venerdì 10 aprile 2015

Parte due


Io residente del centro, di che cosa ho bisogno?
Si sono allontanati alcuni edifici nel corso degli ultimi due-tre decenni: almeno l’ospedale, il «teatro», il «cinema», la biblioteca, eccetera. Non mi lamento di tutto questo come sa chi mi segue.
Ho notato dei micro-pannelli pubblicitari infissi nelle aiuole della piazza principale, in occasione della cosiddetta Pasqua del centenario. (Ho taciuto a suo tempo sull’argomento ma oggi aggiungo che diversi di quegli avvisi sono rimasti piantati lì). Mi ha dato fastidio anche il fatto che i bambini non hanno potuto giocare (liberamente) per almeno tre giorni in uno degli scarsi spazi liberi per quell’accrocco chiamato fiera. (Si ripetono con regolarità, situazioni del genere).
Ho ricordato in precedenza il processo di «privatizzazione» degli spazi pubblici soprattutto nei mesi caldi quando i bar e i locali non rispettano gli impegni presi con il Comune e rendono difficoltoso il transito ai pedoni (soprattutto delle carrozzine). Merita un discorso a parte, le iniziative di qualche locale che approfittando dell’area pedonale sbarra addirittura la strada.
Ho descritto in più di un’occasione della via «principale» che è divenuta nel giro di pochi anni un’arteria e perciò non una strada normale per pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti di un qualsiasi centro-città, né una via di un paese europeo o anche mediterraneo in cui si può sostare. (I pedoni si trovano a loro agio passeggiando indefinitamente o riunendosi in crocchi).
È importante per me recuperare la vecchia cultura della via. (Vecchia nel senso: che l’abbiamo dovuta abbandonare noi avezzanesi, per far comodo a qualcuno. È anche da capire se ha avuto un esito positivo per qualcuno tale nostra rinuncia o se si è trattato di semplice superstizione). La via è uno spazio pubblico, un luogo di relazione in ogni modo invece via C. Corradini, è divenuto uno sfogatoio per gli adolescenti della periferia.
Bisognerebbe inoltre frenare l’esodo dei residenti dal centro anziché accelerarlo come hanno fatto le ultime amministrazioni. (Penso che abbiamo molto da raccontare agli altri residenti, noi quattromila del centro).

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