sabato 15 febbraio 2014

Altri angoli segreti 1


(«9 dicembre: l’inizio della fine» – Jim Morrison si rivoltava nella tomba). Il presidio in piazza Torlonia da parte del movimento 9D, mi ha fatto riunire le scarse idee che ho di quel luogo.
Mi capita di citarlo, ma non ho mai provato a scriverci qualcosa sopra perché ho coltivato per decenni, l’idea di disegnare i suoi alberi uno per uno. (È il pezzo di città cui dovrei essere più legato, avendoci annusato i primi odori extra-domestici. Mi sono ricordato di esso giusto le rare volte che ho calpestato viali di pietrisco simili ai suoi: me l’hanno riportato alla mente i miei piedi – la parte opposta al cervello. Me ne accorgo in particolari condizioni di luminosità, alla presenza di un odore particolare ma la via della consapevolezza è ancora lunga). Tale svolta sarà certo dipesa dall’uso insolito che ne è stato fatto negli ultimi mesi e del mio utilizzare il suo spazio in parte. (Mi ha infastidito particolarmente l’uso quotidiano di focherelli con i rami accatastati, il prefabbricato, il carrello, le tende e il parcheggio delle auto sulla piazza. È diventato una sorta di spazio privato, a dirla tutta e mi sono abituato a frequentarne mezza).
Ho sempre avuto il massimo interesse per piazza Risorgimento tanto da dedicarci una pubblicazione (2009). (Claudio Magris scriveva, d’altra parte: «È la piazza che fa una città, piccola o grande»). Piazza Torlonia è invece il giardino pubblico d’Avezzano; essa è perciò un tema collettivo con tutto quel che ne consegue.
Provando a risalire verso il momento in cui ha cominciato a somigliare all’attuale condizione, si può scorgere come uno spartiacque gli anni Ottanta. In poco tempo: parco giochi, nuovo fondo lungo i viali (principali), diversa illuminazione, bar (nelle dimensioni attuali) – di là dell’ordine e delle date precise. È divenuto compiutamente multifunzionale: uno spazio pubblico vero e proprio. (1/2)

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