Ho
incontrato un bel po’ di amici tornati da fuori negli ultimi giorni e si è
discusso abbastanza della situazione dell’ex-Arssa. Ho rilevato due posizioni
tra loro: chi legge il mio blog e chi ha appreso tutto dalle nostre testate giornalistiche.
I primi inseriscono tutto ciò che riguarda Palazzo Torlonia nel frame The Duellists: gli sviluppi
politici degli ultimi anni ad Avezzano derivano dal perdurante scontro tra
Giovanni Di Pangrazio e Gabriele De Angelis. (Mi preme ricordare come esso stia
rallentando anche il ricambio generazionale – i recenti cambiamenti sono tutt’altro
che incoraggianti). I secondi hanno dei problemi, di quando in quando, nel
mantenere determinate notizie nel frame
impostato dai nostri siti web d’informazione – forniscono anche loro una
cornice interpretativa, è bene tenerlo presente e pazienza se è all’incirca la
stessa per tutti. (Non mi scandalizzo se qualcuno di essi tifa per l’attuale
sindaco o per l’ex. Nel giorno del mio compleanno ho letto un pezzo davéwro moòlto pittowrèsco).
Ho ripetuto che
la maggioranza anzi, quasi tutti i
nostri consiglieri comunali vogliono in qualche misura il trasferimento della
Polizia locale da quelle parti – è pilatesca la posizione dell’unico
rappresentante M5s. (Recentemente Domenico Di Berardino e Roberto Verdecchia
hanno dichiarato: «restituire la destinazione d’uso originaria al Palazzo
Torlonia di Avezzano, magari prevedendo soltanto qualche ufficio per un
distaccamento a modo di presidio della Polizia Locale», 27 marzo 2018). Non si
comprende perciò perché, a fronte di uno schieramento pressoché unanime – non da ieri –, non sia stato
avviato l’annunciato trasferimento che doveva essere ultimato «Entro il 28
febbraio». Giuseppe
Di Pangrazio spiega: «Niente più trasferimento della polizia locale a Palazzo Torlonia. […] In questi giorni la regione ha fatto una
precisazione chiarendo che è possibile trasferire nel palazzo solo un
presidio e non l’intera Polizia municipale», in «MarsicaLive» 29 marzo 2018. (Non è mai stato finora
specificato il numero delle stanze
da destinare a tale presidio). Qual è il motivo dello scontro se gli uni
vogliono una caserma e la larghissima maggioranza degli altri solo un suo
pezzo? Il sindaco ha perciò buon gioco nel definire «continuità amministrativa»
– il 30 marzo 2018 –, la sua iniziativa. L’alternativa alla caserma – lo ripeto
–, è costituita dalle quindici o più stanze occupate da attività di tipo
culturale oppure vuote: c’entra il rispetto per quel luogo – non si può
farci proprio nulla se i rappresentanti del popolo, una larghissima parte della
cittadinanza, dell’opinione pubblica non ha minimamente capito l’importanza di
quella costruzione. (1/2)
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