giovedì 27 agosto 2015

Fernsehen verblodet.


Se la televisione istupidiva, secondo la secca sentenza di un autorevole intellettuale europeo, che cosa dobbiamo noi oggi pensare del web?
Mi ha colpito questo pezzetto, a luglio: «La legge regionale salva-fiumi o ammazza-fiumi, a seconda dei punti di vista, giace nella secca». (Non interessa né la testata che l’ha pubblicata, né tanto meno il suo autore; i grassetti sono miei).
La legge in questione per intendersi, è quella sulla «Manutenzione dei Corsi d’acqua». Ho usato in proposito su questo blog l’espressione: «cosiddetta legge ammazzafiumi». Come stanno le cose? «Ammazzafiumi» è ascrivibile a Maurizio Acerbo (Prc) mentre «salva-fiumi» non si sa ed è probabilmente un’invenzione giornalistica. (C’è bisogno della seconda espressione? No, è sufficiente un numero dopo la sigla L.R.).
Nel giornalismo italiano da anni, vige una sorta di principio d’Archimede per cui, a ogni idea ne corrisponde necessariamente una contraria che la controbilancia. Esistono idee contrarie in questo caso? No, anche perché non si può raffrontare l’ecologia dei sistemi fluviali con un provvedimento amministrativo, per quanto oculato e meritorio ma riguardante un solo aspetto dei nostri corsi d’acqua.
Prelevare materiale litoide dall’alveo di un fiume (di un torrente) o lasciarlo dove si trova, non è la stessa cosa. Non è proprio questione di opinione.

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