venerdì 13 gennaio 2012

da "Il Velino" 58/1

Non m’aspetto molto dalle commemorazioni del 2015. Si parlerà d’altro, al solito.
Manca una storia scritta o un insieme di dati – per quanto disorganico –, sulla ricostruzione nella Marsica. «Manca una storia, ma circolano molte leggende»: questo il succo di un vecchio pensiero di Raffaele Colapietra sulla nostra terra. (Bisognerebbe aggiornarlo con: aneddoti e barzellette).
Possiamo ancora ricavare una storia della ricostruzione nella Marsica? Penso di sì, nonostante le occasioni perdute in questo quasi secolo. La stessa ricostruzione, che aveva rinnegato la città precedente, è stata messa da parte a sua volta dall’urbanistica-champagne degli ultimi decenni, soprattutto nel capoluogo.
Un paio d’anni fa, Ernesto Salvi ha ricordato che il Prg d’Avezzano è stato approvato alla fine dell’agosto 1916. C’è da chiedersi, però: che fine ha fatto la direttrice Comune-Stazione ferroviaria? La «città-giardino», dov’è?
La ricostruzione dopo il prosciugamento del Fucino (1878), ha rallentato il declino di questa parte dell’Appennino, occultandolo agli occhi dei nuovi abitanti. La città degli anni Venti era abitata da gente venuta dalle zone più disparate della Penisola.
Io individuo la frenesia edilizia come l’unico tratto comune tra la città post-sisma e l’odierna. E’ una città per costruttori più che per commercianti o semplici cittadini.
Avezzano, come sarà ridotta per il 15 gennaio 2015? Non ci sarà più il cinema e lo spazio-mostre al centro; neanche le scuole secondo il nuovo piano per l’edilizia scolastica ed il tribunale. (Il teatro è stato costruito direttamente fuori del centro).
Ora che il declino comincia a mostrarsi meglio, la gente prova a reagire e probabilmente nella direzione sbagliata. La storia può indicarci le scelte da evitare. (La vicenda di Valle dei Fiori ci ammonisce che siamo scarsi anche in geografia: una discarica al livello del mare è meno rischiosa di una a mille metri).
Si continua a scrivere Marsi anziché marsicani, a dividersi su tutto pur coscienti che è proprio il concorso di varie figure ed idee a produrre innovazione nelle metropoli, a parlare un (finto) dialetto estinto un secolo fa. Si prosegue intanto con gli spenti mercatini all’aperto, le sfilate di moda ed i concorsi di miss.

1 commento:

  1. Parole da scolpire nella pietra, se ancora ce ne fossero, di pietre, e trovassimo uno scalpellino....
    F.M.Botticchio

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