lunedì 22 luglio 2013

A tree is a tree, is a tree


Provo a raccontare storie recenti che mi hanno interessato e di cui non ho potuto scrivere.
Ho notato qualche operaio del Comune intorno all’albero con la chioma mozzata di piazza Risorgimento, la mattina dell’11 giugno. Sono passato da quelle parti nel primo pomeriggio e la pianta non c’era più. Ho dato poi un’occhiata al tronco e mi sono reso conto che non era così malata come sembrava, anzi. (Sto parlando della vicenda del busto a Camillo Corradini).
Una domanda: si poteva fare un’operazione del genere? No, secondo me – almeno dopo aver letto la Legge regionale n. 12 (28 maggio 2013), art. 6, c. 2.
Io pongo delle obiezioni di un altro tipo.
Non riesco ad abituarmi all’idea di continuare a vedere gli alberi che circondano la piazza per tre lati come dei semplici alberi. Non ci riesco io e quelli più vecchi di me. Io me li vedo ancora scolpiti come fino a pochi anni fa: le loro chiome erano dei perfetti parallelepipedi di foglie. Girano ancora vecchie e nuove cartoline che danno un’idea precisa in proposito. Esse non si potevano perciò considerare delle semplici piante o degli alberi ornamentali e servivano per far leggere meglio l’enorme e poco italiana piazza, in mancanza d’edifici di una congrua altezza. La continuità di quella cortina verde (curata o meno) è stata interrotta dal busto all’ultimo politico locale degno di nota; la posizione del monumento introduce un elemento d’ambiguità nella stessa piazza.
L’ignoranza e la trascuratezza hanno in tal modo vinto sull’architettura e sulla (nostra) storia.

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