I due post precedenti hanno
avuto successo e voglio precisare ancora qualcosa.
Nella narrazione ufficiale delle
vicende di oltre mezzo secolo fa lo «sfruttamento» è inteso all’incirca come
categoria morale. (Diversi mi rimproverano di usare il Mac, un prodotto
probabilmente uscito dalla famigerata Foxconn – come se i loro pc fossero stati prodotti in Germania o
negli Stati Uniti, dove i lavoratori sono trattati meglio che nel Terzo mondo e…
in Italia).
Quando scatta tale accusa,
un secolo e mezzo fa e dal tempo degli attuali Ccnl? (I contratti nazionali
sono frutto di contrattazione tra due
parti: per qualche anno possono essere vantaggiosi per una, in un altro periodo
per l’altra). Chi reclama oggi, quando si fanno a meno dei contratti di
categoria? (Chi va a dire all’amico o al parente che utilizza manodopera
straniera a quattro soldi e in nero che sta sfruttando qualcuno?).
Ci vorrebbero un po’ di lavoratori
(«un po’ abbronzati») a issare cartelli con la scritta ricorrente nelle lotte
del Fucino: LA TERRA A CHI LA LAVORA, più che un paio di post per far
comprendere l’ipocrisia circolante. «Perché non lo fanno?», questa era una mia
domanda. Bisogna avere chiara l’elaborazione delle comunità nero-americane
negli anni Sessanta: il razzismo serve a mantenere
bassi gli stipendi.
L’esperienza degli ultimi
decenni c’insegna anche che una volta trattate male le persone con un «colore»
diverso della pelle, si passa a quelle semplicemente straniere; si prosegue poi
con i connazionali…
Nessun commento:
Posta un commento