Mi sono ritrovato
in un tritacarne mediatico, per un paio di settimane. Ho provato a tirarmene
fuori, finché ho tenuto aperto il mio blog (30 gennaio 2020); posso ora solo
raccontare tale vicenda su questa testata. (Premetto: è una storia da provincia
profonda, da paesino di montagna).
Ricordo i
primi tempi della mia attività nelle associazioni ambientaliste. Il mio nome e
cognome, la mia firma (a penna), non è mai apparsa nei comunicati forniti ai
giornali per conto anche di altre persone: c’era solo il nome dell’associazione.
E basta. C’erano il mio nome e cognome solo nel caso di comunicati scritti a
titolo personale, ancora su questioni ambientali – dovrebbero ricordarlo quelli
rimasti alla redazione del Messaggero.
(Mi riferisco agli anni Ottanta del secolo scorso).
Tutto
comincia con una serie di riflessioni personali inviate al quotidiano regionale,
tra cui questa: «Dietro vi è anche l’insana idea che in un qualsiasi spazio
pubblico, può farsi di tutto anzi, proprio tutto. La malridotta pavimentazione del
catino in piazza Risorgimento e la stessa situazione di piazza A. Torlonia
prima del suo restauro – dopo decenni d’incuria –, dimostrano quanto sia
sbagliata una simile concezione», 14
gennaio 2020.
Ho scritto
una lettera, da privato cittadino, alla Soprintendenza Baaas (Chieti) il 15 gennaio 2020. Volevo evitare che
piazza A. Torlonia divenisse un ricettacolo di rifiuti con la nuova posizione
del mercato settimanale – com’è successo in precedenza, per anni. (Non ho informato
testate giornalistiche di sorta circa la mia iniziativa).
Per risparmiare
quello che è poi successo – con un’intensità che francamente non mi aspettavo –,
mi sono dimesso da presidente del Cmsm il 18
gennaio 2020. «per evitare ripercussioni di sorta sull’associazione», ho divulgato
la notizia alcuni giorni dopo (AvezzanoBlu2,
25 gennaio 2020).
Riporto
adesso la versione apparsa sulla stampa del pezzo citato all’inizio: «Dietro vi
è anche l’insana idea che in un qualsiasi spazio pubblico, può farsi di tutto
anzi, proprio tutto. La malridotta pavimentazione del catino in piazza
Risorgimento (ospita il mercato del mercoledì) e la stessa situazione di piazza
A. Torlonia prima del suo restauro – dopo decenni d’incuria –, dimostrano
quanto sia sbagliata una simile concezione», in m.s., Mercato in centro, ora scattano le verifiche, in «Il Centro» 21 gennaio 2020. È interessante anche
il sottotitolo: «Pantaleo (Comitato Mobilità) contrario al rientro». Tutti
hanno preso quel brano come la mia – ma non solo – contrarietà sia al rientro
del mercato settimanale nel Quadrilatero sia a quello dei locali, il mercoledì.
Ho pubblicato per maggiore chiarezza: «i lastroni “bianchi” spezzati in
particolare –, mostra che va evitato l’ingresso a massicce strutture e a pesanti
mezzi meccanici considerando il danno provocato [in piazza Risorgimento]. (Per
essere più chiaro: non si tratta di camioncini, furgoni o apette degli ambulanti)», in AvezzanoBlu2,
25 gennaio 2020. Il giorno
precedente, avevo pubblicato il testo originale inviato alla testata e riportato
in parte da essa (AvezzanoBlu2, 24 gennaio 2020); in quelle righe non è
menzionato il tratto della pista ciclabile lungo via XXIV Maggio. Domanda: non
è almeno strano – agli occhi di chi redige un pezzo – un simile comportamento
da parte del presidente di un’associazione impegnata nella mobilità sostenibile?
Il rimbrotto che ho buscato dalle associazioni di categoria intervenute il
giorno seguente (Fiva, Cidec, Confesercenti) deriva da questo equivoco – se
così si può chiamare, per il momento. (Cfr. m.s., Mercato in centro, spuntano le regole, in «Il Centro 22 gennaio 2020). Chi mi ha seguito sul
blog, sa che ho consigliato più volte negli ultimi mesi – in modo pragmatico –
di andare in giro con la rolletta alla ricerca di sezioni stradali adeguate al
bisogno. «misure». Ho sempre parlato
di strade, non di luoghi particolari (Quadrilatero, periferia, fascia
inter-quartieri; municipio, stazione, zona commerciale, nucleo industriale,
eccetera); è successo l’ultima volta, proprio su questa testata: «via Montello,
via G. Garibaldi o altra strada» (18
gennaio 2020).
