martedì 27 febbraio 2018

Una lacuna?

(Dovrei parlare della nevicata, in realtà). Nel precedente post non ho per nulla dimenticato di citare il malumore – vero, presunto – della parte «civica» (Aratari, Cipollone, Dominici, Pierleoni o solo due di loro) dell’alleanza elettorale targata De Angelis e ciò era chiaro secondo me. Mi spiego meglio.
Le liste civiche nascono in Italia a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta del secolo scorso; esse sono state senz’altro favorite dall’elezione diretta del sindaco (1992). Costituisce o propone una simile lista chi pur trovandosi dentro un partito, cerca di allargare il proprio consenso; vi sono anche delle associazioni che provano a rendere più incisiva la loro azione nella società attraverso una presenza nell’istituzione locale. Tale avventura – che non ha lasciato una traccia tangibile nella vita politica e amministrativa italiana –, è terminata alla fine degli anni Novanta. Almeno secondo me. I partiti politici hanno continuato a promuoverle – sono comode per nascondere di tutto –, mentre chi operava nel sociale (ambiente, handicap di vario genere, ecc.), ha generalmente smesso perché lo considerava tempo sprecato: gli elettori erano puntualmente irriconoscenti.
Non voto per abitudine alle Amministrative ma non mi sarei recato ugualmente alle urne l’anno scorso: cinque candidati sindaci su sei erano portati, infatti, da liste civiche e l’unico contrassegno nazionale, era di un gruppo che considerava se stesso non un partito bensì un movimento e cosa peggiore, dichiarava essere né di destra né di sinistra.
Trattando delle scorse Amministrative mi sono inizialmente fidato – com’è normale e soprattutto corretto –, di ciò che i candidati hanno messo in circolazione. Ho avuto però un ripensamento alla luce dell’esperienza, dell’incrociare alcuni dati – non molti –, com’è noto. Vi saranno certo numerose persone – appartenenti alle svariate liste – che oggi, con il senno di poi, si sentono usate in qualche modo da chi nel 2017 gli ha proposto una candidatura: sono fatti loro. (Nel caso particolare: un conto è puntare a uno o massimo due consiglieri, un altro è avere come obiettivo la maggioranza dei seggi e perciò, la poltrona più alta).

È comprensibile altresì, almeno secondo me, come la mattina del 26 febbraio De Angelis (centrodestra) abbia attaccato la Regione Abruzzo (centrosinistra) per la sua – vera, presunta – mancata collaborazione nella manciata di mesi in cui egli è sindaco. (Inoltre). Vuoi che un sindaco avezzanese, civico – che più locale non si può –, resista alla voluttà di votare, appoggiare un candidato all’uninominale alla Camera che è un perfetto sconosciuto, per giunta di fuori? No! Cerrrrto che no.

