Avevo intenzione di
scrivere qualcosa sulla Piazza, nelle ultime settimane ma il tempo a disposizione
era poco; ieri è apparso questo pezzo sul centro città e voglio aggiungere
qualche considerazione:
Ciò che m’indigna
maggiormente dagli inizi d’aprile, è la presenza delle giostrine nel catino di
piazza Risorgimento e in misura marginale delle bancarelle (abusive e no) nella
parte superiore. (Tutto ciò significa che nel 2015 lo spazio pubblico cittadino
per eccellenza sarà occupato da privati per almeno sette mesi su dodici).
Tali stazioni di
divertimento occupano ormai da settimane una parte rilevante del catino e ne
orientano anche l’uso, sottraendolo alla fantasia degli avezzanesi in erba. Il
livello inferiore è utilizzato, infatti, dai ragazzi per giocare da soli e con
altri (corsa, pallone, pallavolo, skateboard,
monopattino, bicicletta, eccetera) e anche per socializzare. Da decenni e non
solo da loro. A quell’età non si ha certo bisogno di qualche adulto che
proponga che cosa fare per giocare, soprattutto in caso di divertimenti a
pagamento. (È il primo contatto che hanno con quel luogo ed è bene che se ne
facciano un’idea diversa da quella che gli deriva dal luna park che si para loro dinanzi agli occhi ormai da troppi anni).
Seguo da anni gli articoli
di Vittorio Emiliani sulle ondate di nuovi negozi che stravolgono – a suo dire
– il volto del centro storico della Capitale (il «divertimentificio»): ci
sarebbe da riflettere in tal senso anche da noi.
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