sabato 6 giugno 2015

GT bis


I due post precedenti hanno avuto successo e voglio precisare ancora qualcosa.
Nella narrazione ufficiale delle vicende di oltre mezzo secolo fa lo «sfruttamento» è inteso all’incirca come categoria morale. (Diversi mi rimproverano di usare il Mac, un prodotto probabilmente uscito dalla famigerata Foxconn – come se i loro pc fossero stati prodotti in Germania o negli Stati Uniti, dove i lavoratori sono trattati meglio che nel Terzo mondo e… in Italia).
Quando scatta tale accusa, un secolo e mezzo fa e dal tempo degli attuali Ccnl? (I contratti nazionali sono frutto di contrattazione tra due parti: per qualche anno possono essere vantaggiosi per una, in un altro periodo per l’altra). Chi reclama oggi, quando si fanno a meno dei contratti di categoria? (Chi va a dire all’amico o al parente che utilizza manodopera straniera a quattro soldi e in nero che sta sfruttando qualcuno?).
Ci vorrebbero un po’ di lavoratori («un po’ abbronzati») a issare cartelli con la scritta ricorrente nelle lotte del Fucino: LA TERRA A CHI LA LAVORA, più che un paio di post per far comprendere l’ipocrisia circolante. «Perché non lo fanno?», questa era una mia domanda. Bisogna avere chiara l’elaborazione delle comunità nero-americane negli anni Sessanta: il razzismo serve a mantenere bassi gli stipendi.
L’esperienza degli ultimi decenni c’insegna anche che una volta trattate male le persone con un «colore» diverso della pelle, si passa a quelle semplicemente straniere; si prosegue poi con i connazionali…

Nessun commento:

Posta un commento