perciò, un falso problema. (Esso serve solo a riempire le pagine delle gazzette).

giovedì 19 gennaio 2012

Echospheres...

Qualcuno se n'è accorto...
ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2012/01/19/news/indagine-su-ecosfera-in-consiglio-salta-il-piano-strategico-avezzano-celano-5551875

lunedì 16 gennaio 2012

encore un effort...

Leggo sconsolato il web dalle nostre parti, sul nuovo arresto di Lamberto Quarta.
D.: mi sbaglio o Ecosfera ha qualcosa da spartire con la “Redazione del Piano Strategico dei Comuni di Celano, Avezzano e dell’area vasta di riferimento”?

venerdì 13 gennaio 2012

da "Il Velino" 58/1

Non m’aspetto molto dalle commemorazioni del 2015. Si parlerà d’altro, al solito.
Manca una storia scritta o un insieme di dati – per quanto disorganico –, sulla ricostruzione nella Marsica. «Manca una storia, ma circolano molte leggende»: questo il succo di un vecchio pensiero di Raffaele Colapietra sulla nostra terra. (Bisognerebbe aggiornarlo con: aneddoti e barzellette).
Possiamo ancora ricavare una storia della ricostruzione nella Marsica? Penso di sì, nonostante le occasioni perdute in questo quasi secolo. La stessa ricostruzione, che aveva rinnegato la città precedente, è stata messa da parte a sua volta dall’urbanistica-champagne degli ultimi decenni, soprattutto nel capoluogo.
Un paio d’anni fa, Ernesto Salvi ha ricordato che il Prg d’Avezzano è stato approvato alla fine dell’agosto 1916. C’è da chiedersi, però: che fine ha fatto la direttrice Comune-Stazione ferroviaria? La «città-giardino», dov’è?
La ricostruzione dopo il prosciugamento del Fucino (1878), ha rallentato il declino di questa parte dell’Appennino, occultandolo agli occhi dei nuovi abitanti. La città degli anni Venti era abitata da gente venuta dalle zone più disparate della Penisola.
Io individuo la frenesia edilizia come l’unico tratto comune tra la città post-sisma e l’odierna. E’ una città per costruttori più che per commercianti o semplici cittadini.
Avezzano, come sarà ridotta per il 15 gennaio 2015? Non ci sarà più il cinema e lo spazio-mostre al centro; neanche le scuole secondo il nuovo piano per l’edilizia scolastica ed il tribunale. (Il teatro è stato costruito direttamente fuori del centro).
Ora che il declino comincia a mostrarsi meglio, la gente prova a reagire e probabilmente nella direzione sbagliata. La storia può indicarci le scelte da evitare. (La vicenda di Valle dei Fiori ci ammonisce che siamo scarsi anche in geografia: una discarica al livello del mare è meno rischiosa di una a mille metri).
Si continua a scrivere Marsi anziché marsicani, a dividersi su tutto pur coscienti che è proprio il concorso di varie figure ed idee a produrre innovazione nelle metropoli, a parlare un (finto) dialetto estinto un secolo fa. Si prosegue intanto con gli spenti mercatini all’aperto, le sfilate di moda ed i concorsi di miss.

martedì 10 gennaio 2012

Mah...

www.primadanoi.it/modules/articolo/article.php?storyid=11151
www.site.it/laquila-libera-al-fianco-del-comitato-3e32/01/2012/
Non ci lasceremo intimidire, CaseMatte rEsiste e rilancia., www.3e32.com

copio-e-incollo

Il comune d’Avezzano, ha «congelato» l’isola pedonale che lo stesso aveva [sic!] deliberato nel 2009.
Il comunicato (9 gennaio) che conferma un ricorso al Consiglio di Stato – non è il primo –, è piuttosto interessante.
La scelta è stata imposta «dai numerosi cambiamenti avvenuti in questi due anni nel sistema viabilità, in primis l’entrata in funzione dell’anello del quadrilatero, che ha generato effetti sul traffico». Gli estensori (Floris, Giffi) dimenticano di citare a quali cambiamenti si riferiscono – dati compresi. (Non ricordando male, hanno varato proprio loro l’«anello a senso unico»).
«La sospensione della delibera è volta a evitare effetti negativi nell’immediato, soprattutto agli operatori economici, per non compromettere in maniera grave e, forse, irreparabile, il raggiungimento dell’interesse pubblico». Gli amministratori (in scadenza) dimenticano di immaginare una data qualsiasi, per «evitare effetti negativi» agli «operatori economici». Essi non spiegano neanche il nesso tra i commercianti e l’«interesse pubblico». (Per non far fallire Beretta, dichiariamo guerra a San Marino?).
I due giurano che per loro, è prioritario l’impegno per migliorare la qualità della vita ed incentivare la mobilità sostenibile ma anche in questo caso, dimenticano di dire in qual modo.

