domenica 8 settembre 2013

Provincialismi


La polemica anti-accattoni della Confcommercio, dove porta? (Mi ricorda da vicino, quella contro l’anello a senso unico).
Il comunicato dell’associazione di categoria inizia così: «I commercianti dicono no all’accattonaggio, gli extracomunitari girano numerosi per la città ed entrano nei negozi e infastidendo lavoratori e clienti» – 2 settembre. E’ spuntato nel web il solito che ha ricordato: «L’ho detto prima io!», nei commenti. (Lo stesso comunicato invita il sindaco a mettere al «bando l’accattonaggio […] con particolare riguardo al centro urbano primario». («Centro urbano primario» è un’espressione priva di significato, ma il senso dovrebbe essere: «via Corradini»).
Nel sito di chi l’ha detto prima – l’Unione dei Marsi, 15 maggio –, si legge: «Avezzano ha dovuto subire un’invasione», «Basta fare una passeggiata in pieno centro per essere continuamente abbordati da mendicanti, accattoni e venditori molesti di calzini!» – ok, ma succede solo di sabato mattina –, «E che dire di piazza Torlonia, di fatto ostaggio di spacciatori, tossici e gentaglia varia».
Che cosa c’entra, di là delle esagerazioni e del catastrofismo, l’anello a senso unico? C’entra perché esso fu istituito anche per consentire a chi proviene da fuori di superare la città con celerità – allungando il tragitto, casomai. Doveva incanalare il traffico extra-urbano: Avezzano non è un’isola – isolata dal mondo – come pensa la maggioranza dei suoi cittadini e rientra in diverse rotte.
Ci troviamo, nel nostro caso, alla presenza di giganteschi flussi provenienti da diverse parti del mondo – non solo extra-Ue: i polacchi e i romeni sono europei quanto noi. Il fenomeno ha ormai una storia ed è studiato, da anni. («spacciatori, tossici e gentaglia varia», sono generalmente italiani – per dirla tutta). Avezzano non è un’isola, anche in questo caso ed è sospetto più che strano, che tali signori non se ne sono accorti.
Che cosa può oggi fare il sindaco di una cittadina per arginare i fenomeni collaterali ai flussi migratori? Né più né meno quello che hanno fatto negli ultimi decenni i sindaci di città con Roma, Londra, San Francisco o New York. Qual è il risultato? (La questione è: che senso hanno simili comunicati rituali?).
Non hanno certo «paura di essere tacciati per razzisti», i sedicenti Marsi. Il razzismo si fonda non solo sull’idea che esistono le razze umane ma anche che una di esse deve dominare le altre. (Prima parte). E’ bene ricordare che non esistono razze umane: è un pensiero anti-scientifico affermare il contrario. (Seconda parte). Nel periodo 2000-10 gli italiani emigrati ammontano a circa 30mila l’anno. Negli ultimi due anni, i connazionali espatriati sono rispettivamente oltre 60mila (2011) e circa 79mila (2012). L’altro «invade», danneggia e inquina l’altrui cultura, mentre quello con lo stesso passaporto sollazza, onora e porta la civiltà nel Paese che lo ospita. E’ solo un pregiudizio: l’Unione dei Marsi non è un partito razzista, ma un po’ xenofobo – purtroppo – sì.

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