Chiarisco ciò che ho
scritto ieri.
Non abbiamo in Italia una
rivista satirica come CH e se
qualcuno la fondasse, affonderebbe nel giro di pochi mesi per le denunce di
oscenità e di vilipendio alla religione. (Come lettore del Male negli anni Settanta, ne ho una mezz’idea). Tante persone che
oggi si stracciano le vesti per la libertà di stampa attaccata, sono le stesse
che propongono restrizioni all’informazione o diventano molto suscettibili,
quando leggono il proprio nome su un pezzo di carta.
(Non solo). Il macello
nella redazione di Charlie Hebdo è
stato usato in modo strumentale da più di un partito in Italia. (È bene
aggiungere: anche dagli imbecilli che ripetono in giro come pappagalli ciò che
sentono dire dal leader che hanno
votato). È tutto un immaginare complotti, notare anomalie, contraddizioni e
stranezze da parte di moltissimi connazionali, mentre sono diffuse le immagini
delle veglie dei francesi, nel cuore di Parigi. (Il numero dei morti è altissimo, considerando che viviamo in
tempo di pace. Non posso dimenticare che la strage di piazza Fontana mandò di
traverso l’adolescenza a me e ad altri coetanei).
Da noi si cazzeggia –
perdonate il francesismo – mentre Charlie
Hebdo annuncia che sarà di nuovo in edicola: la vita continua, da quelle
parti. (Alla faccia dell’oscurantismo e del misticismo).
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