Ieri ho atteso invano che
qualche testata pubblicasse qualcosa di decente sull’assemblea di cui ho
trattato nel post precedente. Il secondo breve intervento del vescovo è stato applaudito
con calore ed entusiasmo. (Il più applaudito della riunione, ma le testate
giornalistiche non ne hanno tenuto conto). Perché?
Pietro Santoro ha
semplicemente ricordato la condizione dell’area archeologica d’Alba Fucens (Massa d’Albe) e il fatto
che tutto ciò che è ritrovato da quelle parti… prende il volo. Volendo farsi
un’idea dei materiali ritrovati in quella zona («dalle nostre parti»), bisogna spostarsi
per centinaia di chilometri. C’è bisogno di un normale museo, o d'altro genere di
sistemazione sul luogo.
Qualcuno può chiedere: che
c’entra Alba Fucens con il terremoto
del 1915, con il «terremoto di Avezzano»? C’entra poco, lo so ma la situazione
di Massa d’Albe investe anche il ruolo dei marsicani in un insieme più ampio,
regionale e nazionale. Si è trattato perciò di un rigurgito di orgoglio, di
dignità, benvenuto in ogni caso. (È tutto dire che debba affermare certe cose un
uomo di Chiesa, proveniente dalla costa – al cospetto dell’establishment).
:)
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