martedì 10 dicembre 2013

K'sLT 48



Tengo conto delle critiche che mi sono mosse (anche a quelli come me) perché servono ad ampliare il discorso su determinati argomenti e a capire qualcosa in più del costume locale.
Ricordo «nostalgico», a proposito dell’opposizione a un cambio di destinazione d’uso. Il termine può essere un complimento in una società ricolma di prodotti a rapida obsolescenza, nell’epoca della velocità e quindi dell’amnesia. Io passo per nostalgico della vecchia Avezzano in realtà, quando ci va di mezzo un edificio di un certo valore. (Succede ciò, nonostante la mia premura nel precisare che si tratta di un’operazione speculativa). Sono ancora nostalgico, facendomi scivolare la chiusura della Pro-loco – dopo che gli artisti marsicani non se la filano più da anni? Scrivendo nel 2012: «E’ stata una soddisfazione sapere che l’avrebbero chiuso l’anno passato, che io gli sono sopravvissuto», riguardo alla multi-sala Impero (che qualcuno s’ostina a chiamare ancora cinema) sono stato invece arruolato all’«Avezzano che non ha la forza e la capacità di resistere alle conseguenze negative di un malinteso progresso».
E’ facile passare da qui all’espressione: «imbalsamare la città». Le tecniche dell’imbalsamazione non si possono applicare ad una città anche perché essa è costruita, ricostruita, ristrutturata e tinteggiata ogni giorno, dalla sua fondazione: è una cosa viva. Scrivo o sottoscrivo appelli in realtà, quando si vuol sostituire un edificio importante (per sé o per noi) con una galleria commerciale. Un museo, una chiesa o un grand hotel al posto del palazzo municipale, incontra la mia non ostilità.
Cito anche «tenere premuto il freno»: c’entra la mia presunta resistenza al nuovo. Ciò vale sempre? Vale per tutti? No. Le città europee sono tali per i temi collettivi che le caratterizzano e si trasformano senza sosta intorno ad un pugno di manufatti ritenuti importanti. Esse sono evolute negli ultimi decenni e noi avezzanesi, per restare in quel contesto, siamo costretti in qualche modo a riprenderne le novità. Chi negli ultimi tempi ha boicottato sistematicamente la grande distribuzione e l’isola pedonale – di là della loro utilità –, s’è messo di traverso in uno spontaneo processo d’integrazione.


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