martedì 30 luglio 2019

Questioni politico-amministrative

Già, il lato politico-amministrativo. Il restyling della parte alta di piazza Risorgimento è stato un successo, un fiasco, così-così? Il numero dei suoi frequentatori è cresciuto di pochissimo nella nuova configurazione. Io me ne sono accorto dopo cena: vi è più gente rispetto a prima, più bambini in particolare – vi è più spazio per scorrazzare in bicicletta.

È sempre una scommessa, una nuova sistemazione. Può succedere che la piazza «firmata» registri un insuccesso, a differenza della nostra – progettata da uno dei tanti –, che finora è andata bene. In una simile situazione, il politico medio dovrebbe tenere conto di tutto ciò anziché trincerarsi dietro agli interessi di bottega. Dovrebbe valorizzare il risultato ottenuto, anche se non si sa bene da chi: dal progettista, dalla gente, dagli amministratori locali, dall’impresa costruttrice, da tutti quanti insieme. Vedremo.

sabato 27 luglio 2019

Questioni di livelli, di funzioni

Ho scritto più volte delle pietre che rialzarono un tratto di via C. Corradini, anche su carta (CAS 5, 2009). Facevamo una non bella figura – secondo me – a far passarci sopra le automobili, considerando che il rialzo raggiungeva la quota del marciapiede; nemmeno era quello il fondo ideale per il transito dei mezzi motorizzati.
Si è nuovamente proposta la questione in maniera più evidente con il restyling di piazza Risorgimento. Il progetto attuato è chiaramente unitario, le due parti che occupano (abbondantemente) gli incroci hanno perfino un intento storico-artistico, rappresentando la stessa chimera. Quel posto lì significa zona pedonale in Occidente, dal Settecento. (Mi hanno insegnato a separare nettamente – in fase progettuale – la carreggiata dal marciapiede, il flusso veicolare da quello pedonale, all’università).

Spero che sia risparmiata agli avezzanesi la figura degli arricchiti di recente – se non quella dei cafoni rivestiti –, riaprendo quegli incroci.

lunedì 22 luglio 2019

Il fattore M

Mi capitava di aggiungere un’emme alla sigla di un partito locale, da giovane: Dc-m, Pci-m, Psi-m. Serviva a marcare la distanza tra la politica nazionale, regionale e quella nella Marsica, ad Avezzano.
È stata perciò una botta d’orgoglio leggere delle recenti notizie.
«Il Pd di Fina sarà “un partito verde, nettamente ecologista», in F. Falcone, Le prime parole di Fina da segretario Pd Abruzzo: spazio al merito per dare alternativa a questo governo, in «MarsicaLive» 1 luglio 2019. «Le direzioni di marcia del nuovo Pd abruzzese dicono partito verde, di una transizione ecologica dell’economia che non lasci indietro i più deboli», in Michele Fina proclamato segretario all’assemblea regionale del Pd Abruzzo: “Cambiare tutto”, in «NewsTown» 20 luglio 2019. Chi vive ad Avezzano non crede ai suoi occhi, considerando l’opposizione di quel partito alle piste ciclabili, al restyling di piazza Risorgimento. (Non vi è una posizione ufficiale sulla riapertura degli incroci con le chimere).
L’Ufficio Studi Confcommercio ha pubblicato uno studio analizzando gli «indicatori economici nel periodo 2008-2018». Si prende atto che la popolazione è diminuita, come pure il numero degli abruzzesi che possono spendere quattrini – forse anche che la popolazione invecchia e perciò vi sono meno grossi acquirenti in circolazione. Queste, tra le proposte: «Occorre quindi a livello nazionale, al fine di supportare lo sforzo di famiglie ed imprese nel sostenere consumi, investimenti ed occupazione, fare un buon lavoro sulla prossima legge di bilancio, tentando di trasformare l’attuale stagnazione in una variazione apprezzabile del PIL, […] Bisogna, inoltre […] individuare specifiche priorità tra i molti obiettivi dell’Esecutivo, tenendo l’indebitamento sotto controllo e ridurre il carico fiscale», in Abruzzo: diminuiscono gli occupati, calo demografico a L’Aquila e Chieti, in «NewsTown» 18 luglio 2019. Niente da ridire ovviamente: di cosa parlano da alcuni lustri ad Avezzano, invece?
p.s. Scantonamenti, attraversamenti è finito. Finalmente.

