Mi lascia indifferente, la
vicenda del cosiddetto restyling di piazza del Mercato: si sega qualche albero,
si ricavano alcuni parcheggi e poco altro. Lo ricavo da una foto del progetto:
Solite cose avezzanesi, io
non mi arrabbio per niente. Considero – per la mia formazione – una piazza come
un luogo chiuso e per questo mi battei contro la distruzione del Mercato
coperto, negli anni Ottanta del secolo scorso; m’interessa poco per lo stesso
motivo, piazza Bruno Corbi.
Può intrigare della
questione, la campagna di comunicazione del Comune.
E’ stata coniata
l’espressione «città distretto» a proposito d’Avezzano. Avezzano sarà
«consacrata» città distretto, anche se non si è specificato da chi (papa,
governatore di Regione, presidente della Repubblica, ecc. Si consacra con olii
appositi, in genere).
E’ un’illusione pensare che
un simile posto possa diventare il «salotto» di tutta la città. (E’ lo
stesso problema della periferia: non basta ricavare uno spazio simile a quello
della piazza per poi trovarselo pieno di gente). Pensano di farci un affare, le
stesse persone – i commercianti –, che appoggiano il progetto. L’operazione «offrirà
ulteriori trenta posti di lavoro» – Gabriele De Angelis, ibidem. (Proprio «offrirà»). Mah…
(Bisogna fare attenzione
alle aree dei distributori di benzina lungo via XX Settembre, una volta
abbandonate).
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