lunedì 26 febbraio 2018

Radio Bar(i) 5

Si discute della situazione nel Comune in giro, nonostante il maltempo – sì, sono uscito nonostante la nevicata e il gelo. Vi è di mezzo, l’incontro odierno del centrodestra e il gruppo di De Angelis per la firma di un patto per lo «sviluppo» e il «rilancio» d’Avezzano. È stata una botta di gioventù, leggere che qualcuno propone (nuovamente) di votare un altro perché è una maniera di portare le richieste della nostra città addirittura in Parlamento. Tutto come ai tempi dei Clash, Simple Minds, Tuxedomoon e Talking Heads; ricordo almeno io anche com’è andata a finire.
La prima cosa che ho notato nel comunicato che annunciava l’incontro e rimasta impigliata nei pezzi di un paio di testate giornalistiche (IlFaro24, NewsTown), è: «città metropolitana di Avezzano». È bene precisare: Avezzano non rientra nel novero delle Città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia). (Il capoluogo marsicano non è nemmeno una «città territorio», secondo il pensiero di Giovanni Di Pangrazio). Ho poi ripensato a un frammento che avevo utilizzato nei miei post dedicati alle Amministrative 2017: «Sembra infatti, che il candidato sindaco che sarà appoggiato da una parte scolorita del partito di Berlusconi abbia promesso, con altri, di passare (dopo le elezioni) a Forza Italia», Antonio Morgante in AbruzzoWeb 11 marzo 2017 e AvezzanoInforma 13 marzo 2017.
Ho preso a chiamare centrodestra l’alleanza elettorale di De Angelis dopo l’endorsement di Silvio Berlusconi – giugno 2017. (Ok era abbastanza difficile rifiutare un appoggio da un simile ingombrante personaggio). Ho rimproverato ai promotori, ancora in quel periodo, la pubblicità alle visite di politici di lungo corso o abbastanza noti: sarebbe stato utile glissare per irrobustire l’immagine del raggruppamento civico imposto all’inizio.
È facile chiedersi quale sia il senso di una simile riunione a sei giorni dalle Politiche: i partiti nazionali che – com’è ovvio – si presentano anche da noi, avrebbero dovuto già pensarci ad Avezzano. Leggere il 22 febbraio 2018 che si sta ancora elaborando il testo da approvare, fa tenerezza: «Non appena il documento programmatico sarà elaborato in tutti i suoi dettagli».
Bene, abbiamo da una parte un’alleanza «civica» locale e dall’altra un eterogeneo gruppo di liste e partiti nazionali che nelle nostre parti si trova avanti, stando a tutti gli ultimi sondaggi (23 febbraio). (Il centrodestra si trova in testa nella Marsica anche in tutti quelli precedenti). Era proprio necessaria, strategica Avezzano? (Poi). Un’alleanza politica nazionale offre una sponda a una lista civica, perciò locale: questa come ricambia? Sciarpe di lana – con questo freddo, buffetti sulle guance, barattoli di miele? No, penso che essa dovrà travasare i propri voti nel centrodestra alle imminenti Politiche. Il sindaco non ha problemi a quanto pare: «la mia collocazione naturale è a destra», citato da Luigi Salucci, 20 febbraio 2018. È spuntato più di una volta questo ritornello di De Angelis in campagna elettorale: «la mia è una coalizione civica che è composta da diverse anime, ci sono di centrodestra e di centrosinistra», (AbruzzoWeb 27 giugno 2017). Ho la sensazione che alle Politiche alcuni elettori di De Angelis – pochi, in verità – torneranno alla casa-madre (Pd, Leu, Pap), mentre molti di più si riverseranno su M5s – è stato dopotutto per quattro anni il primo partito ad Avezzano. (Fatti loro in ogni modo).

La situazione oggi sul tappeto è di non facile soluzione. I nuovi arrivati – nel senso: Udc – chiederanno qualcosa di sostanzioso per garantire il loro appoggio negli ultimi quattro anni e passa. Si accontenteranno essi solo di un assessorato «pesante»? Io lo ignoro ma già questo metterà in crisi ciò che rimane della configurazione iniziale; gioverebbe in tal caso un altro accordo dopo il 4 marzo con i nuovi (?) alleati: si dirotta qualcuno su un’altra poltrona. Il programma elettorale premiato dai cittadini è davvero l’ultimo dei problemi, altroché. Io ritengo, come ho già scritto di recente, che Gabriele De Angelis debba proseguire nonostante tutto, è bene non interrompere la consiliatura. Ho notato intorno a lui un clima di grande entusiasmo e di partecipazione da parte di molti consiglieri (giovani, di mezz’età) negli ultimi mesi; gente che ronzava costantemente intorno al municipio. È stata l’unica (bella) novità che io mi ricordi ad Avezzano – al netto dei risultati raggiunti. Un simile clima è stato importante per la città e in generale in un (ormai lungo) periodo di disaffezione quando non di rigetto nei confronti di tutto ciò che concerne la politica da parte degli italiani. Tutto ciò svanirà per le ragioni della Realpolitik. (‘e come tutte le più belle cose | vivesti solo un giorno come le rose’)

sabato 24 febbraio 2018

The Duellists 2

Evito Twitter ma sarebbe comodo, talvolta.
(Armand e Gabriel. Ancora loro). Viviamo un periodo d’incertezza, legato alla recente sentenza del Consiglio di Stato: abbiamo in Comune il sindaco di un «colore» e la maggioranza di un altro. Tutto ciò si ripercuote sulla vita amministrativa, rallentandola o intralciandola. Girano nel web però, più comunicati legati alle vicende dell’ex-Arssa, al trasloco della Polizia locale in quelle parti e allo stato di Palazzo Torlonia che a tale momento critico per gli avezzanesi. (Si è giunti anche ai bisticci tra funzionari). È normale o un po’ strano? È anche bene ricordare che ballano per quel complesso, quasi cinque milioni di euro (Masterplan).
Mi ha colpito questo brano di recente, perché l’ho trovato buffo: «La stanza nobile [Palazzo Torlonia] è stata, per assurdo, data in uso gratuito al collegio professionale dei tecnici sanitari di radiologia medica, con un’anomala concessione a firma dell’ex sindaco Gianni Di Pangrazio», in «MarsicaLive» 22 febbraio 2018. (Non tutte le testate l’hanno riportato).

