martedì 24 gennaio 2012

Winterlude

Farei bene a perdere più tempo sul (bel) commento all’ultimo post – che invito a leggere.
La questione è: il centro commerciale ha sostituito la piazza? (Si può mutuare qualcosa del centro commerciale per ridare una qualche funzione alle vecchie piazze italiane?).
M’è capitato di scrivere: «L’ipermercato non è uno spazio pubblico, né un “diritto” da europei» – Einstellungen, 2011. La piazza e la stessa città sono rappresentazioni secolari della politica europea, l’ipermercato con la sua piazza sub-urbana, no. La politica è il propellente, la «benzina», della città europea, come ho scritto su «Il Velino», l’anno scorso.
Le persone che attraversano frettolosamente la piazza, sono le stesse che poi, sfilano veloci attraverso il centro commerciale. Abbiamo due contenitori ben distinti e molto diversi tra loro, ma il contenuto è pressoché identico. Passanti, stranieri gli uni agli altri ed ai luoghi attraversati. E’ questa la cosa più inquietante. Esiste ancora una società, per come la intendiamo comunemente? La poltiglia sociale che ci si para davanti, qual tipo di spazio può immaginare, rivendicare, reclamare o modellare?
(I «riots», gli «indignados» del 2011? Né caldo né freddo).

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