lunedì 9 aprile 2012

beans field

Tempo addietro, ho raccontato la mia esperienza con Il Velino.
All’inizio erano i cattolici che non leggevano la rivista a chiedermi: «Perché ci scrivi, che ci scrivi a fare?». Oggi sono i cattolici che la leggono a consigliare di non «sprecarmi». (Gli amici, generalmente, leggono quei miei pezzi sul blog).
Scrivo su quella pubblicazione perché m’è stato chiesto. (Ho già precisato: «Non collaborerò mai ad una rivista, un sito, un blog o ad una fanzine – anche lontanamente –, fascista, xenofoba o razzista»).
Non solo. Le riviste avezzanesi, fino a 5-10 anni fa, erano quasi dei bollettini che contenevano gli scritti di 3-4 persone, ciascuna delle quali pubblicava uno o più articoli a numero. Si parlava di se stessi e di quello che si combinava nel tempo libero o degli amici imbrattacarte o imbrattatele (numerosi, gli uni e gli altri). Hanno cambiato qualcosa nella vita della città? No. Restano delle tracce di tutto ciò? No: è tutto scomparso con le élite del tempo. (Ad Avezzano, si entra nell’establishment per diritto dinastico più che per cooptazione). Quei materiali ci dicono oggi, quanto provinciali eravamo ieri. E poco altro.
Intorno alla rivista Il Velino, gravita almeno una quarantina di collaboratori e numerosi sono gli argomenti trattati ad ogni uscita – oltre alla religione, ovviamente. Si tratta di gente che ruota intorno ad un direttore responsabile e che lavora – sovente – per progetti.
Ci sarà ancora la persona che vuol parlare solo di se stessa o che cerca un’occasione per promuovere i propri fogli imbrattati a tempo perso: tutto si disperde nella misura delle 20 pagine formato tabloid e nell’eterogenea massa dei lettori. E’ un gradino più in alto, rispetto al passato. Potendo dare una mano a mantenere tale situazione (senza pensare di cambiarla o migliorarla), lo faccio volentieri.

1 commento:

  1. With 'tabloid writers' from avezzano and interland you spare everything but the tongue...
    I quote fm Oscar Wilde (canterville ghost):
    With american people we spare everything but the english
    Ciao Peppe, you're always the best of us all!!!
    Enrico

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