Io residente del centro, di
che cosa ho bisogno?
Si sono allontanati alcuni
edifici nel corso degli ultimi due-tre decenni: almeno l’ospedale, il «teatro»,
il «cinema», la biblioteca, eccetera. Non mi lamento di tutto questo come sa
chi mi segue.
Ho notato dei
micro-pannelli pubblicitari infissi nelle aiuole della piazza principale, in occasione della cosiddetta Pasqua del
centenario. (Ho taciuto a suo tempo sull’argomento ma oggi aggiungo che diversi
di quegli avvisi sono rimasti piantati lì). Mi ha dato fastidio anche il fatto
che i bambini non hanno potuto giocare (liberamente) per almeno tre giorni in
uno degli scarsi spazi liberi per quell’accrocco chiamato fiera. (Si ripetono
con regolarità, situazioni del genere).
Ho ricordato in precedenza il
processo di «privatizzazione» degli spazi pubblici soprattutto nei mesi caldi
quando i bar e i locali non rispettano gli impegni presi con il Comune e
rendono difficoltoso il transito ai pedoni (soprattutto delle carrozzine).
Merita un discorso a parte, le iniziative di qualche locale che approfittando
dell’area pedonale sbarra addirittura la strada.
Ho descritto in più di
un’occasione della via «principale» che è divenuta nel giro di pochi anni
un’arteria e perciò non una strada normale per pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti di un qualsiasi
centro-città, né una via di un paese europeo o anche mediterraneo in cui si può
sostare. (I pedoni si trovano a loro agio passeggiando indefinitamente o
riunendosi in crocchi).
È importante per me
recuperare la vecchia cultura della via. (Vecchia nel senso: che l’abbiamo dovuta abbandonare noi avezzanesi, per
far comodo a qualcuno. È anche da capire se ha avuto un esito positivo per
qualcuno tale nostra rinuncia o se si è trattato di semplice superstizione). La
via è uno spazio pubblico, un luogo
di relazione in ogni modo invece via C. Corradini, è divenuto uno sfogatoio per
gli adolescenti della periferia.
Bisognerebbe inoltre frenare l’esodo dei residenti dal
centro anziché accelerarlo come hanno fatto le ultime amministrazioni. (Penso
che abbiamo molto da raccontare agli altri residenti, noi quattromila del
centro).
Nessun commento:
Posta un commento