martedì 29 dicembre 2015

Scampoli 3


L) (L’ultima). Il catorcio di cui ho trattato lo scorso 18 dicembre, è stato rimosso. (Vi era una notizia in tal senso, il giorno seguente). Si è rischiato di ritrovarci definitivamente quel ferrovecchio tra i piedi; in uno spazio pubblico, molto frequentato e anzi sovraffollato soprattutto nei pomeriggi e nelle serate estive. (I quattrini hanno prevalso sulla vanagloria: è stata un’aspra battaglia tra titani).
m) A spasso nella luce delle luminarie natalizie. Ci pensava il Comune, un tempo, poi in collaborazione con i commercianti, infine solo i secondi: è una questione di percentuale, ogni anno. I singoli commercianti ci pensano da soli ad addobbare con le luminarie il proprio esercizio, da almeno tre anni. Si notano in giro per il centro dei negozi investiti dalla propria luce e da quella del comune, mentre in periferia è tutto rimasto all’incirca come prima. (Qualche commerciante chiederà «giustizia» di tutto ciò).
n) Il mio post più letto nel 2015 è stato Provincialismo 2.0: qualcuno l’ha fatto girare su Facebook e OkNotizie. Sono stato letto in tutti e cinque i continenti, durante quest’anno. A proposito d’internet, questo è uscito una settimana fa:
o) Me ne sono stato calmo ma soprattutto zitto, lo scorso novembre: ho fatto bene con il senno di poi. Mi va oggi di riportare giusto qualche vecchio verso di Gregory Corso per i cousins: ‘Childcity, Aprilcity, | Spirits of angels crouched in doorways, | Poets, worms in hair, beautiful Baudelaire, | Artaud, Rimbaud, Apollinaire, | Look to the nightcity’. (È in inglese purtroppo). Coraggio.
p) Per chi si trovava la sera di una settimana fa ad Avezzano, al Teatro San Rocco: la situazione tra i ghiacci della Lapponia è migliore di quanto da noi immaginato. (Potevamo solo immaginare).
Buon 2016 a tutti! (3/3)

lunedì 28 dicembre 2015

Scampoli 2


G) C’è qualcosa che ho dimenticato di trattare durante l’anno.
La prima è la chiusura del giardino dietro al Comune, lungo via XX Settembre – dopo tanta pubblicità per la sua apertura al pubblico, l’anno passato. La seconda è una bonifica che ha fatto scomparire un pezzo di zona umida tra Avezzano e Celano – località Paludi, ovviamente. La terza è la novità della doppia presentazione dello stesso libro in tempi ravvicinati in questo sputo di città: l’unico sistema per vendere. Ho glissato sulla morte di Morando Morandini; ho un buon ricordo di lui per la sua disponibilità a discutere con gente che aveva meno della metà dei suoi anni e una vita davanti. L’ultima è riassumibile nella domanda: negozio di birra o birreria?
h) Agli inizi di maggio ho letto in ospedale un avviso riguardante i ricoveri: non ci avevo mai fatto caso o l’hanno appeso dopo febbraio 2014. Bisogna essere accompagnato da un familiare, quando si entra da quelle per un intervento chirurgico. Ho ridacchiato tra me e me, inserendolo nel frame «famiglia», circolante negli ultimi anni nella nostra Italietta abbastanza provinciale. (È da tenere a mente, nel caso contemporaneo di un’operazione inaspettata e di un soprassalto senile di froceria).
i) Mi ha preso una strana gioia nel veder scritto «Piazzolla» con due elle, in una locandina.
A proposito di musica, è approdato anche da noi Klaus-Peter Diehl. (Ne avevo letto qualcosa due-tre anni fa). L’ho riconosciuto da lontano e ho indugiato un po’ per vedere come lo trattavano i miei compaesani, evitando di passare dove si era fermato – edicola di piazza Risorgimento. L’hanno preso per un vecchio vagabondo travestito da orchestrale per via del «battichiappe» che si divertiva a suonicchiare in giro; non ha aiutato né il suo portamento né tanto meno la qualità dell’esecuzione o le sonorità che lui produceva. (Perle ai porci, al solito). Non gli ho mollato nemmeno un centesimo ma me ne sono reso conto solo dopo – era sparito, quando sono ripassato. (Gli è stato sottratto il suo prezioso – letteralmente – flauto, una ventina di giorni fa). (2/3)