martedì 16 luglio 2019

Una divagazione

Faccio anch’io lo storico di quartiere, anche se per pochi minuti. Un prof-scrittore ha citato un frammento di Giacomo Matteotti, pescato in Un anno di dominazione fascista.
«Dicembre 1922. Avezzano. Il dottore Ettore Tramazza, svegliato nottetempo dai fascisti, è costretto a recarsi alla sede del Fascio. Sulla porta trova donne piangenti in attesa e alla ricerca dei loro mariti trasportati prima di lui nella stessa sede. Tutti sono costretti a ingoiare una forte dose di olio di ricino; ad alcuni vengono tagliati i capelli in segno di sfregio. Alcuni giorni dopo, alle 9 della sera, il dottore è di nuovo condotto al Fascio, e alla risposta che voleva querelarsi per le precedenti violenze subite, è di nuovo percosso violentemente. Recatosi alla caserma dei carabinieri per denunziare il fatto, all’uscita è nuovamente bastonato». Si trova in C. Raimo, La lezione antifascista di Matteotti oggi è più utile che mai, in «Internazionale» 15 luglio 2019.

Non è niente di speciale; è una storia come tante di quasi un secolo fa, mi ha colpito un po’ perché è legata al posto dove vivo, un po’ perché la ignoravo – come immagino tutti –, un altro po’ perché non immaginavo un fatto del genere in una città di provincia così sonnacchiosa.

lunedì 15 luglio 2019

Folclore locale (ancora)

Mi hanno fatto leggere degli altri commenti al mio pezzo – ormai vecchio – sul Martello. Mi sono sentito imbarazzato, sorpreso nel venire giudicato per un post tra gli almeno milleduecento che ho finora pubblicato – da persone con cui, tra l’altro, non ho niente a che fare. (È una mia lacuna, la mia ignoranza dell’ambiente Facebook).
I limiti che ho riscontrato nelle «critiche» che mi sono state mosse – anche in questo caso – derivano dall’impiego di una lente di tipo politico-ideologica per analizzare vicende tecnico-amministrative. (Ci tornerò alla fine).  Ne è sortito qualcosa di costruttivo, ancora? No, ovviamente perché si tratta di piani diversi. (M’interessa relativamente se è un qualsiasi escamotage per delegittimare).
Ho lodato per decenni la vita amministrativa di alcune grandi città contrapponendole a quella dove abito. È stato possibile tutto ciò almeno negli ultimi trent’anni, perché? Qual è l’ambiente cui io mi sono riferito?
Un anno e mezzo dopo il mio ritorno definitivo ad Avezzano, abbiamo registrato la caduta del muro di Berlino (1989), la crisi definitiva di un modello alternativo a quello capitalista. Tutto ciò ha significato che si poteva trattare di questioni nazionali o locali, senza doverle più riferire necessariamente a una determinata costellazione di esperienze.
(À rebours). Ho già raccontato di sindaci che praticavano delle forme di raccolta differenziata senza una legge di riferimento negli anni Ottanta – una quindicina prima che fosse varata una normativa in materia. (Non era generalmente una questione tecnico-amministrativa da parte di molti sindaci). A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, tra i Bunten e poi i Grünen, girava un concetto del genere: «Chiudere le centrali nucleari a tutti i costi, anche con l’aiuto di NPD». (NPD = Nationaldemokratische Partei Deutschlands. È un partito d’ispirazione neo-nazista). Scrivo questo tanto per dare un’idea di quanto allora contassero le ideologie presso alcuni gruppi politici e associazioni, in Germania (Ovest). Lessi appena tradotto in italiano nello stesso periodo, J.-F. Lyotard, La condizione postmoderna, 1979. Il succo del volume è la fine delle Grandi narrazioni: marxismo e liberalismo.
(Scrivo una banalità: una città bene amministrata è migliore di una che non lo è). Mi è perciò capitato di lodare su questo blog le iniziative che mi piacevano di diversi sindaci, mentre ho criticato quelle che erano, secondo me, sbagliate.

Torno ad Avezzano. È per sé scarsamente produttivo l’utilizzo di un armamentario politico-ideologico ai nostri giorni, immaginarsi in una situazione di provincia dominata dal familismo amorale, il cui voto alle Amministrative è essenzialmente clientelare. (Giungono i primi aliti delle prossime elezioni e iniziano ad agitarsi le vecchie banderuole…)