domenica 8 gennaio 2012

Buon gennaio 2012 – 3

Uno strano inizio dell’anno, da noi. S’è parlato di sicurezza a proposito di Luco dei Marsi.
Ci s’interessa all’argomento quando ci sono notizie che riguardano quel paese e solo in quel caso. (Lo hanno provato in diversi).
Il nostro sindaco in scadenza, considera: «Quando sono arrivato in Comune, Avezzano era un grande paese [...] oggi invece è una cittadina ma non certo più un’oasi felice», in Berardinetti E., Floris: aumenteremo la sicurezza, in «Il Centro» 31 dicembre 2011. E’ ancora un’oasi felice, secondo me, per la categoria dei costruttori, così come lo è stata per questo quasi secolo di vita che abbiamo alle spalle. E’ un’oasi felice per le mezze cartucce, per la gente senza arte né parte, per i servi sciocchi.
Per tirarsi su, il buon Botticchio: www.site.it/aciam-spa-deve-morire-poche-spiegazioni-non-dovute-ed-un-paio-di-missive/01/2012/

mercoledì 4 gennaio 2012

Buon gennaio 2012 – 2

Visto che ci siamo... Avevo consigliato l’assessore all’Ambiente – il 13 dicembre al Comune, per chi c’era –, di spiegare agli avezzanesi il senso della (lodevole, in ogni modo) pista ciclabile che aveva iniziato a costruire. (Perché ha ottenuto soldi pubblici, perché proprio quel tracciato, eccetera).
E’ partita la campagna pubblicitaria «Pedala per Avezzano», all’inizio di gennaio (PardiniApostoliMaggi, Roma). E’ stata sprecata un’occasione per far capire ai concittadini tante cose, da parte dell’ente locale.
Il senso del dépliant sembra prelevato dalle chiacchiere di un qualsiasi bar: basta leggere le prime righe. E’ come se la pista servisse ai tipi strani che, sempre più numerosi, si spostano in bicicletta più che al traffico dell’intera città.
Il suo tratto qualificante (via Salvador Allende, che la connette alla stazione ferroviaria e quindi al centro), è rinviato.
(Si citano anche «aree a traffico pedonale privilegiato già realizzate nel centro». La Ztpp, non ricordando male, è stata revocata circa un anno fa: da allora, si può transitare a 50 km/h).
Il destino cinico e baro, ha fatto in modo che, a forza di chiamarla «isola ciclabile», divenisse tale. Spero, per questo, di non essere un menagramo.

lunedì 2 gennaio 2012

Buon gennaio 2012 – 1

Una storia come tante, durante le festività di fine anno.
Una sorta d’articolo come tanti. Un paio di scatti con qualche rigo di spiegazione, sono bastati per catalizzare l’attenzione di oltre 1.600 persone. V’è di più: è stato uno degli articoli più commentati. (Pista ciclabile o carrabile?!, in MarsicaNews 29 dicembre 2011). Più di una persona che stimo, ha indugiato nella sezione commenti.
Mi ha colpito della faccenda, la frase: «Le foto si commentano da sole!». C’era bisogno di scrivere una frase del genere? Succede il contrario quindi, sì. Sempre.
Marco Belpoliti affermava, in un convegno sulla fotografia dello scorso 19 dicembre: «Per fortuna la fotografia non racconta; ha bisogno delle parole, delle didascalie, come ci hanno insegnato John Berger e Susan Sontag».
Il titolo indicava chiaramente dove andare a parare ed il tono ed il contenuto dei commenti era consono alla pagina web. (Un «frame» contiene in parte il suo esito). Gli avezzanesi non capiscono una pista ciclabile: è inutile costruirne.