(La cosiddetta
società civile). Per quel che ne so io, alle persone la vicenda è interessata
poco o niente. (Mi sembra perciò strano che alcuni studenti abbiano avvicinato
le seconde file in questa vicenda
per un incontro – tra l’altro vis-à-vis
– lo scorso 22 marzo. Oppure, non è vero che essi sono sempre incollati agli smartphone) Il fronte – non è una
fazione – degli oppositori è composito: io potrei accodarmi giusto dietro al
locale Archeoclub, a Raffaele Colapietra e a Cesare Letta, lasciando gli altri
– numerosissimi, ci mancherebbe – cuocere nel loro brodo. (Così il sindaco
riguardo a Pro loco Avezzano, egli si propone di: «riconsiderare, nel suo
complesso, il rapporto del Comune con un’associazione che, a causa della
sconsideratezza di pochi elementi politicizzati, è ormai distante anni luce
dalle finalità statutarie che gli sono proprie», 29 marzo 2018). È variegato,
poco chiaro quello dei favorevoli e anche questo non è una fazione, come ho già
descritto. Riferendosi all’incontro in municipio dello scorso 16 marzo, Tito Lucarelli
chiede lumi a Luisa Novorio: «non riesco
a capire come associazioni di livello culturale possano accettare questa
situazione anomala e non comprensibile, del trasformare gran parte del Palazzo
Torlonia in una caserma», TerreMarsicane
28 marzo 2018. In fondo che cosa ha chiesto di tanto impegnativo o
compromettente De Angelis, ai convocati e anche alla Soprintendenza? Sarebbe
andata allo stesso modo se egli avesse richiesto un parere agli idraulici, i
commercialisti, i salumieri, i portantini o gli avvocati della città. Il
sindaco ha anche informato (29 marzo 2018) i compaesani che la Regione Abruzzo trattiene
per sé «ben tre stanze ‘nobili’» del Palazzo Torlonia. (I maligni
immediatamente: «Per farne cosa?» – l’espressione era in realtà più colorita).
Hanno
allungato la brodaglia – gli uni e gli
altri – con gli stessi argomenti della trasformazione del Quadrilatero, del
«polo culturale» e del contrasto alla criminalità. (Dopo il ragguardevole risultato
del centrodestra alle Politiche, le reti Mediaset hanno smesso, more solito, di pasturare i loro telespettatori
con la delinquenza e i migranti. Non solo. Sfogliando Il Centro dello scorso 28 marzo Mario Sbardella c’informa sul
numero degli iscritti a Giurisprudenza: sono quattordici – tralascio per pudore il loro costo per le nostre casse
comunali)
Si avvii e
si chiuda al più presto tale vicenda; si abbia poi il coraggio – ce ne vuole
molto, pari allo sprezzo del ridicolo – di far conoscere in giro per l’Italia
che nell’unico palazzo degno di tale titolo ad Avezzano è alloggiata una
caserma o una sua parte. (Tanto, «lo fanno anche in altri posti…»).
Il trasferimento
dei vigili urbani a Palazzo Torlonia è – alla fine – una passeggiata, se confrontato
al tristemente famoso restauro di Castello Orsini – da cui la quasi totalità dei
contestatori di oggi si tenne diplomaticamente alla larga. (2/2)
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