venerdì 20 gennaio 2012

Counting the cars on the New Jersey Turnpike 3

M’è capitato di passeggiare lungo corso della Libertà, l’estate scorsa: volevo contare quante automobili si potevano parcheggiare. Il Comune aveva proposto i parcheggi interrati sotto piazza G. Matteotti, per far scomparire i mezzi motorizzati in superficie.
Mi sono accorto – passeggiando e contando –, che corso della Libertà poteva contenere 96 automobili mentre il «progetto Luccioni» ne prevedeva 260.
Ho letto di «carenza di parcheggi» lungo corso della Libertà – Berardinetti E., I negozianti: il Comune ci abbandona in «Il Centro» 12 gennaio 2012. Altra passeggiata...
Ho contato stavolta solo i negozi, le agenzie e gli esercizi – quelli che tradizionalmente lamentano la «carenza di parcheggi» –, saltando gli uffici, gli studi professionali e le abitazioni: mi sono fermato a 50 (saranno 53, al massimo). Solo chi alza la saracinesca, occupa più della metà dei posti disponibili: non ho contato né soci, mogli, collaboratori.
Il numero dei parcheggi lungo il (molto) frequentato corso della Libertà è (molto) inferiore alla somma dei residenti e di chi lavora lungo il corso stesso. Da tempo. Il «problema» dei parcheggi lungo corso della Libertà non presenta soluzioni (collettive) di sorta ed è perciò, un falso problema. (Esso serve solo a riempire le pagine delle gazzette).

1 commento:

  1. Negozi, agenzie, esercizi, studi professionali, abitazioni: il numero delle persone che normalmente utilizza i parcheggi è notevolmente superiore alle disponibilità. Quanti utilizzatori dei servizi, degli esercizi, degli studi professionali, delle agenzie, hanno rinunciato e continuano a rinunciare a servirsi degli stessi vista la loro inaccessibilità? I centri commerciali e le aree di servizi e studi professionali attrezzati con parcheggi saranno meno piacevoli del centro, ma evitano spesso snervanti e frustranti ricerche di parcheggi, tra l'altro, in centro, a caro costo. Soluzioni collettive penso che esistano o comunque vanno cercate (non credo che Avezzano sia l'unica cittadina ad avere questo problema): esse richiedono un cambio di mentalità ed un approccio al problema senza egoismi. Rendere parte del centro isola pedonale, cercando o costruendo parcheggi al suo limitare, impedire agli esercenti di accedere in macchina giusto di fronte al proprio ufficio/negozio, è come ricostruire le stesse modalità di un centro commerciale; un centro commerciale con in più al suo interno anche occasioni culturali e di "passeggio", quindi di socialità. Una rivalorizzazione della Città e del vivere civile, oltre che un'occasione di ampliamento delle attività commerciali, altrimenti in via di espulsione sempre più rapida dall'urbe vissuta.
    Cari saluti a te Giuseppe
    da Cesidio

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