venerdì 20 aprile 2012

XXIV marzo # 1

Sarebbe stato utile un mese addietro, chiedersi perché il WWF apriva una sezione marsicana solo nel 2012. Era un’occasione per riflettere sul tempo andato, per fare storia. (La storia serve ad evitare errori nel presente).
Ai trentenni ed ai ventenni possono interessare gli ultimi 30 anni, perché la situazione odierna deriva da quella temperie.
L’inizio degli anni Ottanta, ricorda molto ciò che noi viviamo da alcuni mesi. C’era la stessa effervescenza, dovuta alla confluenza dell’esperienza anti-nucleare da una parte (nuovo Pen) e da quella pacifista dall’altra (missili a Comiso – RG). Da noi l’effetto fu particolare: il primo corteo pacifista avezzanese fu aperto da uno striscione che recitava «No alle testate nucleari, No alle centrali nucleari».
Dato il numero delle persone coinvolte, fu pensato a tavolino di portare ad Avezzano un’associazione e fu preferita Legambiente – non si chiamava così, allora. Fu una scelta azzeccata.
(In quel tempo, bastavano due righi su un quotidiano ed era facile bloccare buona parte delle intenzioni o dei progetti che andavano a colpire l’ambiente: una condizione paradisiaca rispetto ad oggi).
A metà anni Ottanta, bloccammo in buona parte la cementificazione dei corsi d’acqua abruzzesi; si trattò di una vertenza che vide la partecipazione d’alcune sezioni locali delle associazioni, più dei gruppi locali. A trascinare tutto, ci pensò la Malaerba (Pescara).
Fu molto sentito dai militanti del tempo, il referendum anti-nucleare.
A forza di predicare per l’istituzione di parchi, oasi ed aree protette, non ci accorgemmo – a livello collettivo –, che gli enti pubblici (Stato, Regione, Provincia, Comuni) prendevano a perimetrare delle zone in modo da avere la situazione che c’è oggi. Arrivarono poi, le Liste verdi...

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