La polemica anti-accattoni
della Confcommercio, dove porta? (Mi ricorda da vicino, quella contro l’anello
a senso unico).
Il comunicato
dell’associazione di categoria inizia così: «I commercianti dicono no
all’accattonaggio, gli extracomunitari girano numerosi per la città ed entrano
nei negozi e infastidendo lavoratori e clienti» – 2 settembre. E’ spuntato nel
web il solito che ha ricordato: «L’ho detto prima io!», nei commenti. (Lo
stesso comunicato invita il sindaco a mettere al «bando l’accattonaggio […] con
particolare riguardo al centro urbano primario». («Centro urbano primario» è
un’espressione priva di significato, ma il senso dovrebbe essere: «via
Corradini»).
Nel sito di chi l’ha detto
prima – l’Unione dei Marsi, 15 maggio –, si legge: «Avezzano ha dovuto subire
un’invasione», «Basta fare una passeggiata in pieno centro per essere
continuamente abbordati da mendicanti, accattoni e venditori molesti di
calzini!» – ok, ma succede solo di sabato mattina –, «E che dire di piazza
Torlonia, di fatto ostaggio di spacciatori, tossici e gentaglia varia».
Che cosa c’entra, di là delle
esagerazioni e del catastrofismo, l’anello a senso unico? C’entra perché esso fu
istituito anche per consentire a chi proviene da fuori di superare la città con
celerità – allungando il tragitto, casomai. Doveva incanalare il traffico
extra-urbano: Avezzano non è un’isola – isolata dal mondo – come pensa la
maggioranza dei suoi cittadini e rientra in diverse rotte.
Ci troviamo, nel nostro
caso, alla presenza di giganteschi flussi provenienti da diverse parti del
mondo – non solo extra-Ue: i polacchi e i romeni sono europei quanto noi. Il
fenomeno ha ormai una storia ed è studiato, da anni. («spacciatori, tossici e
gentaglia varia», sono generalmente italiani – per dirla tutta). Avezzano non è
un’isola, anche in questo caso ed è sospetto più che strano, che tali signori
non se ne sono accorti.
Che cosa può oggi fare il
sindaco di una cittadina per arginare i fenomeni collaterali ai flussi
migratori? Né più né meno quello che hanno fatto negli ultimi decenni i sindaci
di città con Roma, Londra, San Francisco o New York. Qual è il risultato? (La
questione è: che senso hanno simili comunicati rituali?).
Non hanno certo «paura di essere tacciati per
razzisti», i sedicenti Marsi. Il razzismo si fonda non solo sull’idea che
esistono le razze umane ma anche che una di esse deve dominare le altre. (Prima
parte). E’ bene ricordare che non esistono razze umane: è un pensiero
anti-scientifico affermare il contrario. (Seconda parte). Nel periodo 2000-10
gli italiani emigrati ammontano a circa 30mila l’anno. Negli ultimi due anni, i
connazionali espatriati sono rispettivamente oltre 60mila (2011) e circa 79mila
(2012). L’altro «invade», danneggia e inquina l’altrui cultura, mentre quello
con lo stesso passaporto sollazza, onora e porta la civiltà nel Paese che lo
ospita. E’ solo un pregiudizio: l’Unione dei Marsi non è un partito razzista,
ma un po’ xenofobo – purtroppo – sì.
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