domenica 1 giugno 2014

tx mons


Ieri ho atteso invano che qualche testata pubblicasse qualcosa di decente sull’assemblea di cui ho trattato nel post precedente. Il secondo breve intervento del vescovo è stato applaudito con calore ed entusiasmo. (Il più applaudito della riunione, ma le testate giornalistiche non ne hanno tenuto conto). Perché?
Pietro Santoro ha semplicemente ricordato la condizione dell’area archeologica d’Alba Fucens (Massa d’Albe) e il fatto che tutto ciò che è ritrovato da quelle parti… prende il volo. Volendo farsi un’idea dei materiali ritrovati in quella zona («dalle nostre parti»), bisogna spostarsi per centinaia di chilometri. C’è bisogno di un normale museo, o d'altro genere di sistemazione sul luogo.
Qualcuno può chiedere: che c’entra Alba Fucens con il terremoto del 1915, con il «terremoto di Avezzano»? C’entra poco, lo so ma la situazione di Massa d’Albe investe anche il ruolo dei marsicani in un insieme più ampio, regionale e nazionale. Si è trattato perciò di un rigurgito di orgoglio, di dignità, benvenuto in ogni caso. (È tutto dire che debba affermare certe cose un uomo di Chiesa, proveniente dalla costa – al cospetto dell’establishment).

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