Sono stato
avvicinato da una testata giornalistica locale la mattina di quel martedì: come
spiegare loro che mi ero dimesso da presidente, da pochi giorni? M’intervistano
e nel pomeriggio spunta fuori questo titolo: Mercato Avezzano in centro, no del Comitato Mobilità Sostenibile,
in «InfoMediaNews» 21 gennaio 2020. Si
è fatta un’idea sbagliata, chi non è andato oltre il titolo; in ogni modo, era confermato il frame del Centro.
(Tale ritornello è andato avanti per inerzia – ma non solo quella – in altre
testate giornalistiche, nonostante le numerose smentite e precisazioni di
quello che è stato fatto diventare il principale protagonista: me stesso).
Pubblico
questo, per chiarire la mia posizione e anche quella del Comitato mobilità sostenibile
marsicana: «Nessuno ha […]
parlato di interdire il Quadrilatero agli ambulanti, né di mercoledì né di
sabato» (Cfr. AvezzanoBlu2,
26 gennaio 2020).
Un po’ di
calma fino allo scorso sabato. Mi segnalano un pezzo, F. Falcone, Mercato del sabato, Pantaleo scrive alla
Regione: rivedere il progetto, deturpa un patrimonio storico, in «MarsicaLive»
1 febbraio 2020. In esso è riportata
la mia lettera alla Soprintendenza e il mio nome è nuovamente associato a Cmsm;
io invio una smentita alla redazione nella mattinata (ore 11,22) per posta
elettronica: «non c’entra […], nella vicenda, il Comitato mobilità sostenibile
marsicana».
L’articolo non è modificato – bastava un lieve ritocco –, scivola ben presto
nella zona bassa e il giorno seguente esso scompare dalla pagina principale.
Domanda: non era uno scoop? Il pezzo è interessante per
due motivi. 1) Nel mio testo non è mai nominata, né si allude – anche in questo
caso – al tratto di pista ciclabile lungo via XXIV Maggio. Non è strano –
almeno e di nuovo –, agli occhi di un qualsiasi redattore, un simile
atteggiamento per un presidente o per la stessa associazione che si muove nel
campo della mobilità urbana? 2) Si è saputo del contenuto di una lettera
inviata a un ufficio distante un centinaio di chilometri, mentre non si conosce
nulla circa un esposto a Mauro Passerotti – commissario prefettizio ad Avezzano
–, firmato e consegnato dal sottoscritto il 17 gennaio 2020. (Era pronto da giorni ma è facile, in ogni modo, da
collegare a Cmsm; non vi era bisogno di farlo conoscere ai mezzi d’informazione
anche in questo caso). Cito, «Il breve tratto curvo della pista ciclabile che,
provenendo da corso della Libertà s’immette in piazza del Risorgimento, non è
protetto per i ciclisti»; esso faceva seguito a un comunicato stampa Cmsm: «suggeriamo
al commissario prefettizio di prolungare in qualche maniera la fila dei piccoli
cubi di pietra fino a raggiungere il cordolo della pista ciclabile proveniente
da corso della Libertà per proteggere i ciclisti in quel tratto curvo», 29 ottobre 2019. Nello stesso
pomeriggio esce questo: F. Trinchini, Mercato
di Avezzano in centro città, il comitato Mobilità Sostenibile chiarisce la
propria posizione, in «MarsicaLive» 1
febbraio 2020. Si tratta, in realtà, di un comunicato risalente al 22 gennaio 2020, pubblicato il giorno
stesso su Site; in esso appare –
nuovamente si capisce – il pensiero dell’associazione ed è espressa
preoccupazione per il tratto di pista ciclabile su via XXIV Maggio: che fine
farà? Leggo poi una supposizione – non una notizia: «Il mercato provoca una
spaccatura fra il Comitato Mobilità Sostenibile e il suo presidente», in Mercato di Avezzano. Il Comitato Mobilità
Sostenibile prende le [distanze] dal suo presidente, in «Espressione24» 1 febbraio 2020. È ancora l’ormai stagionato
comunicato stampa di dieci giorni prima, in nome del direttivo dell’associazione. Tale firma – insolita per i nostri
tempi, d’accordo –, intendeva comunicare proprio la coesione nel gruppo
dirigente dell’associazione. Era davvero tanto difficile da decifrare? (Site, 4 febbraio 2020)
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