giovedì 20 febbraio 2014

Altri angoli segreti 2


Il luogo ha preso perciò ad attrarre – perciò anche a sopportare – un maggior numero di persone rispetto ai decenni precedenti. (I suoi nuovi frequentatori sono stati attratti dalla diversa situazione o sono stati spinti dalla mancanza di spazio sociale intorno alla loro residenza?).
La nuova «pavimentazione» mettendo in ombra i vialetti radiali, ha ridotto l’area dedicata ai pedoni; in pratica: un maggior numero di persone concentrate in uno spazio minore. È lecito a questo punto chiedersi: come se la cava adesso? (È uno spazio pubblico e deve pescare frequentatori anche oltre il Quadrilatero; è però – insieme a piazza Risorgimento –, uno dei due luoghi della socialità in una cittadina di 42mila abitanti).
Non se la passa bene in realtà e non solo per l’incuria delle amministrazioni comunali che si sono succedute. Incontri gente che passa intere mattinate, pomeriggi o serate, da quelle parti. Qualcuno – alla fine – ha scoperto il vantaggio di distendersi sull’erba, mentre i vialetti una volta cavate o distrutte le basse siepi, sono indistinguibili dalle due tipologie di prato (maltenuto e spelacchiato). I vari ambienti di piazza Torlonia sono perlopiù fusi tra loro: è divenuta uno strano luogo in cui le persone sostano o transitano dove capita – a piedi, di corsa, in bicicletta. Negli anni Zero è stata riscoperta e consolidata come luogo – o come fondale – di manifestazioni estive (pubbliche, semi-pubbliche, private). È però sbagliato parlare di sovraccarico di funzioni o di persone. Un giardino (pubblico) regge meno bene di una piazza fatta in pietra come quella centrale il carico dei nuovi frequentatori; si tratta di spazi che reagiscono in modo diverso alla pressione degli stessi. Spetta ancora al Comune modellarlo come spazio sociale, evitando l’attuale situazione di degrado: c’è bisogno di una nuova idea – di là dell’annosa scarsa manutenzione. Non è semplice, me ne rendo conto, ma va evitato il coinvolgimento di privati – com’è successo per il centro. (Fossi un amministratore, ci farei un pensierino per il centenario del terremoto).
Il bisogno da qualche tempo – genuino o indotto –, di cacciare gli spacciatori di sostanze illegali mostra che piazza Alessandro Torlonia è divenuta una no man’s land. (2/2)

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