martedì 25 agosto 2015

Gli Stones in discoteca


Piazza A. Torlonia, la villa comunale è uno dei temi estivi di cui ci si occupa in modo rituale (consiglieri comunali, mass media) da decenni. La responsabilità del suo degrado è stata attribuita di recente agli extra-comunitari che iniziano a spacciare all’imbrunire. (I pusher di nazionalità italiana invece – com’è notorio –, svolgono la delicatissima funzione di educare i giovani del posto alle pasticchine e le polverine).
Mi sono accorto in questo scorcio dell’estate che la vicenda è ancor più complicata – da quando ne vado scrivendo. Ci sono passato di recente, dopo l’ultima manifestazione che vi si è tenuta: il prato – in un punto, per un centinaio di metri quadrati –, non esiste più. È rimasta solo la terra scura, senza un filo d’erba. Da che cosa dipende? Deriva dal continuo passaggio e dallo stazionamento del pubblico di qualche manifestazione – che non dovrebbe svolgersi da quelle parti.
È sbagliato concedere – da parte dell’ente pubblico – un luogo del genere per iniziative pensate per radunare migliaia di persone nell’arco di poche ore. Piazza Torlonia non regge un impatto simile; la gente per spostarsi o consumare in qualche modo invade e devasta, cancella i prati. (C’erano i cartelli: NON CALPESTARE IL PRATO, tempo fa). Si può addossar a essa alcune colpe ma non tutto.
(Chi attacca il sindaco dall’opposizione, sa che dovrà comportarsi allo stesso modo in casi del genere, qualora eletto al prossimo giro e perciò – comprensibilmente – non sfiora quel tasto).

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