mercoledì 12 febbraio 2020

Magazzino 1

Mi sono ritrovato in un tritacarne mediatico, per un paio di settimane. Ho provato a tirarmene fuori, finché ho tenuto aperto il mio blog (30 gennaio 2020); posso ora solo raccontare tale vicenda su questa testata. (Premetto: è una storia da provincia profonda, da paesino di montagna).
Ricordo i primi tempi della mia attività nelle associazioni ambientaliste. Il mio nome e cognome, la mia firma (a penna), non è mai apparsa nei comunicati forniti ai giornali per conto anche di altre persone: c’era solo il nome dell’associazione. E basta. C’erano il mio nome e cognome solo nel caso di comunicati scritti a titolo personale, ancora su questioni ambientali – dovrebbero ricordarlo quelli rimasti alla redazione del Messaggero. (Mi riferisco agli anni Ottanta del secolo scorso).
Tutto comincia con una serie di riflessioni personali inviate al quotidiano regionale, tra cui questa: «Dietro vi è anche l’insana idea che in un qualsiasi spazio pubblico, può farsi di tutto anzi, proprio tutto. La malridotta pavimentazione del catino in piazza Risorgimento e la stessa situazione di piazza A. Torlonia prima del suo restauro – dopo decenni d’incuria –, dimostrano quanto sia sbagliata una simile concezione», 14 gennaio 2020.
Ho scritto una lettera, da privato cittadino, alla Soprintendenza Baaas (Chieti) il 15 gennaio 2020. Volevo evitare che piazza A. Torlonia divenisse un ricettacolo di rifiuti con la nuova posizione del mercato settimanale – com’è successo in precedenza, per anni. (Non ho informato testate giornalistiche di sorta circa la mia iniziativa).
Per risparmiare quello che è poi successo – con un’intensità che francamente non mi aspettavo –, mi sono dimesso da presidente del Cmsm il 18 gennaio 2020. «per evitare ripercussioni di sorta sull’associazione», ho divulgato la notizia alcuni giorni dopo (AvezzanoBlu2, 25 gennaio 2020).
Riporto adesso la versione apparsa sulla stampa del pezzo citato all’inizio: «Dietro vi è anche l’insana idea che in un qualsiasi spazio pubblico, può farsi di tutto anzi, proprio tutto. La malridotta pavimentazione del catino in piazza Risorgimento (ospita il mercato del mercoledì) e la stessa situazione di piazza A. Torlonia prima del suo restauro – dopo decenni d’incuria –, dimostrano quanto sia sbagliata una simile concezione», in m.s., Mercato in centro, ora scattano le verifiche, in «Il Centro» 21 gennaio 2020. È interessante anche il sottotitolo: «Pantaleo (Comitato Mobilità) contrario al rientro». Tutti hanno preso quel brano come la mia – ma non solo – contrarietà sia al rientro del mercato settimanale nel Quadrilatero sia a quello dei locali, il mercoledì. Ho pubblicato per maggiore chiarezza: «i lastroni “bianchi” spezzati in particolare –, mostra che va evitato l’ingresso a massicce strutture e a pesanti mezzi meccanici considerando il danno provocato [in piazza Risorgimento]. (Per essere più chiaro: non si tratta di camioncini, furgoni o apette degli ambulanti)», in AvezzanoBlu2, 25 gennaio 2020. Il giorno precedente, avevo pubblicato il testo originale inviato alla testata e riportato in parte da essa (AvezzanoBlu2, 24 gennaio 2020); in quelle righe non è menzionato il tratto della pista ciclabile lungo via XXIV Maggio. Domanda: non è almeno strano – agli occhi di chi redige un pezzo – un simile comportamento da parte del presidente di un’associazione impegnata nella mobilità sostenibile? Il rimbrotto che ho buscato dalle associazioni di categoria intervenute il giorno seguente (Fiva, Cidec, Confesercenti) deriva da questo equivoco – se così si può chiamare, per il momento. (Cfr. m.s., Mercato in centro, spuntano le regole, in «Il Centro 22 gennaio 2020). Chi mi ha seguito sul blog, sa che ho consigliato più volte negli ultimi mesi – in modo pragmatico – di andare in giro con la rolletta alla ricerca di sezioni stradali adeguate al bisogno. «misure». Ho sempre parlato di strade, non di luoghi particolari (Quadrilatero, periferia, fascia inter-quartieri; municipio, stazione, zona commerciale, nucleo industriale, eccetera); è successo l’ultima volta, proprio su questa testata: «via Montello, via G. Garibaldi o altra strada» (18 gennaio 2020).
Sono stato avvicinato da una testata giornalistica locale la mattina di quel martedì: come spiegare loro che mi ero dimesso da presidente, da pochi giorni? M’intervistano e nel pomeriggio spunta fuori questo titolo: Mercato Avezzano in centro, no del Comitato Mobilità Sostenibile, in «InfoMediaNews» 21 gennaio 2020. Si è fatta un’idea sbagliata, chi non è andato oltre il titolo; in ogni modo, era confermato il frame del Centro. (Tale ritornello è andato avanti per inerzia – ma non solo quella – in altre testate giornalistiche, nonostante le numerose smentite e precisazioni di quello che è stato fatto diventare il principale protagonista: me stesso).
Pubblico questo, per chiarire la mia posizione e anche quella del Comitato mobilità sostenibile marsicana: «Nessuno ha […] parlato di interdire il Quadrilatero agli ambulanti, né di mercoledì né di sabato» (Cfr. AvezzanoBlu2, 26 gennaio 2020).

