A fine ottobre,
ho saputo che traslocava lungo corso
della Libertà uno dei miei negozi preferiti (NewOffice). Mi sono stati esposti
i motivi, data la confidenza con i proprietari. Un altro negozio (d’abbigliamento)
sotto i portici di via Trieste, si era da poco spostato in un altro punto vendita già esistente in via C.
Corradini. (Non è difficile capire anche in questo caso, com’è andata).
Oviesse si trasferisce lungo la Tiburtina-Valeria,
a detta di qualche mezzo d’informazione – a fine novembre, ma io lo sapevo già da
ottobre. La non-notizia, ha scatenato i commentatori: «pericolo giallo»
(subentrerà probabilmente una società cinese) e giù di lì. Ci è stata
risparmiata la solfa della «desertificazione» del centro. I miei compaesani
perché non hanno capito molto della vicenda, anche in quest’occasione? Non è
solo colpa di chi scrive amenità sulle testate locali, nel caso in esame.
La faccio
lunga.
(I miei ricordi
d’infanzia). Al posto dell’Oviesse e del suo parcheggio, c’era una rimessa open air di ponteggi per l’edilizia. (Erano
in legno ovviamente: i tubi Innocenti
risalgono ai primi anni Sessanta e c’è voluto del tempo per affermarsi anche da
noi). I cosiddetti piccoli portici sono stati costruiti su un prato incolto
(recintato) dove si potevano trovare i materiali di scarto più vari: mattoni, legno,
fil di ferro, copertoni, ecc.
Non
m’impensierisce perciò, un tratto di via Trieste al buio dalle luci dei negozi per
qualche mese o qualche anno: ne ho viste tante. Si tratterà di quasi cinquanta
metri di strada, che sarà meno frequentata dai pedoni. (Ho descritto la
parabola discendente di piazza del Mercato, la scorsa estate: un posto può
cambiare completamente, pur centrale).
Non si capisce
(collettivamente) che alcuni tipi di spazi chiusi sono obsoleti o inadeguati per alcune funzioni, da noi.
Non riescono in genere a stare nei nostri (vecchi?) appartamenti, le giovani
coppie al massimo qualche professionista – giusto per risparmiare sull’affitto.
È immaginabile che un qualsiasi condominio nel Quadrilatero abbia meno problemi
d’abitabilità rispetto ad alcuni locali nella stessa zona (servizi, impianti,
sicurezza, ecc.).
Il sindaco di L’Aquila
lamentava che l’abnorme crescita degli affitti, avrebbe allontanato la tipologia di negozio esistente al centro fino al terremoto
(2009), all’inizio di dicembre. (Non sono ammesse riflessioni del genere, da
noi).
Nessun commento:
Posta un commento