martedì 8 luglio 2014

Indiscrezioni 2


Ho anche inserito con noncuranza un pezzo del genere, dentro un’altra nota: «Le stazioni ferroviarie di medie e grosse città sono anch’esse dei temi collettivi non dipendendo strettamente dai progetti standard di chi costruisce le strade ferrate».
Essa ci riporta indietro al tempo dell’abortito restyling di corso della Libertà che comprendeva finanche un parcheggio interrato sotto piazza G. Matteotti. Nel caso in esame, l’edificio (almeno tridimensionale, secondo me) è contrapposto alla strada (intesa come due dimensioni, dalle Amministrazioni che si sono succedute finora).
Il vezzo del restyling, ha fatto dimenticare da alcuni lustri come s’impostano i problemi nelle città. (Anche come funzionano le nostre città).
Una volta superata la sorpresa per le bellurie da parte dei cittadini, tornano i vecchi problemi – irrisolti. Ben presto si profila l’esigenza di un nuovo… restyling.
Uno dei punti di partenza non menzionati è una caratteristica dei miei compaesani. In uno qualsiasi dei restanti 8143 comuni italiani, basta chiedere il nome della via principale e tutti sono in grado di rispondere. Ad Avezzano no, tu poni una domanda del genere e chiunque dà una risposta sbagliata («Via Corradini!»). Penso che sia l’unico comune italiano e ho provato a scavare almeno nella folta nebbia ideologica che porta ad affermare un’amenità del genere.

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