Un po’ di calma fino allo scorso sabato. Mi segnalano un pezzo, F. Falcone, Mercato del sabato, Pantaleo scrive alla Regione: rivedere il progetto, deturpa un patrimonio storico, in «MarsicaLive» 1 febbraio 2020. In esso è riportata la mia lettera alla Soprintendenza e il mio nome è nuovamente associato a Cmsm; io invio una smentita alla redazione nella mattinata (ore 11,22) per posta elettronica: «non c’entra […], nella vicenda, il Comitato mobilità sostenibile marsicana». L’articolo non è modificato – bastava un lieve ritocco –, scivola ben presto nella zona bassa e il giorno seguente esso scompare dalla pagina principale. Domanda: non era uno scoop? Il pezzo è interessante per due motivi. 1) Nel mio testo non è mai nominata, né si allude – anche in questo caso – al tratto di pista ciclabile lungo via XXIV Maggio. Non è strano – almeno e di nuovo –, agli occhi di un qualsiasi redattore, un simile atteggiamento per un presidente o per la stessa associazione che si muove nel campo della mobilità urbana? 2) Si è saputo del contenuto di una lettera inviata a un ufficio distante un centinaio di chilometri, mentre non si conosce nulla circa un esposto a Mauro Passerotti – commissario prefettizio ad Avezzano –, firmato e consegnato dal sottoscritto il 17 gennaio 2020. (Era pronto da giorni ma è facile, in ogni modo, da collegare a Cmsm; non vi era bisogno di farlo conoscere ai mezzi d’informazione anche in questo caso). Cito, «Il breve tratto curvo della pista ciclabile che, provenendo da corso della Libertà s’immette in piazza del Risorgimento, non è protetto per i ciclisti»; esso faceva seguito a un comunicato stampa Cmsm: «suggeriamo al commissario prefettizio di prolungare in qualche maniera la fila dei piccoli cubi di pietra fino a raggiungere il cordolo della pista ciclabile proveniente da corso della Libertà per proteggere i ciclisti in quel tratto curvo», 29 ottobre 2019. Nello stesso pomeriggio esce questo: F. Trinchini, Mercato di Avezzano in centro città, il comitato Mobilità Sostenibile chiarisce la propria posizione, in «MarsicaLive» 1 febbraio 2020. Si tratta, in realtà, di un comunicato risalente al 22 gennaio 2020, pubblicato il giorno stesso su Site; in esso appare – nuovamente si capisce – il pensiero dell’associazione ed è espressa preoccupazione per il tratto di pista ciclabile su via XXIV Maggio: che fine farà? Leggo poi una supposizione – non una notizia: «Il mercato provoca una spaccatura fra il Comitato Mobilità Sostenibile e il suo presidente», in Mercato di Avezzano. Il Comitato Mobilità Sostenibile prende le [distanze] dal suo presidente, in «Espressione24» 1 febbraio 2020. È ancora l’ormai stagionato comunicato stampa di dieci giorni prima, in nome del direttivo dell’associazione. Tale firma – insolita per i nostri tempi, d’accordo –, intendeva comunicare proprio la coesione nel gruppo dirigente dell’associazione. Era davvero tanto difficile da decifrare? (Site, 4 febbraio 2020)

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