martedì 4 ottobre 2016

Sono stato incuriosito da una recente dichiarazione di Gianni Paris «Io sono fiero di essere avezzanese, ma non posso dire la stessa cosa degli oltre 42.000 abitanti che non vengono allo stadio», Partita con 209 paganti, Paris: “il calcio avezzanese è finito”. Manutentore colto da malore in «MarsicaLive» 3 ottobre 2016. (Domanda: c’entrerebbero tutti e 42mila gli avezzanesi, allo Stadio dei Marsi?).

Non posso dirmi avezzanese pur essendoci nato: conta il sangue (Blut) in Italia dopotutto, né mi sento di appartenere alla città ovidiana per via dell’origine dei miei. (Migliaia di persone si trovano nella mia stessa condizione, da queste parti e non da ieri). Diciamo pure che la questione è semplicemente irrilevante, oziosa almeno per me. Con l’apolidismo delle nuove generazioni poi… Non sono perciò nella condizione di essere fiero di essere avezzanese; non lo sarei in ogni modo per il fatto di avere come presidente della squadra cittadina di calcio una persona che rilascia dichiarazioni tanto puerili. Non m’interessa minimamente il calcio: sono libero di essere così o devo chiedere il permesso a qualcuno? (Ho ricordato ultimamente su questo blog, dove io mi trovavo e con chi durante Italia-Spagna agli ultimi Europei). Trovo inoltre almeno azzardato il nesso tra l’essere avezzanese e la squadra di calcio cittadina. Ho la sensazione che il presidente finga di non si aver presente quanti «compaesani» vanno non di rado negli stadi, ma dove giocano le squadre di serie A. (Uno con un simile benedetto cognome dovrebbe essere in realtà un campione di apolidismo, ma soprattutto d’ironia).

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