venerdì 31 ottobre 2014

making space


Ho seguito – sul Centro cartaceo – questa vicenda:
Ho notato ipocrisia nel dibattere soprattutto da parte della categoria finita nel mirino e mi dispiace non poter aggiungere dei link adeguati.
Voglio istallare il nuovo sistema operativo al pc ma so che avrò problemi di «spazio» e di velocità: che fare? Lo istallo o mantengo la vecchia macchina? Da decenni, si trovano sul mercato case con doppi servizi e perciò, più «grandi» delle vecchie pezzature di almeno quattro mq: che fare, se ho i soldi contati per una tradizionale? Da anni, è divenuto complicato qualsiasi lavoro autonomo o professionale, che fare: vado dal commercialista o passo un paio d’ore alla settimana a fare i conti? (O cambio lavoro?).
Alcuni commercianti ed esercenti ingombrano gli spazi pubblici 24 ore su 24, con i loro stalli della raccolta differenziata. (Abusivamente, suppongo). Il Comune glielo fa notare e loro, sono contrariati.
Tutto ciò dipende però da un’elaborazione comune del concetto di spazio: è «naturale» per loro comportarsi così. (Lo spazio per gli stalli non è l’unica cosa che manca dentro alcuni locali).

lunedì 27 ottobre 2014

and then so clear


Da un paio di giorni, si sta discutendo su questa base, da noi:
Si propongono interviste a personaggi che per quanto titolati inspiegabilmente, finiscono per complicare le cose.
È una vecchia storia quella dei tumori nella nostra zona legati all’alimentazione. (Messa in giro da medici, non da biologi). Se ne sa abbastanza poco secondo me, per stabilire se stanno in tal modo le cose o altrimenti e sarebbe il caso di evitare dei giudizi.
È bene ricordare però che un conto è lo «stravizio» alimentare di qualcuno – o di molti, non interessa –, un altro è l’esorbitante quantità di sostanze cancerogene rilasciate nell’ambiente ogni anno e alla portata di tutti, di là della singola reazione.

martedì 21 ottobre 2014

Un'aggiunta


Ce n’era anche per l’Amministrazione comunale nel comunicato (Cmsm) cui ho accennato ieri. È circolato poco finora nel web, purtroppo. Ne pubblico qualche stralcio:
«Dove sono finiti i soldi vinti dal comune di Avezzano per costruire la ciclabile su via Roma? Perché ancora nel 2014, dopo due sentenze al TAR, il Comune di Avezzano non istituisce un’isola pedonale al centro città? Perché non rendete noto ai cittadini, lo «studio di fattibilità» per rendere via XX Settembre di nuovo a doppio senso di circolazione? Sempre se ve ne sia uno. […] Chiediamo che siano aumentate le zone a 30 km/h nelle aree residenziali della città […]. Chiediamo di riposizionare gli autovelox in via XX Settembre che furono divelti poco tempo fa, e di istallarne nuovi nei punti critici della città. Secondo la legge 366/98, in vista dell’accomodamento della piazza difronte la chiesa di San Giovanni, chiediamo che vi sia un restringimento sostanziale della carreggiata stradale (altro modo per scoraggiare la velocità automobilistica) ma di considerare anche di realizzare un percorso ciclabile».
(‘meantime outside life goes on | all around you’. Spero che saranno ultimati i marciapiedi di via delle Industrie, entro la prossima settimana. Sono stretti è vero, ma la situazione è indubbiamente migliorata rispetto a com’è stata – per decenni –, fino a 15-20 giorni fa).

lunedì 20 ottobre 2014

Lestrigoni


Da settimane una testata online ha lanciato una campagna contro i dossi (attraversamenti pedonali rialzati). Ho notato che tale tema interessa anche la politica locale: ne ho parlato nel post precedente. Il documento cui si riferisce il pezzo di MarsicaLive si trova qua:
Scrivo qualche altra considerazione a mente fredda.
Pervenendo a conoscenza di un’illegalità o un crimine, mi reco da un magistrato e non lo scrivo su questo blog o al lontano parente Oltreoceano per dimostrare quanto sono divenuti cattivi gli italiani. Domanda: perché non è successo?
Mi è sembrato che nel comunicato ci si riferisca alla Legge più che alle comuni leggi (nazionali, regionali, locali), ai regolamenti e alle scelte particolari dettate dal buonsenso e dalla consuetudine. (Una Legge intoccabile sebbene cervellotica, a tratti).
Che cosa è stato proposto per «conciliare le esigenze di sicurezza dei cittadini con [la] Cultura della Legalità»? Niente, di fatto. Ci voleva tanto a dare uno sguardo al web e citare la prima o la seconda soluzione che capitava sotto gli occhi?
La mancanza di proposte è legata soprattutto all’ignoranza della situazione che si descrive. Perché sono stati costruiti gli attraversamenti pedonali rialzati? Io ne ho una mezza idea al contrario di chi vuol farli rimuovere: «supponiamo» chi?
È tutto da dimostrare che i «dossi»: «sono un vero pericolo sia per il transito dei veicoli di soccorso (Ambulanze e mezzi dei Vigili del Fuoco) che per l’integrità dei veicoli privati».
Io consiglio – per l’ennesima volta – di consultare il nostro Piano traffico (2003), prima d’imbarcarsi in avventure del genere. Anche al comunicato Cmsm. (Non guasta nemmeno un’occhiata al Vecchio Testamento: se TU affronti un dosso alla giusta velocità, eviti di strusciare il fondo della tua automobile e preservi l’«integrità» del veicolo. Tuo).

domenica 19 ottobre 2014

That, Not That


Volendo scrivere qualcosa sui nostri dissuasori-passaggi pedonali (ho difficoltà a chiamarli in qualche modo), riprendo il concetto di promiscuità espresso in:
Ne scrivo in margine a una polemica comparsa sul Centro (cartaceo) di oggi. Lo trovate anche qua:
Il problema vero è la gestione del traffico ad Avezzano: non ci sarebbe bisogno di dissuasori, piste ciclabili o altro, funzionando essa alla perfezione. (Funzionando la città in un modo più razionale).
Da noi si registrano incidenti automobilista-pedone, dove sono prevedibili – perché possibili – (strade di scorrimento) e dove meno te li aspetti (Quadrilatero): perché? Succede questo perché via C. Corradini (o via G. Mazzini) funziona come via XX Settembre-SS 5 – (o via Roma-SS 5). Una strada interna come via Corradini non presenta interruzioni di sorta (stop, isola pedonale, altro) per cui gli automobilisti tendono a percorrerla al massimo della velocità consentita (50 km/h); danno loro fastidio i passaggi pedonali che incontrano durante il tragitto. (Ignoro le lamentele di chi, pur non avendo le capacità, guida i mezzi di soccorso).
Guardiamo le cose da un altro punto di vista. Ho percorso un paio di mesi fa circa dieci metri contromano (a piedi) della ciclabile Nord – la parte «aggiunta» lungo via E. Tarantelli: la più pericolosa per i pedoni. Sono stato rimbrottato pesantemente da un cicloamatore di passaggio che la reclamava tutta per sé. (Una ciclista si sarebbe almeno calata nei miei panni).