La domanda che avrei postato su Twitter è: dove caspita li ha pescati questi radiologi?

venerdì 23 febbraio 2018

The Duellists +

Un’obiezione all’ultimo post è l’uso di «amministrativo» anziché «politico». Quelli più giovani di me confondono – comprensibilmente – i due termini e usano il primo che gli capita. (Proprio come me). Si tratta di campi diversi in realtà. Vi era chi provava a scalare la piramide di un partito e chi si ritrovava nella pubblica amministrazione tra gli iscritti a un partito, fino a trenta, quarant’anni fa. Si trattava di ambienti poco porosi e un posto da segretario di sezione dava in ogni modo più prestigio di un assessorato in un Comune. È cambiato tutto negli ultimi decenni: i due ruoli sono ormai pressoché sovrapponibili.
(5 marzo 2018). Nelle mie fantasticherie immagino che qualcuno vincerà le prossime Politiche in maniera strabiliante e darà inizio a un lungo periodo di festeggiamenti per l’Italia – Sex & Drugs & Rock & Roll. Potrebbero anche esserci possibili interminabili liti, recriminazioni, accuse e notti dei lunghi coltelli dentro i partiti che hanno perso malamente. È invece sicuro che nemmeno dopo una settimana dai risultati, sia Confindustria sia i sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil), inviteranno i partiti in Parlamento, come da tradizione, ad accordarsi per formare prima possibile un nuovo governo – le pensioni, la programmazione economica, le rivendicazioni, le richieste, i contratti da chiudere, gli investimenti, le vertenze in corso, ecc. È mancato in questo frangente ad Avezzano, proprio un partito, un sindacato, un’associazione di categoria – anche una testata giornalistica degna di tale titolo –, che abbia fatto comprendere alla classe politica i probabili contraccolpi dovuti a un periodo di stallo dell’attività amministrativa sulla vita materiale della collettività. (Non ci voleva molto da parte delle varie liste, partiti e raggruppamenti far conoscere agli elettori l’evoluzione della nostra vicenda. Troppa fatica?).

Mi rendo conto che non è una passeggiata per De Angelis traghettare nell’attuale maggioranza il primo partito della città (Udc), per più di quattro anni soprattutto.

giovedì 22 febbraio 2018

The Duellists

Non si sono sprecati in comunicazione i partiti nell’attuale congiuntura al Comune d’Avezzano: hanno qualche idea in proposito? Mi ha fatto arrabbiare all’inizio, il comunicato di LeU regionale che proponeva di tornare alle urne (20 febbraio). (Qualcuno ricorderà che lo stesso è stato smentito in qualche maniera da LeU Avezzano due giorni dopo, invitando a proseguire).
Tre dei candidati sindaco alle ultime Amministrative, provenivano dalla stessa alleanza politica; nessuno aveva una tessera di partito in tasca al momento della candidatura. I due principali contendenti hanno trascinato nella loro azione i maggiori partiti presenti nel capoluogo marsicano. La campagna elettorale è stata abbastanza vivace, combattuta come pure i primi mesi dell’amministrazione De Angelis. (Chi perde le elezioni, si chiude tradizionalmente nel mutismo per cinque anni meditando la rivincita, da noi).
Tale situazione certo non meraviglia nessuno dopo i rutilanti anni Ottanta e «Berlusconi»; la personalizzazione della politica ha ormai alle spalle più di un trentennio. Un conto è però trattarne in modo accademico, un altro è trovarsi in una città davanti al rischio di un commissariamento, quindi, dell’azzeramento di un qualsiasi programma elettorale.
La questione è perciò: come evitare simili intoppi nella nuova situazione amministrativa.
È il caso soprattutto da noi, che i partiti riconquistino lo spazio che essi hanno lasciato libero negli ultimi decenni, essi devono tornare a essere dei punti di riferimento per l’opinione pubblica. C’è voglia di discutere in giro – i giovani in particolare –, di là dei lazzi e le offese che compaiono nei social network. Hanno commentato la vicenda solo M5s, Udc e Forza Italia (regionale): è ancora poco. I nostri partiti dovevano avere una linea di condotta ben chiara già dopo il ballottaggio – giugno 2017.

Spero che in caso di nuove (malaugurate) elezioni non si propongano nuovamente gli stessi due protagonisti – uno sì e uno no, casomai. (Hanno stancato dopo tre anni di litigi).