venerdì 27 giugno 2014

Dietrology in U.K.


È uscito un altro strano pezzo, nei giorni scorsi:
Se n’è parlato poco nel Web e sulla carta stampata, comprensibilmente. (Vero, inventato o così-così, non è un problema secondo me).
Un paio di semplici considerazioni.
1) Nel Fucino si è certo assistito ad allagamenti, ma la loro data è prossima alla costruzione dell’impianto (Telespazio) più che ai nostri giorni o a 5-10 anni fa. 2) È ben strano aver timore degli allagamenti in piena campagna dove la capacità di drenaggio del suolo è senz’altro maggiore di quella in città. In breve: che dovremmo noi pensare nelle nostre città quando piove, dove il suolo è generalmente ricoperto da cemento e asfalto?
L’allagamento è un problema giusto in città perché si può risolvere eliminando un po’ d’asfalto e di cemento. (I tubi c’entrano in modo relativo).

lunedì 16 giugno 2014

Dellelmo biscipio


Lo scorso 14 verso le 21 mi sono recato in piazza Risorgimento per assistere all’accensione della fontana «tricolore» – in occasione della prima partita dei Mondiali di calcio. Dopo un quarto d’ora di vana attesa, ho preferito tornarmene a casa; ignoro com’è andata a finire. (I fari colorati in ogni modo, c’erano).
Cambio orari di uscita, con la bella stagione e mi capita di passare spesso davanti alla «fontana luminosa» all’incrocio tra via G. Garibaldi e via XX Settembre. (Più d’uno l’ha ribattezzata «Fontana viola» per via di uno dei numerosi colori che sfoggia nelle ore di buio). Tanti mi sconsigliano di frequentare quel posto di sera, volendo risparmiare a un caro amico tanta «pacchianeria». Io ci passo in realtà un po’ per controllare se hanno disattivato gli effetti di luce e un po’ per incredulità: non mi sembra vera per quanto la sua posizione – dentro un’aiuola spartitraffico – è una sorta di marchio di fabbrica, un «Made in Avezzano». (Ho sempre avuto una certa predilezione per il kitsch e il trash, come sa chi mi conosce).
M’interesso alle fontane dal tempo dell’università e mi succede di consigliare caldamente a chi si reca a Roma di fare un salto alle 7-8 di notevoli che si trovano al centro. (Si tratta di manufatti dello stesso periodo artistico, in realtà). Meritano poco tempo le due più famose: è preferibile concentrarsi su quelle meno note per capire meglio come «funziona» (funzionava a suo tempo) una fontana, come va impostata una fontana. Roma è in realtà ricca di fontane di ogni genere e di ogni epoca ed è semplice capire che ci si trova di fronte a una vera e propria «cultura» dell’acqua. Per noi provinciali – non solo geograficamente – è abbastanza sconvolgente un’esperienza simile e abbiamo la possibilità di renderci conto quanto abbiamo cancellato minuziosamente l’esperienza del terzo lago d’Italia. (Almeno una volta l’anno porto qualcuno dalle parti di via N. Paganini per indicare dove scorreva una sorta di rigagnolo fino a qualche decennio fa, prima d’essere intubato e interrato – il cosiddetto Rio).
Non sappiamo progettare le fontane più in generale e dalle nostre parti, in modo particolare. (Le nostre vasche sono almeno ridicole – si usa scavarle per nascondere il problema. Per non parlare di ciò che nasconde il getto).
È facile commettere degli errori in situazioni simili e perciò – in caso di horror vacui – è consigliabile riempire le rotonde con le classiche siepi, fiori, «sculture», «teste», lampioni, cartelli pubblicitari, eccetera. (Certe opinioni vanno guadagnate con i piedi…).

venerdì 13 giugno 2014

E il mendicante arabo


Tempo addietro girava uno strano pezzo nel web locale:
Qualcuno (ignoto) con mansioni e interessi altrettanto ignoti, aveva visitato una fabbrica locale (Avezzano, ma anch’essa ignota) e qualcuno aveva rimosso momentaneamente il crocefisso. Il motivo della sua visita e l’esito della stessa sono tuttora ignoti. Non si conoscono neppure le generalità di chi ha ordinato la suddetta rimozione. (Nel senso: il/la signore/a che dentro casa propria si è comportato come si usa in casa propria).
La notizia – si fa per dire – aveva provocato un vespaio di commenti e soprattutto numerose prese di distanza dalla presunta rimozione e dal suo autore.
Ignoro com’è andata, ma posso immaginarlo con buona approssimazione. Penso che qualche mediorientale (presumibilmente musulmano) con un sacco di quattrini – non un venditore di cianfrusaglie, un garzone del fruttivendolo o un imbianchino che lavora in nero –, abbia messo piede dalle nostre parti per trattare un affare a molti zeri. S’è trattato di un incontro tra benestanti, persone danarose. (‘ma tutto questo Alice non lo sa’).
Può aprire gli occhi a qualcuno – non a molti, da queste parti – solo un Gran Premio di Formula 1 a Natale: speriamo bene!

martedì 10 giugno 2014

sindaci a sovranità limitata


Due minuti di psicogeografia.
M. Spallone che pur passava per «decisionista», subiva i malumori dei bottegai locali per via di alcune decine di metri e due-tre ore d’area pedonale (via C. Corradini) – eppure il suo Piano regolatore prevedeva qualche chilometro di percorso pedonale.
A. Floris ha ereditato tale situazione cui ha aggiunto la pedonalizzazione di corso della Libertà. È stato anche lui rimbrottato per gli orari e i giorni dell’area pedonale (via C. Corradini).
Tutto ciò è passato nelle mani di G. Di Pangrazio che si è ritrovato in mano anche il progetto vincente per il restyling di piazza del Risorgimento. Tale progetto come ho già scritto, prevede la pedonalizzazione di un breve tratto di via C. Corradini e immagino sarà avviato a fine mandato – com’è consuetudine.
Ha subito anche lui, le lamentele dei bottegai locali per l’orario festivo eccessivamente lungo dell’area pedonale estiva:
(Ho parlato giusto di uno straccetto di centro. Ad Avezzano non c’è nemmeno un metro d’isola pedonale).

lunedì 9 giugno 2014

Birdland


È bene segnalare un fatterello, visto la composizione di una zona del mio pubblico (WWF).
Venerdì scorso io ho visto (in gergo si dice: avvistato) un airone volare su piazza del Risorgimento. Non chiedetemi che tipo d’airone era: non arrivo a tanto.