Mi
è capitato un pezzo su una capatina di Di Tizio ad Avezzano; una visita
incentrata sulla gestione del verde – come riportato da TerreMarsicane del 13 febbraio. («Il delegato regionale del Wwf, Luciano Di Tizio, in visita
istituzionale ad Avezzano per la cura del Verde pubblico». Visita istituzionale
= fanfara, majorette?). Niente da
ridire sul personaggio; è stata una buona scelta trattandosi di uno stimato ambientalista
di lungo corso. Ho poi saputo di qualche malumore nel mio ambiente e di cui
ignoro i contenuti – su Facebook, immagino. Scrivo perciò la mia secondo il mio
modo d’interpretare prendendo come riferimento l’articolo di Magda Tirabassi.
Io
mi chiedo: bisognava proprio giungere nei pressi della costa adriatica per
chiedere una sorta di consulenza, un simile consiglio? Domando ancora: non
andavano bene le persone che in città, si sono occupate per decenni di tale
questione? I botanici, gli agronomi, i post-Cfs – santa Forestale martire! – che
vivono da queste parti e che conoscono, hanno scritto qualcosa sull’argomento? Due,
tre iscritti al WWF Abruzzo Montano? (La stessa associazione di Di Tizio con
cui l’Amministrazione potrebbe instaurare un rapporto certamente più assiduo e
con cui ha aperto a suo dire – a tre mesi dalle Amministrative – «un’ampia
collaborazione»). Tralascio la tipologia di laureato competente in ogni modo ad
affrontare simili argomenti. Vi è anche un ufficio denominato Servizio Verde
Pubblico in quelle parti. (Dalle parti del municipio s’intende). Sto parlando
di un insieme di persone valutabile con una cifra a due zeri e a km0, come si
dice oggi.
Di
Pangrazio avrà certo avuto bisogno di qualcosa in più, secondo me: serviva il
personaggio? Non era forse più adatto – in tal caso – Augusto De Sanctis, più
giovane e dinamico, che conosce meglio la situazione locale per metterci i piedi
almeno una volta l’anno e con maggiori possibilità di avere informazioni di
prima mano dagli avezzanesi che frequenta; soprattutto è costantemente presente
nei mass media e appare di quando in
quando nei tg nazionali Rai? (L’ultima volta che ha raggiunto il centro d’Avezzano,
avrà certo notato numerosi alberi recisi lungo via M. Kolbe e via A. Tirabassi;
non so se ha fatto salti di gioia).
E poi
un’altra stranezza: fai venire uno con l’esperienza di Di Tizio e poi lo conduci
lungo via Napoli? Alla fine si è trattato di mostrargli una trentina di alberi da eliminare.
(«Vanno messi in sicurezza i marciapiedi» ad Avezzano, vuol dire che bisogna
tagliare alberi più che riparare le numerose buche). Lui avrà certo risposto
che bisogna piantare nuove essenze autoctone con una diversa tipologia di
radice – che vanno in giù anziché spandersi in altre direzioni, per semplificare.
Era necessario far spostare una persona da Chieti per sentirsi dire una cosa
del genere? Non basta internet e due chiacchiere con una delle centinaia di
persone cui ho accennato in precedenza presenti nella zona? Di peggio: giungono
ad Avezzano i milioni del Masterplan riguardanti
il palazzo e quindi il giardino dei Torlonia; il sindaco si trova di fronte un
simile personaggio e non gli chiede come regolarsi con tanta varietà di
vegetazione e di uccelli in quel luogo. (Dulcis
in fundo). Il primo cittadino in scadenza – a tre mesi dalle elezioni –, ha
affermato: «la collaborazione con il Wwf è importante per capire come curare al
meglio le piante che ci sono già e per programmare l’arrivo di altre». A me
sembra che ci sia dello sprezzo del ridicolo.
(Una
parentesi). Io ho commentato in precedenza un inopportuno comunicato del WWF
Abruzzo Montano; in esso, si ringraziava Crescenzo Presutti dopo la sua uscita
dalla giunta Di Pangrazio. (Cfr.: M. Santellocco, WWF Abruzzo Montano “Grazie al consigliere Crescenzo Presutti. Il
settore Ambiente precario”, in «TerreMarsicane» 7 gennaio 2016). Avevo
scritto, un paio di giorni dopo: «Il rischio è che tale comunicato
sia strumentalizzato, rinfacciato al nostro WWF alla prima occasione […] utile
da parte di qualsiasi personaggio locale della politica». È invece toccato proprio
a me tirarlo fuori, ma è anche vero che esso conteneva questo brano: «dopo le
sue continue e palesi manifestazioni di contrarietà nei confronti della squadra
di cui faceva parte». Adesso invece l’associazione – immagino locale: è qui il rischio di equivocare –,
pensa di trovarsi meglio ancora con lo stesso sindaco, a distanza di tredici
mesi da quell’avvenimento?
La mia
ipotesi è che ci si trovi a leggere un copione non dissimile da quello del restyling di piazza Risorgimento; esso
ha coinvolto intelligenze locali e nazionali ma poi è stato condotto dalla
stessa Amministrazione comunale nelle secche di una consultazione popolare. Nella vicenda secondo
me, c’entra soprattutto l’indifferenza – per fortuna reciproca – tra il sindaco
e il mondo ambientalista avezzanese negli ultimi (quasi) cinque anni. In fondo:
chi ha trattato in qualche modo la vicenda su Facebook o privatamente con una mailing list, avrebbe accettato l’invito
a farsi due chiacchiere o di più sulle questioni ambientali con il nostro primo
cittadino, per di più a tre mesi dalle elezioni? Io penso di no. Non m’illudo
per niente in ogni modo, dopo una visita durata poche ore di un dirigente
regionale del WWF proveniente dalla costa.
(Repetita iuvant). L’anno scorso ho
pubblicato questo elenco delle piante recise dal Comune nel Quadrilatero –
generalmente malate –, ma non piantate di nuovo, il 1° settembre «Amendola (via
G.): 3, Battisti (via C.): 10, Cataldi (via S.): 1,
Corradini (via C.): 10, Cadorna (via L.): 3, Crispi (via F.): 1,
Croce (via B.): 4, Diaz (via A.): 1, Garibaldi (via G.): 12,
Gramsci (via A.): 2, Libertà (corso della): 1, Lolli (via E.): 1,
Marruvio (via): 26, Mazzini (viale G.): 6, Monte Grappa (via): 2,
Monte Zebio (via): 3, Orione (via don L.): 1, Pagani (via G.): 7,
Repubblica (piazza della): 2, Rosselli (via fratelli): 4, Sangro
(via): 11, Sauro (via N.): 16, Torlonia (via A.M.): 2,
Trento (via): 5, Trieste (via): 2, Valerii (via mons. D.): 5,
Vittorio Veneto (via): 6».
Il totale è 147 mentre la somma del
mio precedente «censimento» – con la stessa Amministrazione comunale – ammontava
a 123; la situazione è peggiorata
nello stesso mese con l’abbattimento di un’altra decina d’alberi. Dieci giorni
dopo ho compiuto un’operazione simile per piazza A. Torlonia: mancavano dodici alberi e anche in questo caso ho
registrato altri cinque-sei alberi recisi nel mese successivo.
Nessun commento:
Posta un commento