Il 3 luglio di diciannove anni
fa s’è suicidato Alexander Langer; era probabilmente: «troppa la distanza tra
ciò che si proclama e ciò che si riesce a compiere». È forse l’italiano che ha
incarnato di più la cultura degli anni Sessanta: rimuovere le barriere (d’ogni
genere) che tengono separate le persone le une dalle altre, essenzialmente.
Potevo ricordarlo fino a cinque-sei
anni fa, senza problemi; oggi si è tutto incattivito e ho qualche difficoltà a
scorgere il mio punto di partenza.
Ci si ritrova in molti
pesti e acciaccati quasi come nel finale di una tragedia greca. Continuare «in
ciò che era giusto», ma soprattutto: «da dove prendi le energie per “fare”
ancora?».
(Giusto su un blog si
possono scrivere cose del genere).
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