domenica 27 dicembre 2015

Scampoli 1


È stata un’ottima annata per me, come tutte quelle che terminano con il cinque. (È l’occasione per ringraziare tutti quelli che mi hanno festeggiato – a lungo – mesi addietro). Ecco una lista delle cose da tenere a mente.
a) «Non li trovo mica per strada i soldi!». Ho sommato gli spiccioli trovati in giro durante l’anno e sono arrivato a 1,73 euro. (Non mi capitava da anni di racimolare così poco).
b) Aggiunta, per i pochi che possiedono il mio Nuove cancellazioni (2015). Va inserito: «concorso a premi» (Celano), «gemellaggio» (Scurcola Marsicana), «manifestazione in costume» o «festa in costume» (Avezzano), «moneta» nelle iniziative per il Centenario del terremoto. (A pagina 33).
Aggiunta, per gli altrettanti sparuti che possiedono il mio Dimenticare-Vergessen (2014). Nella sezione delle tradizioni inventate basate sul termine «Marsi»: Il cammino delle tre Madonne marse, imarsi, MarsiCup, Il Mercatino dei marsi, Orso marso, Marsi Cup, Marsi League, Marsi League 3, I Marsi League 2.0, La Chimera Nera, Primo Torneo Amatoriale Marsi Volley 2014, Marsorum Street King, I marsi 2015. (A pagina 47).
c) A proposito di libri. Quest’anno il mio nome compare un libro – non era mai successo prima. Il mio nome (e cognome) compare in L. Gianotti, La spirale della memoria, Edizioni dei cammini 2015. C’è un modenese con qualche anno meno di me che non ho mai incontrato di persona, ma che conosce – e riconosce – un paio delle mie pubblicazioni a differenza dei miei numerosi compaesani sempre tra i piedi. (C’è l’altrui censura dietro ai miei incidenti «diplomatici» degli ultimi anni. Io catalogo le cose che mi si parano davanti e finisco per nominare in teoria tutto e tutti, mentre i sedicenti-qualcosa scelgono accuratamente le persone di cui circondarsi).
d) Le immagini che mi sono rimaste impresse. Le conoscete tutti tre che sono girate nel web: una batteria per aspiranti Ginger Baker, bruciata con i bigottoni mascherati e armati a godersi lo spettacolo – un oggetto giustiziato, prima del massacro al Bataclan –, la foto-reporter ungherese che fa cadere un migrante siriano che corre con un bambino sulle spalle e un gruppo d’integralisti animalisti che separa un cagnolino da un barbone, a Parigi. C’è un altro paio che non avete visto perché non vi è documentazione: un tossico in piena estate vestito come in autunno inoltrato (crisi d’astinenza) e un maghrebino che fa l’elemosina a un’anziana (italiana) che non se la passa bene da anni. (Un conto è stato guardare su uno schermo le immagini delle code per la vendita dei biglietti per il concerto di Gianni Morandi, un altro trovartele di traverso mentre passeggi placidamente – riconosci anche qualcuno).
e) Ho scoperto come si pronuncia correttamente: «Wittgenstein» – con la g dolce altroché.
f) Nella prima metà di luglio – la parte più calda dell’anno – ho incrociato tre uccelli morti, in tre giorni. Un amico ha scansato dal centro della carreggiata un picchio (Picoides minor) all’incrocio tra via mons. P.M. Bagnoli e via Vittorio Veneto, in pieno centro. Era la prima volta che vedevo quel tipo d’uccello in città. Ho visto due merli (Turdus merula) stecchiti alla prima nevicata oltre gli 800 metri – 20 novembre. (1/3)

venerdì 18 dicembre 2015

Amnesy International


«Venerdì 12 dicembre alle ore 10, in Piazza Torlonia, verrà esposta al pubblici, per almeno sei mesi, una delle prime locomotive (la Monte Velino costruita dall’Industria Henschel del 1917) […] È un evento di grande spessore storico-culturale ed emotivo quello realizzato dalla Pro loco che ha voluto restituire agli avezzanesi una concreta testimonianza del loro passato», Centenario del terremoto, nuove iniziative della Pro Loco di Avezzano, in «TerreMarsicane» 2 dicembre 2014 (è mio il grassetto). Ha voluto proprio restituirci quel catorcio (ferrovecchio) a quanto sembra.
Il lato peggiore della situazione è che Pro loco Avezzano, non si rende conto che piazza A. Torlonia è uno spazio pubblico.
(Ci si risente alla fine dell’anno, per gli auguri).

martedì 15 dicembre 2015

il bis


Troppo buono io? Il comunicato citato nel post precedente è composto in politichese e perciò è poco o per niente utilizzabile da un’associazione o da un amministratore locale. (Esso vale per sé, non per ciò che sta scritto).
«abbiamo otto cartelli indicanti lo stadio dei Marsi» ma non uno che indica il cimitero, in città. C’è davvero bisogno ad Avezzano (42mila abitanti) di un cartello indicante, dove sono sepolti gli altri avezzanesi? (Manca anche l’indicazione per il forestiero in transito di una diramazione, una bretella… perché non c’è una diramazione, una bretella. Sarebbe invece utilissima l’una o l’altra – anche senza cartelli).
Scrivi: «Il dibattito in città purtroppo non va oltre l’isola pedonale» e poi tu vuoi addirittura discutere – in un «tavolo» – con perdigiorno che partecipano a tale futilissima contesa (a favore, contro) da oltre trent’anni e che riguarda solo un pezzo di città. Tale associazione dei consumatori com’è schierata a proposito: favorevole, contraria? O la questione è – nel politichese di quarant’anni fa – «ben altra»?
«noi della periferia vorremmo avere una circolazione migliore [e] aria migliore». La zona più inquinata d’Avezzano è invece il Quadrilatero e le sue immediate vicinanze: non c’è bisogno delle analisi dell’aria, si può arrivarci attraverso il ragionamento. (Mancano com’è ovvio, le istituzioni con i loro strumenti ma soprattutto la «tecnica», nel comunicato che ho considerato).