Sono stato incuriosito da una recente dichiarazione di Gianni
Paris «Io sono fiero di essere avezzanese, ma non posso dire la stessa cosa
degli oltre 42.000 abitanti che non vengono allo stadio», Partita con 209 paganti, Paris: “il calcio avezzanese è finito”.
Manutentore colto da malore in «MarsicaLive» 3 ottobre 2016. (Domanda:
c’entrerebbero tutti e 42mila gli avezzanesi, allo Stadio dei Marsi?).
Non posso dirmi avezzanese pur essendoci nato: conta il sangue (Blut) in Italia dopotutto, né mi sento di
appartenere alla città ovidiana per via dell’origine dei miei. (Migliaia di
persone si trovano nella mia stessa condizione, da queste parti e non da ieri).
Diciamo pure che la questione è semplicemente irrilevante, oziosa almeno per
me. Con l’apolidismo delle nuove generazioni poi… Non sono perciò nella
condizione di essere fiero di essere avezzanese; non lo sarei in ogni modo per
il fatto di avere come presidente della squadra cittadina di calcio una persona
che rilascia dichiarazioni tanto puerili. Non m’interessa minimamente il calcio:
sono libero di essere così o devo chiedere il permesso a qualcuno? (Ho
ricordato ultimamente su questo blog, dove io mi trovavo e con chi durante
Italia-Spagna agli ultimi Europei). Trovo inoltre almeno azzardato il nesso tra l’essere avezzanese e la
squadra di calcio cittadina. Ho la sensazione che il presidente finga di non si
aver presente quanti «compaesani» vanno non di rado negli stadi, ma dove
giocano le squadre di serie A. (Uno con un simile benedetto cognome dovrebbe
essere in realtà un campione di apolidismo, ma soprattutto d’ironia).
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