(Per chiudere). L’ultima arrabbiatura dell’anno
è racchiusa nella legge di Bilancio, tuttora in discussione. Mi riferisco
almeno alla proroga della direttiva (europea)
Bolkestein di quindici anni; si sta
aprendo un varco verso la sdemanializzazione delle spiagge della Penisola: se
n’è accorto qualcuno? Qualche giovane che in questi quindici anni voglia
intraprendere l’attività di gestore d’impianti balneari? Diventeremo mai
europei o almeno moderni? (Altro che comestà!)
Una delle peggiori notizie del 2018,
almeno per me, è stata la chiusura di PrimaDaNoi.
Loro stanno provando a uscire nuovamente attraverso una sottoscrizione e spero
bene, si tratta di aspettare almeno un altro mese per saperne di più.
È stata una bella sorpresa, un’intervista
a Lino Guanciale (doppiozero, 20
dicembre): bisogna mandare giù una montagna di libri per svolgere al meglio, un
lavoro fisico come quello dell’attore. (Do
you remember Vittorio Gassman?) Non immaginavo che Guanciale fosse così ben
strutturato.
C’è una frase di Claudio Piersanti che quest’anno
mi ha illuminato riguardo al mio funzionamento – anche quello di una parte dei
miei coetanei –, «Per Claudio [Lolli] l’amicizia non era semplicemente molto
importante: era tutto», 21 agosto 2018.
La domanda che più volte mi è girata per
la testa in quest’anno che sta per terminare: può esistere uno stato democratico,
con tutta l’ignoranza che s’incontra in giro?
(Chattanooga
Choo Choo). È simpatica l’immagine di un grosso furgone parcheggiato ieri,
sulla pista ciclabile in corso della Libertà; ho visto un tipo pedalare da
quelle parti nel pomeriggio – con quel freddo e soprattutto l’abbigliamento
tecnico dei nostri giorni.
Peace. (Buon 2019 a tutti, ci si risente tra una
settimana o poco più).